Gli incendi divorano la Calabria, Graziano chiede un “patto per la prevenzione” tra Regione e Stato

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Giuseppe Graziano

Graziano: "Ho dedicato la mia vita a combattere il fuoco nei boschi. Oggi serve uno sforzo straordinario: senza lo Stato, la Calabria è sola e perde"

  29 luglio 2025 17:01

«La Calabria brucia. Letteralmente. E bruciano con essa i suoi boschi, la sua biodiversità, le sue economie locali e, soprattutto, la speranza di chi ama e vive questa terra. A fronte di oltre 35.000 ettari andati in fumo solo fino a metà luglio – dati drammatici forniti da Legambiente – è tempo che lo Stato prenda coscienza di una realtà semplice: questa emergenza non può più essere gestita come una consuetudine estiva. Serve un piano straordinario, condiviso, urgente. Serve un nuovo patto per la prevenzione».

Lo scrive in una nota Giuseppe Graziano, Consigliere regionale e presidente di Azione Calabria, già operaio forestale, ufficiale del Corpo Forestale dello Stato e tecnico della Protezione Civile nazionale, con oltre quarant’anni di esperienza diretta nella prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi.

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«Parlo con cognizione di causa – sottolinea Graziano – perché questa è stata la mia vita professionale. Ed è proprio questa esperienza che mi porta oggi a lanciare un allarme e a chiedere un cambio di paradigma: non possiamo limitarci all’intervento in emergenza. La parola chiave è prevenzione. Una parola che oggi è quasi completamente assente nei nostri boschi, soprattutto quelli pubblici, che rappresentano il 35% del territorio forestale regionale. Ed è da lì che dobbiamo ripartire». «Due operazioni – aggiunge – sarebbero già sufficienti a ridurre drasticamente il rischio incendi: creazione di fasce antincendio e manutenzione costante dei boschi. Ma oggi, nel pubblico, queste attività sono scomparse. Il privato, invece, resta spesso imbrigliato in burocrazia e autorizzazioni. Così il fuoco trova terreno fertile e innesca disastri che avrebbero potuto essere evitati».

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Graziano prosegue analizzando il quadro attuale dell’antincendio in Calabria: «Rispetto a qualche anno fa, siamo sotto organico e sotto equipaggiamento. Oggi abbiamo in campo 500 operai forestali, 60 squadre AIB, 26 autobotti, 40 pick-up antincendio, 45 squadre di volontari, 4 elicotteri e 4 Canadair. È un numero che basta per l’ordinario. Ma il punto è che l’estate calabrese, tra temperature elevate anche di notte e vento costante, non è più ordinaria da tempo. È una lotta impari». «Basti pensare – ricorda – che in passato, solo in provincia di Cosenza, operavano oltre 80 squadre AIB, con turnazioni doppie, più di 100 postazioni di vedette attive h24, 30 autobotti e numerosi moduli di pronto intervento. Era un sistema efficace, capillare, costruito sul principio dell’avvistamento tempestivo e dell’intervento immediato. Perché quando si perde tempo, il fuoco vince».

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«La Regione Calabria – conclude il Presidente di Azione Calabria – sta facendo tutto il possibile, con il massimo impiego delle proprie risorse. Ma da sola non basta. Lo Stato non può lasciare le Regioni al proprio destino, soprattutto di fronte a eventi straordinari e ripetuti che hanno conseguenze dirette sul clima, sull’ambiente, sull’economia. Serve un grande piano nazionale per la prevenzione incendi, con investimenti straordinari e continui. I danni causati dal fuoco costano infinitamente di più degli interventi per evitarli. E la protezione della natura per l’uomo non ha prezzo».

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