Indro Montanelli è stato certamente uno dei più grandi se non il più grande tra i giornalisti italiani, con la sua complessità e il suo carattere.
Lo ha detto il presidente dell'ordine dei giornalisti della Calabria Giuseppe Soluri nella lectio magistralis tenuta al convegno organizzato da Nazione Futura al Gran Caffe Renzelli di Cosenza. Introducendo i lavori, il responsabile del circolo, Vincenzo Campanella, ha ricordato la grande storia di Montanelli. Dall'adesione al fascismo all'uscita dalla condanna a morte dei nazisti fino agli anni straordinari al Corriere della sera e alla fondazione de Il Giornale.
Vittorio Lombardi, docente universitario, ha tratteggiato il profilo politico di Montanelli. Un uomo di destra liberale - ha detto Lombardi - che andava sempre controcorrente. Giuseppe Soluri ha fatto una lunga analisi sul Montanelli giornalista. Un giornalista a tratti egocentrico - ha detto Soluri - che aveva una dote di sintesi straordinaria. Il suo coraggio - ha aggiunto Soluri - lo ha portato non solo a rivedere la sua adesione al fascismo ma anche a rifiutarsi di mettersi al servizio del suo editore. Perché - ha continuato Soluri - Montanelli non avrebbe detto no solo a Berlusconi ma a chiunque. Era un uomo complesso con una prosa e una lirica uniche nel panorama giornalistico.
L'incontro ha fatto registrare un dibattito partecipato con interventi di Arnaldo Golletti, Nini Scavelli, Fabrizio Falvo. Nazione Futura - ha detto Campanella - sul solco del lavoro di Francesco Giubilei vuole unire la memoria storica e l'identità alla attualità, rendendo la tradizione un concetto spendibile per ogni generazione
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