di CARLO MIGNOLLI
Un gol da fuoriclasse di Pietro Iemmello ha evitato al Catanzaro una sconfitta che avrebbe avuto il sapore di beffa. Finisce 1-1 contro il Südtirol nella prima giornata di campionato: un “Ceravolo” vestito a festa per l’esordio casalingo di Alberto Aquilani ha visto soffrire le Aquile nel primo tempo, ma poi gioire grazie al colpo del loro capitano, che a 33 anni continua a essere il faro di una squadra che vuole crescere.
«Nel primo tempo, con il vento contro, era davvero difficile giocare - spiega Iemmello in sala stampa -. Loro venivano uomo su uomo, pressavano alti. L’unico modo per uscire era cercare Pittarello con le palle lunghe, ma lui faceva tanta fatica. Non buttavamo via la palla perché non volevamo giocare, semplicemente non c’erano spazi».
Iemmello torna più volte sul tema: «Il vento qui incide tantissimo: non è una questione di tattica o strategia, determina la partita. Negli anni passati spesso il Catanzaro ha contenuto nel primo tempo per poi uscire nella ripresa, proprio perché cambiava la direzione del vento. Anche gli avversari lo sanno: sanno che nella ripresa avranno il vento contro, e quindi nel primo tempo ti vengono addosso forte».
Poi aggiunge, con onestà: «Questo non deve essere un alibi. Non è che se c’è vento allora non si gioca: altrimenti non entreremmo nemmeno in campo. Forse avremmo potuto approcciare in maniera più cattiva, più consapevoli della difficoltà. Ma penso che la squadra abbia retto bene, soprattutto nel primo tempo, contro un avversario forte che in Serie B dà fastidio a tanti».
Al di là dell’analisi tecnica, le parole di Iemmello guardano al futuro con grande lucidità: «Sono contento per il gol - afferma -. Ho 33 anni e ogni anno mi rimetto in gioco. Però vorrei che il Catanzaro, dopo due semifinali playoff consecutive, abbia finalmente una squadra capace di andare oltre. Perché altrimenti diventa sempre faticoso rincorrere, rinnovare e ricostruire».
Non una critica, ma un messaggio: «Quest’anno ci sono tanti giocatori nuovi, molti giovani forti, ma per alzare l’asticella, dopo i due anni che abbiamo fatto, serve che tutti facciano un passo in più. Altrimenti ci ritroviamo sempre a rincorrere, tra pareggi, sconfitte e vittorie».
L’entusiasmo però non manca: «Quest’anno siamo partiti con tanta energia, molto più dell’anno scorso. Dodici mesi fa ci siamo amalgamati dopo due mesi, ora dobbiamo farlo prima. Lo staff è entrato molto bene, sta lavorando benissimo, ma serve ancora di più».
Il capitano sottolinea il peso della cornice di pubblico: «Oggi lo stadio era pieno, ed è stato bellissimo. Ma deve diventare una costante, non un’eccezione. Se vogliamo crescere davvero, questo entusiasmo deve accompagnarci sempre. Catanzaro deve abituarsi a vivere partite così».
Infine, un accenno al suo modo di interpretare il ruolo: «Oggi mi sono mosso un po’ dappertutto - racconta - perché loro chiudevano bene gli spazi, erano molto aggressivi soprattutto con la linea difensiva. Ho cercato di trovare gli spazi che lasciavano con le scalate. Penso che questa resti comunque la mia posizione giusta».
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