di IACOPO PARISI
Il Factory Area Festival ha inaugurato ieri la sua quinta edizione trasformando il Complesso Monumentale del San Giovanni in un laboratorio culturale e musicale a cielo aperto. L’evento, compartecipato dal Comune di Catanzaro e inserito nel cartellone della rassegna estiva EstArte, ha unito musica, arte e cultura, portando nuova linfa al centro storico e coinvolgendo soprattutto i più giovani, protagonisti di un’esperienza condivisa che ha reso il Complesso un luogo vivo e partecipato.
Il colpo d’occhio era chiaro: a popolare il complesso sono stati soprattutto giovani, segno tangibile di una rete generazionale che in città non è affatto scontata. È stata proprio questa partecipazione a dare corpo alle parole di uno dei fondatori del Festival, Felice Miceli, che in conferenza stampa aveva sottolineato come il San Giovanni non dovesse essere solo un contenitore, ma diventare contenuto esso stesso. E nella serata inaugurale l’obiettivo è stato centrato: il complesso si è trasformato in luogo vissuto, attraversato e reso vivo dall’energia del pubblico.
La serata ha vissuto anche un passaggio istituzionale significativo con la scopertura della targa FAI “Luogo del Cuore”. Un riconoscimento che ha consacrato il San Giovanni come patrimonio condiviso della città, rafforzandone il valore culturale e simbolico.
All’iniziativa hanno preso parte l’assessore alla cultura Donatella Monteverdi, l’assessore al turismo e marketing territoriale Vincenzo Costantino, la consigliera comunale Daniela Palaia, la presidente provinciale FAI Gloria Samà e il responsabile provinciale del progetto FAI Claudio Carallo.
All’interno delle gallerie si è aperta la mostra “Casasempreaperta”, curata da Lucrezia Caliani e Azzurra Serapide, che hanno dialogato insieme ad Antonio Spizzirri di Osservatoriomaree nel talk “Immaginare il paesaggio: arte, territorio e trasformazione sociale”.
Moderato da Azzurra Serapide, il confronto ha messo in luce il paesaggio non come fondale immobile, ma come spazio sociale in continua trasformazione, attraversato da memorie, conflitti e desideri. A partire da pratiche collettive e ricerche di lungo periodo, si è discusso del ruolo dell’arte contemporanea e delle organizzazioni indipendenti nella riscrittura dei territori, con il potenziale di generare nuove narrazioni e incidere sul paesaggio sociale ed ecologico.
Dopo i momenti istituzionali e culturali, la serata si è accesa anche sul piano musicale, con una line up capace di fondere talento locale e visioni internazionali.
Ad aprire la serata è stato Emporio, artista catanzarese che ha dato voce alla scena locale con un set fresco e coinvolgente. Subito dopo, Bais ha catturato il pubblico con un live dal respiro intimo e suggestivo, sospeso tra dolcezza vocale e atmosfere elettroniche.
La svolta arriva con Emmanuelle, che rompe gli argini dell’intimismo per trascinare la platea in un vortice di energia. L'artista italo-brasiliana ha travolto la terrazza con il suo stile cosmopolita e le sue contaminazioni globali, in un flusso che ha fatto ballare senza tregua il pubblico. Un’onda energetica che ha trovato continuità nell’esibizione di Camoufly, che ha portato sul palco la sua cifra stilistica inconfondibile: un intreccio di suoni elettronici scintillanti, linee melodiche delicate e drop capaci di esplodere improvvisamente, sorprendendo la platea. Il suo live è stato un continuo alternarsi di leggerezza e potenza, in grado di costruire un’atmosfera sospesa, quasi sognante, che a tratti si trasformava in pura euforia collettiva.
Il Factory Area Festival, nato da un gruppo di under 30 e cresciuto come esperienza culturale condivisa, ha dimostrato ancora una volta di saper generare legami e nuove visioni per la città. Questa sera, 21 agosto, la chiusura è affidata a Venerus, artista di punta della scena musicale italiana, insieme a Faccianuvola, Paola Pizzino, Londi, e ai dj set di Fabio Nirta e Roberto Vagliolise. Un finale che si preannuncia come un viaggio sonoro tra contaminazioni e sperimentazioni, pronto a suggellare due giornate in cui il Complesso Monumentale del San Giovanni non è stato soltanto cornice, ma vero contenuto della vita culturale di Catanzaro.
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