Debiti della sanità calabrese. I ministeri 'bocciano' la gestione stralcio: "Non si sa quanti sono. E' un compito del commissario"

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images Debiti della sanità calabrese. I ministeri 'bocciano' la gestione stralcio: "Non si sa quanti sono. E' un compito del commissario"

  21 settembre 2021 22:08

di GABRIELE RUBINO

In campagna elettorale uno dei pochi punti su cui praticamente tutti i partiti sembrano essere d'accordo è che con il nuovo presidente della Giunta regionale finirà l'ultradecennale stagione dei commissari governativi nominati da Roma. I fallimenti dei vari emissari dell'esecutivo, i tempi e il tipo di governo attuale (di 'emergenza' nazionale) hanno fatto maturare questo convincimento. Centrale resta però la questione della montagna dei debiti pregressi, accumulati anche dai delegati dell'esecutivo nazionale. Se non si risolve la questione che sia lo Stato o torni la Regione a gestire il servizio sanitario regionale non c'è margine di manovra per ripartire d'accapo e tentare di 'normalizzare' la lungodegenza calabrese.

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MEF E MINISTERO DELLA SALUTE NELLA RIUNIONE DEL 22 LUGLIO SCORSO: "GESTIONE STRALCIO PROPOSTA NON PERCORRIBILE"- Nel frattempo i ministeri (Mef e Salute) che vigilano sull'attuazione del Piano di rientro hanno 'bocciato' l'ipotesi avanzata dall'attuale commissario ad acta Guido Longo della cosiddetta 'gestione stralcio'. In pratica si trattava di tirare una linea su tutte le zavorre accumulate fino al 31 dicembre 2020 sgravando la gestione attuale. Ma il Tavolo di monitoraggio, per il momento, ha detto 'no'. E' quanto emerge chiaramente dal verbale della riunione avvenuta lo scorso 22 luglio. I funzionari ministeriali scrivono: "la proposta di una gestione stralcio per il debito pregresso non si ritiene percorribile". La proposta era stata formalmente avanzata da Longo in una relazione inviata lo scorso 24 maggio (e lasciava aperta la possibilità che si applicasse anche a singole aziende) con cui il prefetto alla guida della sanità calabrese sollecitava un intervento normativo. Proposito peraltro indicato in una delle poche uscite pubbliche di Longo (il Consiglio regionale al quale era stato invitato mesi addietro).

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NON QUANTIFICATA L'ENTITA' DEL DEBITO. E' UN COMPITO DEL COMMISSARIO- Nel verbale si fa riferimento alla cornice della situazione calabrese, e i ministeri precisano: "Al momento pertanto non è stata quantificata l’entità del debito pregresso, che è peraltro, come ricordato, un’attività in capo al Commissario. Pertanto - si legge ancora- ogni intervento che la struttura commissariale vorrà proporre dovrà di conseguenza essere valutato attentamente con riferimento ad una definitiva soluzione del problema che non può che passare attraverso il concreto rafforzamento della capacità amministrativa delle aziende sanitarie calabresi di adempiere alle proprie mansioni e di presidiare l’imponente contenzioso evitando che la situazione si ripresenti nel giro di poco tempo uguale a
quella che si vorrebbe stralciare attraverso l’ipotesi di una gestione liquidatoria". In sostanza, il compito spetta a Longo e una norma non avrebbe senso se non si sa a quanto ammonta il debito nel suo complesso. "Eventuali modifiche normative che potrebbero rendersi necessarie, dovranno essere valutate una volta definita la quantificazione del debito pregresso, segnalando evidentemente che ove le stesse dovessero comportare oneri per la finanza pubblica, occorrerebbe individuare - si legge in un altro passaggio- la conseguente copertura. Occorre poi attentamente valutare eventuali proposte normative che potrebbero generare effetti emulativi e ricadute in termini di finanza pubblica nel breve e nel lungo periodo, dopo un lavoro di risanamento dei conti del SSN che ha richiesto impegno pluriennale da parte di tutte le regioni, con particolare riferimento a quelle gravate da alti deficit strutturali che potrebbero riformarsi dal momento che le regioni sono ancora in fase di consolidamento dei risultati raggiunti da poco". Quest'ultimo passaggio lascia intendere come l'intervento finanziario a favore della Calabria sia piuttosto in salita. Se non ci sarà un accordo politico difficilmente ci sarà il lasciapassare della burocrazia romana.  

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LA NORMA NEL DECRETO CALABRIA 1 E CHE COTTICELLI PREFERI' NON UTILIZZARE- I funzionari ministeriali inoltre hanno ricordato come da un punto di vista strettamente normativo non ci sono molte pezze d'appoggio. Anzi, paradossalmente, nella versione del Decreto Calabria 1 esisteva una norma che consentiva di attivare la procedura del dissesto ai singoli enti con la successiva nomina di un commissario liquidatore. Tuttavia fu l'allora commissario ad acta Saverio Cotticelli a respingere le proposte di default avanzate dalle commissioni prefettizie all'epoca alla guida della Asp di Catanzaro e dell'Asp di Reggio Calabria. 

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