Camilla Thompson de Martino di Montegiordano, l’artista inglese che coltiva un sogno: aprire una scuola di “arte e archeologia” ad Amantea

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images Camilla Thompson de Martino di Montegiordano, l’artista inglese che coltiva un sogno: aprire una scuola di “arte e archeologia” ad Amantea
Camilla e Gianludovico de Martino di Montegiordano nella loggia della palazzo ad Amantea
  09 ottobre 2020 00:07

di GIOVANNA BERGANTIN

ll primo impatto è la bellezza del palazzo, a sottolineare l’originalità delle opere esposte. E l’energia e lo stile di Camilla Thompson de Martino di Montegiordano, scultrice, inglese di nascita, ma ad Amantea dal ’95. Varie tipologie di oggetti tra design, architettura, sculture e arte, dietro i quali ci sono altrettanti Artisti, esposti in una Galleria molto originale, al primo piano di Palazzo Carratelli che esibisce più di cinque secoli di storia.  

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Sala espositiva della Galleria Amantea a Palazzo Carratelli

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“Amantea è un posto incredibile. Certo, interessante per la sua storia, ma soprattutto per le sue persone – racconta Donna Camilla, in un italiano di intonazione britannica – E mi domando, ma come mai ci sono così tanti artisti ad Amantea?” Appunto, chiediamo con viva curiosità. Sarà mai perché la visione intellettuale dell’artista, con la sua passione antiquaria, unita all’interesse per il bello ed i costumi locali, è riuscita a incoraggiare e raccogliere le vocazioni artistiche degli abitanti di questo affascinante centro storico fortificato? Nessun merito, nè personale, né di mecenatismo, precisa subito Camilla, ideatrice della Galleria Amantea, dove periodicamente si susseguono mostre personali e collettive.  “ Gli artisti, c’erano già quando sono arrivata: ho scoperto che uno lavorava sotto casa e dietro l’angolo un altro che si chiama Salvatore Tonnara e ancora Tecchia, scomparso due anni fa, che era bravissimo. Ci sono poi, Rocco Bonavita, il padre che era pescatore e il figlio Pedrito. Basta scendere verso il mare per trovare molti altri artisti, il proprietario di un negozio di abbigliamento, per esempio, e anche molte donne”. I percorsi espositivi trovano spazio negli ambienti sobri, comunicanti tra loro, dove troneggia, al centro di una camera, un gran letto a baldacchino decorato con le tende leggere su vecchi pavimenti. Il risultato è un’antologia dell’arte con emersioni di assoluto rilievo, quasi un tempio che si è andato animando, con l’acquisizione di dipinti, sculture e arredi unici, in un progressivo processo di simbiosi spirituale con le opere che giungono ad abitare questa dimora. In un ambiente più riservato, l’atelier, mondo creativo della scultrice. Subito, di fronte un bancone mostra tutto il suo vissuto al servizio dell’artista. Alle pareti e tutt’intorno sistemati ogni sorta di attrezzi e opere in attesa di lavorazione e quelle dove i personaggi di oggi lentamente prendono forma. Si rimane affascinati dalle sculture che nella loro plastica staticità raccontano storie, incuriosiscono e muovono alla ricerca delle emozioni che la scultrice vuole lasciare incise sopra volti silenziosi e corpi sinuosi e levigati.

Camilla descrive l’amore per Amantea, come dicono i francesi un “coup de foudre”, ci sono il mare e la montagna, poi la sua gente. A volte i miracoli accadono. Ad Amantea, splendido borgo sul mare, per esempio. Sembra un racconto da grandtour d’epoca passata. Un’artista inglese che ama l’arte non solo a parole, sceglie di abitare in Calabria e di dar vita all’idea di realizzare una Galleria d’arte nella sua dimora storica addossata alla rupe del castello e con lo sguardo rivolto alla marina. Al suo fianco c’è il marito Gianludovico de Martino di Montegiordano, che dopo aver girato mezzo mondo in qualità di ambasciatore, insieme a Camilla ha ristrutturato e cura la nobile dimora storica. 

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L'atelier della scultrice Camilla Thompson de Martino

“La filosofia che ha ispirato la nostra scelta è stata quella di respirare la storia del passato, perciò abbiamo rispettato l’antica architettura della struttura, come al piano più alto dove ci sono la vecchia cucina e le logge, alle spalle del Castello di Amantea, da dove si perlustra il mare. A fronte dell’attuale strada su cui affaccia l’ingresso del palazzo, c’è un giardino che era parte di una più ampia pertinenza con il vecchio teatro che è stato espropriato e demolito. Inoltre – spiega Camilla Thompson - qui hanno trovato comodamente posto i nostri mobili e le collezioni di famiglia che portiamo dietro dalle permanenze in Russia, in Irak, in Australia e in Francia. In ognuno di questi paesi ho trovato gente meravigliosa ed ho maturato varie esperienze. In Australia ho insegnato all’Università come fare i ritratti. Da inglese, mi ha aiutato molto la curiosità intellettuale e il piacere di viaggiare, anche essere un’artista aiuta, perché ti porta nei luoghi dove normalmente non andresti, nelle gallerie d’arte di Bagdad e negli atelier di artisti russi”.

Nel dialogo Camilla è pacata e adopera le parole con cura, come fiori in un bouquet. “L’italiano è una lingua molto complicata, come il russo e l’arabo, quasi impossibile”. Ma Camilla in modo intimistico si descrive meglio “Sono tante cose: donna, moglie, mamma e nonna, e anche una scultrice. Alla scultura ci sono arrivata dopo, ma ho una formazione artistica ed ho sempre disegnato, fatto teatro e danza e realizzato questa Galleria che è molto apprezzata dagli abitanti di Amantea.” E da artista è osservatrice attenta della contemporaneità, ma distante da stranezze che spesso siamo abituati ad ascoltare; le visioni descritte sono ampi spazi creativi, identitari e storici con prospettive antropologiche e relazionali. “Per meglio fruire del nucleo storico avevo proposto un ascensore con un percorso che partisse dal grande parcheggio a valle. Coltivo un sogno per Amantea, poter fare una scuola di “arte e archeologia”. Molti giovani vengono in Italia solo per studiare pittura e archeologia. Il sud con la Magna Graecia ha molto da raccontare”. Mi porta alla finestra per guardare in basso e mi fa vedere una enorme struttura “Questo grande palazzo abbandonato – spiega - si potrebbe destinare a questo obiettivo”.  Sarà utopistico, ma nel nostro annus horribilis, Camilla con la sua ricerca del bello ci apre l’animo. Proviamo un po’ a tener a mente le sue parole: “Bisogna sempre avere un altro sogno per andare oltre”.  Potrebbe essere il segreto dei segreti, la pietra filosofale. Che fare, ci crediamo?

Opera scultorea di Camilla Thompson de Martino

 

 

 

 

 

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