Coronavirus. Un patto sociale tra le associazioni di categoria per fronteggiare la crisi e dare voce ai corpi intermedi

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Coronavirus (Foto d'archivio)
  09 aprile 2020 13:44

“Quello che l’Italia e la Calabria stanno vivendo è uno dei periodi più difficili dal dopoguerra sul piano sociale, sanitario ed economico. Questo, ma non solo, ci spinge a ribadire comportamenti che consentano di evitare i contrasti e che siano invece generatori di coesione”.

E' quanto si legge in una nota congiunta a firma di Casartigiani Eugenio Blasi, Cia Calabria Nicodemo Podella, Cna Calabria Francesco Rosa, Coldiretti Calabria Franco Aceto, Confagricoltura Calabria Alberto Statti, Confapi Calabria Francesco Napoli, Confartigianato Calabria Roberto Matragrano, Confcommercio Calabria Klaus Algieri, Confesercenti Calabria Vincenzo Farina, Copagri Calabria Damiano Sorace e Uecoop Calabria Marcella Infusino:

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"Non solo, vogliamo ribadire alla Politica e alle Istituzioni che - si legge ancora -  è con noi che debbono interloquire, secondo il dettato della Costituzione repubblicana, quando sono chiamati a compiere scelte ed adottare decisioni che impattano sul mondo produttivo e del lavoro. È con questo spirito che le Associazioni Datoriali della Calabria hanno stipulato un patto sociale che permetta di dare una voce unica, pur nelle sane distinzioni dialettiche".

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"Un atto di responsabilità, - prosegue -  che mira a mettere da parte gli interessi dei singoli e a portare sui tavoli istituzionali e della politica gli interessi generali, con posizioni chiare, forti e condivise da tutti. Le parti, inoltre, con la firma del patto si impegnano a garantire tra di loro la massima collaborazione, anche deontologica, il rispetto reciproco e l’unità di intenti pur nella sana dialettica collaborativa. La nostra regione ha bisogno, più che mai in questo momento, di responsabilità evitando rivendicazioni o inutili discussioni, ma producendo solo atti concreti che facciano ripartire il territorio".

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"E proprio il richiamo alla deontologia e ai messaggi rivoluzionari nella loro semplicità, che consentano un cambio di passo per affrontare nodi presenti da tempo e che necessitano di essere sciolti per liberare le imprese, garantire l'occupazione e creare sviluppo.Non c’è più tempo da perdere, - conclude la nota -  ed è da una scuola di pensiero che bisogna partire se vogliamo evitare che, superata la fase di emergenza, si apra una crisi economica e sociale, che inevitabilmente avrà delle ripercussioni catastrofiche sulle nostre imprese e sui nostri lavoratori.


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