Calabria Design Talk 2025: il design come strumento di riscatto del patrimonio culturale

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da sinistra: Matteo Sainato, Vincenzo Costantino, Francesco Alati, Donatella Monteverdi, Antonio Cugliari
  01 febbraio 2025 13:03

di IACOPO PARISI

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Il design non è solo una disciplina estetica, ma uno strumento fondamentale per la valorizzazione e la trasformazione del patrimonio culturale. La terza edizione del Calabria Design Talk ha affrontato proprio questo tema, dimostrando come il design possa superare una visione statica del passato e contribuire a nuove prospettive di sviluppo per il territorio.

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Svoltosi nel Complesso Monumentale San Giovanni a Catanzaro, l'evento è stato organizzato dall'ADI Delegazione Calabria con il titolo "Il patrimonio culturale: da bene a materia progettuale", patrocinato dal Comune di Catanzaro, da Inarch Calabria, dall’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Catanzaro e dalla Camera di Commercio di Catanzaro, Vibo Valentia e Crotone. Francesco Alati, presidente di ADI Calabria, ha ribadito l'obiettivo dell'iniziativa: instaurare un dialogo tra istituzioni, imprese e professionisti per riflettere sulle specificità del territorio e sulle potenzialità del design come strumento di crescita. Matteo Sainato, consigliere dell’Ordine degli Architetti, ha portato i saluti del Presidente dell'Ordine Eros Corapi e ha sottolineato come questo format consolidato offra spunti di riflessione sul rapporto tra design e patrimonio culturale, esortando a una progettualità più attenta e sostenibile.

Gli assessori Vincenzo Costantino e Donatella Monteverdi hanno evidenziato come il design possa essere la chiave per costruire un futuro innovativo per la Calabria, in cui le specificità locali e il talento dei giovani diventino risorse strategiche. Monteverdi ha posto l’accento sulla necessità di uscire da una visione statica della storia: per 150 anni si è creduto che le idee del passato fossero universali e immutabili, ma oggi abbiamo maggiore consapevolezza che la realtà è in continua trasformazione. Per affrontare questa mutazione, è necessario comprendere il cambiamento, guidarlo e lasciarsi guidare da esso.

L'intervento del vicepresidente della Camera di Commercio Antonio Cugliari ha messo in evidenza come il design, da semplice disciplina focalizzata sugli oggetti, si sia trasformato in un catalizzatore di idee e visioni. Grazie a un accordo con ADI, la Camera di Commercio ha deciso di sostenere questa prospettiva, riconoscendo il ruolo centrale del design nel valorizzare i beni culturali.

Giusi Buono, associata ADI, ha introdotto il concetto di design dei beni culturali, sottolineando il passaggio da un modello conservativo a uno trasformativo. La traduzione della tradizione diventa un principio chiave per reinterpretare e riutilizzare il patrimonio, generando nuovi significati e valore d’uso.

Andrea Zito, direttore artistico, designer e moderatore della prima parte dell’incontro, ha introdotto il tema centrale della discussione: il design non deve più essere visto come un fenomeno elitario, ma come uno strumento sociale per la valorizzazione del patrimonio culturale. Citando Heidegger, ha ricordato che solo abitando un luogo possiamo costruire in modo consapevole. In passato, molte costruzioni sono nate senza un vero senso dell’abitare, ma oggi stiamo acquisendo una nuova consapevolezza ecologica del costruire e del progettare.

Zito ha presentato tre case history come esempi di progetti che, partendo da situazioni critiche, hanno saputo trasformare il patrimonio culturale in risorsa viva per il territorio, con la speranza che possano fungere da modello per future iniziative simili.

MABOS (Museo d’Arte del Bosco della Sila): Elisabetta Longo ha raccontato il progetto della Camera Oscura, un’iniziativa che parte dal lavoro del fotografo Mario Giacomelli per dare nuova vita agli spazi dimenticati, creando un dialogo tra arte e territorio.

Festival del Lamento: Gaetano Moraca ha illustrato il valore simbolico e progettuale del lamento, non come semplice espressione di sofferenza, ma come stimolo per nuove forme di creatività e identità.

NON APS: Teresa Giglio ha evidenziato come non sia possibile scindere un luogo dal suo passato. Esistono spazi che, per vari motivi, non hanno trovato pace: demolirli è spesso troppo oneroso e poco sostenibile, monumentalizzarli li condanna all’inattività. La soluzione migliore è il riscatto, ovvero dare loro nuova vita e nuova utilità. È necessario riconoscere che questi luoghi fanno parte della nostra storia e rappresentano un patrimonio che va valorizzato, con la consapevolezza che la loro cura è una responsabilità collettiva. Ha portato quindi l'esempio dell'Ex-Comac a Soverato.

La seconda parte dell'incontro è stata caratterizzata da un dibattito, moderato da Giusi Buono, ha coinvolto figure di rilievo come Andrea Cancellato (Presidente Federculture), Fabrizio Sudano (Direzione generale Musei Nazionali Calabria), Francesca Bilotta (Presidente Inarch Calabria), Alfredo Cammara e Salvatore Greco (soci ADI Calabria).

Cancellato ha evidenziato il divario culturale tra Nord e Sud, mostrando dati sulla spesa in cultura e sottolineando l'importanza di cambiare la narrazione del Sud Italia, trasformando il patrimonio culturale in leva di sviluppo economico. Sudano ha ribadito la necessità di una comunicazione più efficace per i musei calabresi, mentre Bilotta ha richiamato l'attenzione sull’importanza della strategia nella valorizzazione del patrimonio, integrando turismo e cultura in un unico ecosistema. Ha sottolineato come la progettazione non possa prescindere dal contesto in cui opera e che le soluzioni devono essere pensate per avere un impatto duraturo sul territorio.

Alfredo Cammara ha sottolineato che la gestione del patrimonio non deve essere un'operazione nostalgica, ma una pratica consapevole che tenga conto delle trasformazioni sociali, economiche e culturali in atto. Ha evidenziato l’importanza di coinvolgere le comunità locali, affinché il patrimonio non sia solo conservato, ma anche vissuto e reinterpretato.

Greco ha concluso il dibattito con un riferimento al concetto di Limen, inteso non come confine ma come soglia di unione tra passato e futuro, tradizione e innovazione.

Francesco Alati ha chiuso l’evento esprimendo soddisfazione per la qualità del confronto e ribadendo l’impegno di ADI Calabria nel promuovere il design come elemento chiave per la trasformazione culturale e sociale del territorio.

Il Calabria Design Talk 2025 si è confermato, ancora una volta, un momento di riflessione e confonto, gettando le basi per un futuro in cui il design diventi strumento di innovazione e crescita per la regione.

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