Il Decreto Calabria dopo le modifiche della Camera

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Camera dei Deputati
  09 giugno 2019 19:17

Unità di crisi, taglio dei bonus per i commissari straordinari e qualche aggiustamento temporale. È questo il nucleo delle modifiche approvate in prima lettura alla Camera al testo originario (leggi qui) del Decreto Calabria. Quantomeno nella parte più “regionale” del provvedimento, quindi fino ai primi dieci articoli. Poi all'interno del pacchetto "nazionale", all'articolo 11, è arrivato l'emendamento, che molto interessa la Calabria, che prevede il venir meno dell'automatismo del blocco automatico del turn over in caso di disavanzo superiore alle coperture fiscali. Il testo sarà presto sottoposto al vaglio del Senato.

RIDOTTI I COMPENSI DEI COMMISSARI E MODIFICATI ALCUNI TERMINI - I ritocchi sostanziali sono stati scolpiti nell’articolo 3, quello che regola la nomina e l’attività dei nuovi commissari chiamati a guidare le Asp e le aziende ospedaliere. Se la procedura di nomina (o l’intesa commissario ad acta con la Regione o direttamente decreto del ministro della Salute) rimane sostanzialmente inalterata pur essendo stata inserita la necessità di raggiungere l’intesa con il rettore dell’Università per le aziende ospedaliero universitarie, prima non contemplata. In Calabria è il caso della Mater Domini di Catanzaro. Il comma 5 era quello dei compensi. Il testo originario, oltre alla retribuzione lorda regionale (da 124 mila euro), attribuiva ai nuovi manager un’indennità aggiuntiva di 50 mila euro al mese e di 20 mila euro a titolo di rimborso spese se provenienti da fuori regione. Il rimborso è stato eliminato, mentre il bonus vincolato al buon esito della verifica periodica operata dal commissario ad acta. Poi c’è stato un valzer su alcuni termini. Prima la verifica sui nuovi vertici degli enti del SSR era effettuata ogni sei mesi, la Camera ha allungato il periodo fino a 9. Poiché il Decreto Calabria resterà in vigore un anno e mezzo, sostanzialmente ci sarà un’unica valutazione a metà mandato. Si inverte invece il lasso temporale previsto per l’adozione degli atti aziendali. Non più nove, bensì sei mesi.

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GLI ISPETTORI DEL MINISTERO Restando all’articolo 3, è stato introdotto il comma 6 bis che disciplina l’attività dell’Unità di crisi. Una pattuglia di ispettori, composta da dirigenti del Mef ed altri cinque esperti, che entro un mese dalla conversione in legge del decreto scorazzeranno per le Asp e le aziende calabresi per fare il punto della situazione principalmente sullo stato di erogazione dei servizi. Di tali risultanze si dovrà tener conto al momento della redazione dei nuovi atti aziendali. La parte dei dirigenti si chiude con una clausola estensiva nel reperimento dei direttori amministrativi e sanitari: se nessuno risponde alla manifestazione di interesse potrà pescarsi altresì al di fuori degli elenchi regionali.

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SUGLI APPALTI MINORI PER ORA VALGONO LE VECCHIE NORME Per evitare “sforamenti” su altri compensi previsti dal Decreto Calabria viene posta un’asticella massima a quelli che potrà percepire il commissario liquidatore nel caso in cui, come all’Asp di Reggio Calabria, venga disposto l’avvio della gestione straordinaria dell’ente scindendo l’attività corrente dalla massa debitoria al 31 dicembre 2018. L’articolo 6, quello che regola l’accentramento degli appalti della sanità calabrese, onde evitare, nella fase di transizione normativa, la paralisi delle gare con importi al di sotto delle soglie di rilevanza comunitaria si è visto aggiungere un emendamento che consentiva il mantenimento delle norme e delle procedure vigenti fintantoché non venga stipulato il protocollo d’intesa fra commissario ad acta e Anac.

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NIENTE BLOCCO DEL TURN OVER AUTOMATICO IN CASO DI DISAVANZO  L'emendamento più importante è tuttavia quello che ha introdotto il comma 4 ter all'articolo 11. La norma modifica la precedente disciplina nazionale facendo venir meno l'automatismo del blocco del turn over quando una Regione, al tavolo di verifica interministeriale, presenta un disavanzo superiore alle coperture fiscali. La misura generale calza a pennello alla Calabria che nell'ultima riunione di verifica a Roma del 4 aprile scorso aveva presentato un deficit di 168,9 milioni di euro, ben oltre il suo ombrello fiscale di circa 100 milioni.

g.r.

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