Franco Cimino: "Ilaria Salis, la ragazza italiana in catene in Ungheria, Paese dell'Europa..."

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images Franco Cimino: "Ilaria Salis, la ragazza italiana in catene in Ungheria, Paese dell'Europa..."
Franco Cimino
  31 gennaio 2024 20:51

di FRANCO CIMINO

Abbiamo dovuta vederla incatenata come il più maltrattato degli animali, per smuoverci tutti, sentire scuotere le nostre coscienze. E per sentire l’indignazione nella nostra umanità. Tutte cose che credevamo di aver perduto. E, diciamolo con sincerità, volevamo perdere. Ché già non sentivamo più, per assuefazione al male, il dolore dinnanzi alle tragiche immagini che ci arrivano dalla Striscia di Gaza, dopo la messa in ultima pagina quelle dell’Ucraina, mentre, nascoste da sempre,non abbiamo visto le scene drammatiche delle tante guerre dimenticate, quella in Siria in particolare. Non ci scandalizza più nulla di ciò che abbiamo già visto, civili massacrati, donne stuprate anche per oltraggio etnico, bambini uccisi o affamati, senza nulla addosso, né indumenti, né zaino con i libri di scuola, né pane e acqua lì dentro. Intere città polverizzate o i campi di grano interamente bombardati e minati, università e fabbriche distrutte totalmente, nulla di tutto questo ci scandalizza più. Il male ha compiuto per intero la sua opera, cancellare l’idea di bene, farsi spazio nella vita quotidiana, occupare quello della nostra cultura. Del nostro modo di vedere il mondo. Manca poco, solo un altro passo, e il male diventeremo noi, che sempre di più gli rassomiglieremo. Ci scandalizza, un poco e per poco, ciò che di esso non abbiamo ancora visto. Ieri, ci è arrivato, sbattuto in faccia, all’ora di pranzo e poi, ripetutamente, a quella di cena, uno scaldalo enorme. È Ilaria Salis, la giovane italiana, donna di trentanove anni, insegnante elementare da più di dieci, portata, incatenata alle mani e ai piedi, dopo una lunga detenzione (senza alcuna garanzia e tutela dei propri diritti)nell’aula di un processo nel quale deve difendersi dall’accusa di aver aggredito un agente di polizia durante una manifestazione per i diritti umani, di cui lei è una fervente attivista. Il Paese, che la tratta in questo modo orrendo, e l’Ungheria, lo Stato accolto, quale membro effettivo, nell’Unione Europea. Nell’Europa democratica, che si batte per la Giustizia e la Pace e che nella sua Costituzione ha come norma principale la Persona e la sua dignità. Per mesi il governo italiano sapeva di questa detenzione pesante gravata da accuse tanto deboli da sembrare infondate se non addirittura inventate. E per motivi, che è facile immaginare traggano forza da uno Stato, quello ungherese, che non sembra essere coerente con tutti i principi della Democrazia, almeno come noi la concepiamo pur tra contraddizioni non sottovalutabili. Per mesi non si è mosso. E non si dica che l’abbia fatto nelle segrete stanze della diplomazia, altrimenti si deve dare conto dell’ultimo accadimento. È un dolore grande, pertanto, aver visto quelle immagini, per le quali l’unico grido che sale dalle libere coscienze, è: orrore. Orrore e vergogna. L’Italia da ieri si è finalmente mossa, prima con la Farnesina e poi, in serata, con Palazzo Chigi. Convocato in mattinata il rappresentante d’affari( e l’ambasciatore?), in serata telefonata al capo di quel governo da parte del capo del nostro. Meloni e Orban, dicono le cronache, si sono lungamente sentiti. Stanno per arrivare le elezioni europee, è facile immaginare che tra non molto avremo la notizia bomba, quella che crea simpatia e consenso su chi l’ha prodotta. Arriverà per Ilaria, la concessione, in attesa della sentenza( ??!,) degli arresti domiciliari da scontare nella sua casa di Monza. Sarà un grande successo per il governo italiano. Succede. Ancora si fa così. Tuttavia, un certo scandalo, se si vuole almeno grave imbarazzo, l’hanno procurato in queste ore proprio tre uomini del nostro governo. I primi due per aver parlato, il terzo(la terza), per non aver parlato. Le parole anche quelle che si lanciano come pietre, inconsapevolmente, come fanno quei bambini che le anciano contro gli uccelli, sono pietre reali. Se colpiscono fanno male. Specialmente se “ voce del sèn fuggita”. Parimenti i silenzi, che colpiscono quanto le pietre, se essi sono voluta assenza di parole attese. Il silenzio è quello del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Le parole di Salvini:” se colpevole la Salis è incompatibile con l’insegnamento”. Un avvertimento tanto strano, detto con quel tono, da sembrare un licenziamento anticipato. Inserito, tra l’altro, in un contesto nel quale il passato della ragazza, di cui pure hanno parlato, e il suo lavoro, nulla hanno a che vedere con il trattamento disumano da lei subito da uno Stato considerato amico dal (e del ) nostro governo. L’altro ministro “ parlatore d’ogni occasione” è Lollobrigida. Sono brevi e secche le sue parole e dicono tutto ciò che chiunque potrebbe capire. Sono queste:” non ho visto il filmato.” Delle due l’una, o il ministro non segue i fatti che riguardano il nostro Paese, o non prova alcuna emozione o sentire politico dinanzi alla drammatica vicenda che ha visto una ragazza italiana in catene. C’è, poi, la terza dichiarazione, che, pur diversa dalle prime due, non inquieta meno. L’ha resa addirittura Tajani, il vicepresidente del Consiglio. È pure ministro degli Esteri mica degli affari regionali. “Orban con il fatto Salis, non c’entra”. E, poi, a seguire una lunga lezione sull’ordinamento democratico dell’Ungheria. Così tanto per dire, non per indicarne l’esempio, ricordo a me stesso che all’epoca del barbaro assassinio della povera Meredith Kercher , avvenuto a Perugia il

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primo novembre

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del 2007 a Perugia e per il quale furono condannati all’ergastolo dalla Corte d’Appello Raffaele Sollecito e Amanda Knox( poi assolti con sentenza definitiva), il governo degli Stati Uniti ha fatto una vera guerra diplomatica nei confronti del nostro Paese, lo Stato Democratico tra i più garantisti al mondo. Non aveva neppure letto le carte. E come avrebbe potuto contestarne il contenuto! Però, aveva protestato e richiesto la restituzione( quasi fosse un sequestro) della “loro ragazza”. Era una questione di principio, che quegli americani applicano in qualsiasi situazione in cui si trovano coinvolti i loro cittadini all’estero. Sono cittadini degli States, e vanno rispettati! Questo il loro messaggio chiaro. E adesso che al governo ci sono i partiti della Nazione, quelli che “la Patria viene prima di ogni cosa e gli italiani prima di tutto”, ci si muove appena. Spostandosi da un lato all’altro dello scontro politico, nel quale Ilaria, la maestra, sarà oggetto di scontro ideologico. E meno male che c’è qualcuno della destra che la incolpa di essere di sinistra. Che gli avversari del centrosinistra se la bevano tutta questa “ stigmatizzazione”. Io lo spero tanto, ché se da quelle parti scoprissero che la giovane Salis è anarchica…

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