Nel deserto infrastrutturale che pervade la Calabria, frange politiche pensano a un quarto aeroporto. Una percezione del territorio regionale pari a quella del giardino di casa
13 ottobre 2025 16:56Riceviamo e pubblichiamo la nota a firma di Domenico Mazza, del Comitato Magna Graecia.
"Paradossale che, negli ultimi tempi, si parli di un quarto scalo in Calabria. Una Regione, per giunta, che manca di una infrastrutturazione basilare e avulsa da un benché minimo concetto di intermodalità. Con una demografia, oltretutto, che già oggi non giustificherebbe neppure i tre scali presenti. Si potrebbe additare, la proposta proveniente da Amministratori dell'alto Jonio cosentino e suffragata da novelli Consiglieri regionali cosentini, come la classica boutade da campagna elettorale. Ma la maratona è finita da una settimana. A quanto pare, però, la sciocca propaganda persiste nel tempo. Non trovo altre parole per descrivere un Establishment incapace di guardare oltre. Evidentemente, la povertà di idee, induce la Politica a proporre, all'alternarsi delle fasi lunari, ammuffite idee superate dal tempo e dai fatti. D'altronde, se per giustificare un'aviosuperficie a Sibari si auspica un tracollo dello scalo crotonese o si arriva ad azzardare un termine di paragone tra uno Stato federato come la Florida (22Ml di abitanti e una crescita demografica di 1.6 punti di percentuale annui) e la Calabria (meno di 2Ml abitanti e una perdita netta di oltre 150mila abitanti negli ultimi 25 anni), significa che siamo arrivati a un punto di non ritorno della visione politica ed effettuale. Ma tant'è.
Un sistema demografico che non giustifica la presenza di un eventuale quarto scalo in Calabria
Partiamo dal presupposto che oggi la Calabria si presenta con una popolazione di poco superiore a 1,8Ml d'abitanti. La Regione, da oltre 20 anni, attraversa una condizione di drammatico esodo demografico. Se i parametri dovessero mantenersi ai valori attuali, ma è molto probabile che peggiorino, possiamo stimare, entro i prossimi 10 anni, una perdita di ulteriori 100mila persone. Gran parte di questa cifra riguarderà proprio le aree joniche del Crotonese e della Sibaritide. Quelle aree che — reputati i ritardi infrastrutturali rispetto altri contesti regionali, causati da ataviche sottomissioni a politiche di tipo centralista —, possono essere considerate, senza ombra di smentita alcuna, come Altra Calabria. I numeri illustrati ci dicono che il sistema calabrese, oggi, non potrebbe sostenere neppure i tre aeroporti presenti.
L’impietoso confronto con le altre Regioni del Mezzogiorno
La vicina Campania, pur avendo una popolazione che surclassa di circa tre volte quella calabrese, da poco più di un anno ha deciso di aprire i battenti del Costa d’Amalfi. Tuttavia, fino a poco tempo fa, ha gestito tutto il traffico aeroportuale regionale, più quello di buona parte delle Province di Potenza, Isernia e Campobasso, da Capodichino.
La Puglia, invece, dove risiedono circa 4Ml di abitanti, serve la sua popolazione con gli scali di Bari e Brindisi e parzialmente con quello di Foggia. Tre aeroporti operativi, più Taranto pronto all’uso. Tuttavia, nell’ultimo caso, nonostante l’Arlotta abbia già in dote la 5° pista più lunga d'Italia e che potrebbe servire tutta la dorsale del nord-est calabrese, almeno fino a Sibari, si preferisce lasciarlo in balia di sé stesso.
E veniamo alla Basilicata. L’apertura del Costa d’Amalfi ha riversato l’area ovest della Provincia di Potenza da Napoli a Salerno. Il Vulture-Melfese è afferente all'area della Capitanata e ha il suo scalo di riferimento nel Gino Lisa di Foggia. Matera e hinterland rappresentano, geograficamente e politicamente, una costola di Bari. Il loro scalo aeroportuale di riferimento rimane Palese. Resterebbe la linea di costa compresa tra Nova Siri e Metaponto: un’area rivierasca che lambisce 80 mila abitanti. Tuttavia, anche quest’ultima porzione demografica lucana, qualora dovesse essere aperto al traffico civile Taranto-Grottaglie (e ci sono ottime probabilità in merito), avrebbe tutte le convenienze a raggiungerlo. Senza considerare la presenza dell’Aviosuperficie di Pisticci per cui la Lucania sta facendo pressioni al Governo centrale al fine di ottenerne la messa in esercizio.
