40 anni di ordinazione del Vescovo Maniago, Martini (ex assessore di Firenze): “Don Claudio? Un dono di Dio nella nostra vita”

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  19 aprile 2024 10:03

di ALESSANDRO MARTINI*

Il 19 aprile 1984, nella Cattedrale di “Santa Maria del Fiore” di Firenze, alla celebrazione di ordinazione presbiterale del giovanissimo don Claudio Maniago, era presente un suo caro amico fraterno, Alessandro Martini, che ricorda con affetto e gratitudine l’emozione di quel giorno.

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Le prime riflessioni che Alessandro condivide con noi sono espressione di grande riconoscenza per il dono dell’amicizia con il nostro Pastore che il Signore gli ha regalato: “L’Arcivescovo Claudio per me e per mia moglie Letizia, suoi coetanei, è innanzitutto un amico fraterno di una vita. Ci siamo conosciuti giovanissimi, prima ancora che lui diventasse sacerdote e ci siamo iniziati a frequentare in diocesi, a Firenze.  Io mi onoro di essere stato alla sua ordinazione il 19 aprile del 1984, che precedeva di pochi giorni il matrimonio mio e di Letizia (ci saremmo sposati il 25 aprile, quindi 40 anni anche per noi).  Abbiamo trascorso praticamente una vita parallela, vicina, molto bella, importante, un dono veramente grande del Signore e un dono di grazia, così come la nostra amicizia che ritengo anch’essa un dono di grazia”. 

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A imporre le mani a don Claudio fu il Cardinale Piovanelli, di cui lo stesso Martini ci fornisce un significativo ricordo: “Un grande Pastore, un uomo sempre disponibile al dialogo, un padre per tanti, anche per chi come me ha avuto la possibilità e la Grazia di ascoltare la sua parola, i suoi consigli e di collaborare in tante esperienze di vita ecclesiale. Umanamente manca, ma so e sappiamo che dal cielo sicuramente ci è di grande sostegno e continua ad essere ispiratore di vita buona”.

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L’amicizia che ha legato Alessandro a don Claudio è stata caratterizzata da quei segni di sana umanità che sono luce e sale per la nostra vita di credenti: “L’essere stati vicini in tante situazioni belle, di difficoltà, a volte anche di sofferenza, ci ha molto sostenuti e ci ha molto rafforzato nella vita quotidiana, nella nostra capacità di portare avanti le nostre esperienze e anche la nostra fede”. 

Alessandro, è bene ricordarlo, ha vissuto tante, intense e significative esperienze nella sua vita, non ultima quella, da poco conclusa, di assessore del Comune di Firenze, nella giunta di Dario Nardella e di direttore della Caritas diocesana dal 2007 al 2019. Martini ha sempre fatto riferimento a grandi figure della Chiesa fiorentina, a La Pira, a sacerdoti appassionati come don Milani e don Danilo Cubattoli, decano dei cappellani carcerari. Nella sua cerchia non manca però di ricordare che “don Claudio continua ad essere un punto di riferimento anche e soprattutto per il cammino di fede della nostra famiglia, una presenza preziosa, perché ha sempre dato testimonianza di una vocazione molto bella, forte e anche capace di essere una valida testimonianza soprattutto nei momenti più difficili”.

Alessandro con grande coinvolgimento emotivo non disdegna di sottolineare alcune delle doti che gli uomini e le donne della Chiesa di Catanzaro-Squillace, stanno imparando ad apprezzare del loro Pastore: “L’Arcivescovo Claudio è un uomo che, nel cammino della vita, ha dimostrato di essere veramente aperto alla chiamata del Signore: è un uomo di grande personalità, ma anche di tanta, tantissima umiltà.

È un uomo di ascolto e di relazioni e ha bisogno di vivere questa sua grande fede, questa sua testimonianza di ministro ordinato e di consacrato del Signore, come un dono da riversare quotidianamente senza riserve al prossimo che incontra e quindi, in questo caso, come pastore della Chiesa. Don Claudio ha vissuto molte esperienze e ha maturato sicuramente capacità e competenze anche di governo nella Chiesa che sono state arricchite da questa sua passione e da questo suo desiderio di stare sempre in mezzo alla sua gente e in mezzo al popolo di Dio che gli è stato affidato.

 L’arcivescovo Claudio è un uomo che sa vivere con umiltà e concretezza l’obbedienza del Vangelo, l’obbedienza al Papa, ai suoi superiori e ha sempre aiutato tante persone, nelle situazioni della vita, a trovare la strada giusta, i percorsi giusti, con un’arte fondamentale che lui detiene, quella della relazione e della mediazione. È un uomo che sicuramente ha una personalità forte, ma anche una umiltà che lo ha reso obbediente a tutte le situazioni in cui si è trovato e alle richieste che gli sono venute nel suo cammino di presbitero e poi di vescovo”.

Sono passati 40 anni da quel giorno. Cosa può oggi insegnarci quel grande momento di grazia? “Io credo che oggi, 19 aprile 2024, sia davvero un giorno speciale, perché può aiutare veramente tutti noi a sentirsi più Chiesa a sentirsi più uniti, più fratelli, più capaci di superare anche le difficoltà, le divisioni che talvolta ci sono tanto nella vita quotidiana di ognuno che nella Chiesa stessa, per maturare quel senso di unità, di amore e di condivisione che don Claudio porta nel suo cammino di vita e di testimonianza da ministro ordinato, da persona che sicuramente può fare da guida a tanti.

Quindi è un giorno di grazia e un giorno di fraternità, un giorno di crescita e di positiva attenzione e speranza verso quel futuro che tutti speriamo anche bello, perché fatto da persone capaci di unire, capaci di amare, capaci di essere veramente un tutt’uno, alla luce del Vangelo, secondo la strada che il Signore ha tracciato per ognuno di noi. Credo che la strada percorsa dall’arcivescovo Claudio rappresenti un punto di riferimento per tanti e in questo voglio augurare a lui tutto il bene possibile per il suo cammino di testimonianza e di vita da pastore, in questo momento, nell’amata chiesa di Catanzaro–Squillace”.

Ringraziamo di cuore Alessandro Martini per il suo contributo, per la sua disponibilità, per aver voluto condividere con noi quanto di bello può rappresentare nella vita il valore di un’amicizia vera, coltivata, cresciuta e arricchita dalla Grazia e dalla fede nel Signore. Al nostro Vescovo Claudio rinnoviamo il nostro affetto, il nostro impegno e la nostra disponibilità a essere “servi inutili” nella vigna del Signore.

 

*Già assessore al Comune di Firenze

 

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