Il centro antiviolenza Astarte di Catanzaro ammesso come parte civile in un processo per stalking

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Foto di archivio
  18 ottobre 2021 14:56

È stata ammessa la costituzione di parte civile dal Giudice dell’Udienza preliminare del Tribunale di Catanzaro del Centro Anti Violenza S.O.S.ASTARTE DONNA gestito dall’Associazione ASTARTE, nel procedimento di una Utente assistita dal CAV avverso due persone imputate del reato di Stalking.

Le ragioni che giustificano la costituzione di parte civile sono da rinvenire nel grave reato perpetrato nei confronti della persona offesa, vittima del reato di atti persecutori, che si è rivolta al Centro antiviolenza per ottenere supporto prontamente offerto dal Centro antiviolenza S.O.S ASTARTE DONNA, condotto dalla Dott.ssa Maria Grazia Muri che ne è Presidente e sull’aspetto legale dall’avv. Sonia Mirarchi, avvocato penale del Centro antiviolenza a cui l’associazione ha conferito procura speciale affinché la rappresenti e difenda in ogni stato e grado del predetto processo penale;

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Nel caso delle Associazioni a difesa delle donne e a contrasto della violenza di genere, l’interesse diffuso alla tutela dell’integrità della donna e alla salute della stessa sono insiti negli scopi perseguiti da tali Enti e nelle stesse ragioni della loro esistenza.

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La Cassazione afferma che: “le Associazioni che lavorano a contrasto della violenza di genere, ivi comprese quelle a carattere locale e non riconosciute, in quanto formazioni sociali nelle quali si svolge dinamicamente la personalità di ogni persona titolare di diritti inalienabili, possono costituirsi parte civile nel processo, tale atto ha una fortissima valenza in quanto riconosce che la violenza non rappresenta solo una lesione dei diritti della donna, e che non è solo un fatto privato, né tantomeno solo una “questione delle donne”  ma costituisce un profonda ferita per la società tutta che pone la necessità di un ripensamento della relazione uomo-donna come storicamente determinata”.

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Riconoscere ai Centri antiviolenza la legittimazione a stare in giudizio, quale parte danneggiata dai reati contestati al maltrattante significa veder riconosciuto all’Ente un “diritto soggettivo autonomo” leso dalla condotta dell’indagato\imputato e rappresentato da quei diritti e dalla battaglia per la loro tutela, posti fra gli scopi principali statutari.

Costituirsi parte civile nel processo penale vuol dire essere a fianco delle donne, al fine di ribadire che una donna stuprata, maltrattata lesa o uccisa ha un ricaduta oltre che nella sfera individuale anche in quella collettiva, detta lesione infatti tocca tutte le donne, in un’ottica di responsabilità dell’intera società.

Questo evento può considerarsi tassello importante nell’esperienza del CAV S.O.S. ASTARTE DONNA, e giunge a valorizzazione del lavoro svolto quotidianamente sul campo, contro un vergognoso fenomeno ancora tristemente protagonista di fatti di cronaca che affollano le prime pagine di giornaliÈ stata ammessa la costituzione di parte civile dal Giudice dell’Udienza preliminare del Tribunale di Catanzaro del Centro Anti Violenza S.O.S.ASTARTE DONNA gestito dall’Associazione ASTARTE, nel procedimento di una Utente assistita dal CAV avverso due persone imputate del reato di Stalking.

Le ragioni che giustificano la costituzione di parte civile sono da rinvenire nel grave reato perpetrato nei confronti della persona offesa, vittima del reato di atti persecutori, che si è rivolta al Centro antiviolenza per ottenere supporto prontamente offerto dal Centro antiviolenza S.O.S ASTARTE DONNA, condotto dalla Dott.ssa Maria Grazia Muri che ne è Presidente e sull’aspetto legale dall’avv. Sonia Mirarchi, avvocato penale del Centro antiviolenza a cui l’associazione ha conferito procura speciale affinché la rappresenti e difenda in ogni stato e grado del predetto processo penale;

Nel caso delle Associazioni a difesa delle donne e a contrasto della violenza di genere, l’interesse diffuso alla tutela dell’integrità della donna e alla salute della stessa sono insiti negli scopi perseguiti da tali Enti e nelle stesse ragioni della loro esistenza.

La Cassazione afferma che: “le Associazioni che lavorano a contrasto della violenza di genere, ivi comprese quelle a carattere locale e non riconosciute, in quanto formazioni sociali nelle quali si svolge dinamicamente la personalità di ogni persona titolare di diritti inalienabili, possono costituirsi parte civile nel processo, tale atto ha una fortissima valenza in quanto riconosce che la violenza non rappresenta solo una lesione dei diritti della donna, e che non è solo un fatto privato, né tantomeno solo una “questione delle donne”  ma costituisce un profonda ferita per la società tutta che pone la necessità di un ripensamento della relazione uomo-donna come storicamente determinata”.

Riconoscere ai Centri antiviolenza la legittimazione a stare in giudizio, quale parte danneggiata dai reati contestati al maltrattante significa veder riconosciuto all’Ente un “diritto soggettivo autonomo” leso dalla condotta dell’indagato\imputato e rappresentato da quei diritti e dalla battaglia per la loro tutela, posti fra gli scopi principali statutari.

Costituirsi parte civile nel processo penale vuol dire essere a fianco delle donne, al fine di ribadire che una donna stuprata, maltrattata lesa o uccisa ha un ricaduta oltre che nella sfera individuale anche in quella collettiva, detta lesione infatti tocca tutte le donne, in un’ottica di responsabilità dell’intera società.

Questo evento può considerarsi tassello importante nell’esperienza del CAV S.O.S. ASTARTE DONNA, e giunge a valorizzazione del lavoro svolto quotidianamente sul campo, contro un vergognoso fenomeno ancora tristemente protagonista di fatti di cronaca che affollano le prime pagine di giornali.

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