Questo breve excursus per ridimensionare le spocchiose esternazioni a mezzo stampa e su canali social che hanno caratterizzato le vicende del nord-est calabrese negli ultimi giorni. Un territorio, la Sibaritide, che, nella mente di qualche stravagante Amministratore, pensa di essere il centro del Mondo. Non basta essere una delle aree più produttive di tutto il Mezzogiorno d'Italia per immaginare un quarto aeroporto in una delle Regioni a più alto inverno demografico d'Europa. Prima di qualunque cosa ci vogliono i numeri. Da questo punto di vista, gli ambiti costituenti l'area dell'Arco Jonico calabrese (Sibaritide e Crotoniate), analizzati singolarmente, arrancano notevolmente. Vieppiù, i requisiti, non solo per la questione aeroporto, potrebbero averli solo se avviassero processi di governance sinergici e unitari. La Politica nostrana, tuttavia, sembra essere riluttante a ragionamenti di spessore. Spesso, infatti, preferisce rintanarsi in atteggiamenti di pancia, preferendo argomenti vuoti al solo fine di aizzare le folle. Pur nella consapevolezza, comunque, che le richiamate sortite, al massimo, suscitano ilarità in quel briciolo di opinione rimasta in Calabria.
I numeri (che non ci sono) alla base di un rapporto costi-benefici per un aeroporto a Sibari
E.N.A.C (Ente nazionale aviazione civile) stabilisce come alveo di servizio per un aeroporto una base di almeno 400mila abitanti. Da più parti, nell'articolare la richiesta di un quarto scalo a Sibari, si fa riferimento a un ambito interregionale che attingerebbe a tutta la Provincia di Cosenza e a parte della Basilicata. Sulla carta, potrebbe anche essere; nella realtà, però, le cose sono molto diverse. La Provincia di Cosenza è scesa sotto i 670mila abitanti. I numeri che la vedevano superare i 750mila residenti, ormai, appartengono alla storia. Dei richiamati 670mila, circa 250mila gravitano tra il Pollino e il nord-est, inteso come alto e basso Jonio cosentino. Circa 140mila persone, invece, vivono lungo la striscia tirrenica. Ancora, 250mila risiedono in un raggio di appena 15km dal Capoluogo: la cosiddetta Area Urbana. Poco più di 30mila, infine, nel contesto del Savuto. Come sarà semplice comprendere, il grasso demografico è contenuto tra l’Area Urbana brettia e l’ambito della Sibaritide. Tuttavia, non deve indurci in errore il fatto che il numero di presenze nei due contesti sia pressoché simile. A differire, infatti, è la densità demografica: decisamente più alta nell’area cosentina, essendo molto più contenuta territorialmente. È bene, altresì, ricordare che è in fase d'appalto la velocizzazione della A2 tra gli svincoli di Cosenza e Altilia. Tale opera consentirà una riduzione dei tempi di percorrenza, dagli attuali 45' a poco meno di 1/2 ora, tra la valle del Crati e lo scalo lamentino. Già oggi, invece, la tratta Cosenza-Sibari, nonostante un percorso a 4 corsie, si compie in non meno di 45/50 minuti. E Sant’Eufemia resta pur sempre lo scalo regionale di riferimento con un’offerta volativa che giammai potrebbe essere inficiata da qualsiasi altro scalo.
Necessari investimenti su opere di ricucitura territoriale e non sulla duplicazione delle infrastrutture esistenti
Se la Calabria, come il resto delle Regioni italiane, avesse avuto un solido sistema infrastrutturale ferro-carrabile, avrebbe potuto soddisfare le esigenze di tutti i territori con il solo aeroporto di Lamezia Terme. Si provi a immaginare cosa avrebbe significato avere due direttrici perpendicolari a 4 corsie lungo le linee di costa, raccordate da una serie di diagonali est-ovest dal Pollino allo Stretto. Inoltre, con un sistema ferroviario a doppio binario lungo tutto il perimetro, intersecato da adeguate trasversali, probabilmente, il capitolo aeroporti non avrebbe affascinato nessuno.
Sarebbe il caso, quindi, di premere su altri tipi di infrastrutture. Probabilmente, i nostri Referenti istituzionali dovrebbero chiarire il loro tergiversare sull’attuazione dei treni shuttle di tipo metropolitano tra Sibari, Crotone e Sant'Anna. Dunque, il motivo per cui per la prevista variante alla galleria di Cutro (che avrebbe dovuto lambire il Pitagora) sia finita nel dimenticatoio. Ergo, perché la bretella di Thurio sia stata sostituita da una modesta lunetta di Sibari, anch’essa sparita dai radar. Invero, alle nostre latitudini, buona parte degli Establishment risultano talmente poveri di idee che, al massimo, riescono a partorire pensieri rabberciati dopo aver letto qualche scritto di cui neppure comprendono appieno il senso. Chiaramente, ritengono più conveniente studiare strategie tese alla permanenza dello status quo. Tutto sommato, bontà loro, è pur sempre meglio garantirsi poltrone rimanendo proni ai diktat del centralismo di turno, piuttosto che elaborare pensieri e sviluppare azioni degne di una mente come quella dell’uomo".
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736