Il reato di "omicidio sul lavoro": Potere al Popolo e Usb a sostegno della proposta di legge

Share on Facebook
Share on Twitter
Share on whatsapp
images Il reato di "omicidio sul lavoro": Potere al Popolo e Usb a sostegno della proposta di legge

  17 gennaio 2024 22:32

di FRANCESCO IULIANO

Quattrocentotrentamila  denunce di infortunio sul lavoro nel 2023, 761 delle quali con esito mortale. In aumento anche le patologie di origine professionale denunciate che sono state più di 53 mila.

Banner

Sono dati agghiaccianti quelli comunicati in occasione dell’assemblea pubblica  dal titolo 'Fermiamo le stragi sul lavoro', promossa da Potere al Popolo - Unione Popolare, alla quale hanno partecipato il portavoce nazionale di Potere al Popolo, Giuliano Granato, l’esponente dell’esecutivo nazionale Usb Guido Lutrario, il rappresentante regionale Usb,  Peppe Marra e Rita Militi per la sezione catanzarese di Potere al Popolo. In collegamento web anche  Alberto Orlandi, il compagno di Luana D' Orazio, la giovane operaia di 22 anni uccisa il 3 maggio del 2021, in una ditta nel pratese, a causa della mancanza dei dispositivi di sicurezza di un orditoio a cui erano stati tolti.

Banner

Un’iniziativa pubblica ospitata nella sala Concerti di Palazzo De Nobili con l’obiettivo di promuovere  l’introduzione del reato di omicidio e lesioni gravi o gravissime sul lavoro. Una legge di iniziativa popolare, promossa da Usb, da Rete Iside e sostenuta da Potere al Popolo, per la quale da mesi, l’Unione sindacale di base, sta raccogliendo le firme che costringerebbero il Parlamento ad affrontare il tema.

Banner

“Intanto - ha commentato Guido Lutrario - un grido d'allarme perché i morti aumentano e contiamo centinaia di migliaia di lesioni gravi. Un posto di lavoro diventato un posto a rischio in molti settori e dove le aziende ed i datori di lavoro sanno di poterla fare franca, anche di fronte ad episodi in cui è conclamata una chiara responsabilità. L'introduzione di questo reato di omicidio sul lavoro e di lesioni gravi - ha aggiunto - riteniamo costituisca intanto un fattore deterrente. Viviamo in un Paese in cui vige la legge  del mercato e del profitto e quindi le aziende risparmiano sistematicamente sulla salute dei lavoratori. Questa, purtroppo è una condizione che è andata aumentando nel tempo ma man mano che ai lavoratori venivano meno strumenti di tutela dei propri diritti di difesa collettiva, compresa anche la difesa degli dei Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza che non sempre vengono eletti o nominati sul posto di lavoro ma che, nel momento in cui provano a svolgere la loro funzione, rischiano di essere sanzionati”.

Dal portavoce nazionale di Potere al Popolo, Giuliano Granato, è arrivato il sostegno all’iniziativa popolare. “ Della legge di iniziativa popolare che è promossa da unione sindacale di base che noi come potere al popolo non è popolare La sosteniamo perché in questo Paese c'è una piaga che conta tre morti al giorno ammazzati sul lavoro. Tre lavoratori o lavoratrici che escono la mattina da casa e non vi fanno più rientro. Sono anni che si va avanti così con morti come in una guerra. Il problema è che la classe dirigente, la classe politica tutta, di destra, di centro e di sinistra, non ha mai fatto nulla per fermare questo dramma. Non c'è una legge che preveda il reato di omicidio sul lavoro e noi, con questa iniziativa popolare che promuoviamo, cerchiamo di fare in modo che il Parlamento finalmente approvi una norma che preveda questo reato”.

Sul tema dei controlli, Giuliano Granato ha denunciato come negli anni, l’Ispettorato del lavoro, sia stato sostanzialmente distrutto. “E’ stato depauperato di tutte le sue risorse economiche e lavorative per cui ci sono molti meno ispettori di quelli che servirebbero”.

Ed un richiamo è arrivato anche per quella che, nel tempo, è stata considerata  l’inerzia delle organizzazioni sindacali in materia di tutela dei lavoratori. “ogni volta che c'è un morto sul lavoro o meglio, ogni volta che è un morto sul lavoro viene comunicato sulla stampa, ci sono sempre le azioni di circostanza sia da parte della politiche che dei sindacalisti. Azioni che lasciano il tempo che trovano. Lacrime di coccodrillo”. 

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner