'Il sistema economico circolare cambierà la nostra vita'. Le valutazioni dell’economista calabrese Walter Frangipane

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Walter Frangipane
  20 marzo 2021 00:19

di WALTER FRANGIPANE*

Il Parlamento Europeo in una risoluzione nel febbraio di quest’anno ha adottato, in sessione plenaria, il Piano d’azione per la “Circular Economy” (Economia Circolare) della Commissione Europea del marzo 2020, poi discusso nella Commissione per l’ambiente in una riunione definita “the first Action Plan’s milestone” (la prima pietra miliare del Piano d’Azione), per realizzare un’economia a emissioni zero, sostenibile, priva di sostanze tossiche e completamente circolare entro il 2050. Nella risoluzione, gli europarlamentari (574 a favore, 22 contrari e 95 astensioni) hanno sottolineano che l’attuale “Linear Economy” (Economia Lineare) del “take-make-dispose” (prendi-fai-smaltisci) deve essere trasformata in un’economia veramente circolare, basata su una serie di principi chiave. Ma cosa differenzia la “Circular Economy” (Economia Circolare) dalla “Linear Economy” (Economia Lineare)? Semplice. Nell’attuale “Linear Economy”, la produzione di un bene diviene nella maggior parte dei casi un rifiuto, uno scarto; nella “Circular Economy” si tenterà di eliminare lo scarto riutilizzandolo nell’eco-sistema del processo produttivo. 

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L’Euro Parlamento ha sollecitato, pertanto, la Commissione Europea a fissare obiettivi vincolanti per il 2030 per l’uso dei materiali e l’impronta di consumo di tutti i prodotti immessi sul mercato dell’E.U. (Unione Europea). Ha chiesto, inoltre, all’esecutivo dell’E.U. di introdurre standard specifici per prodotto per i materiali riciclati da incorporare nei nuovi prodotti immessi sul mercato dell’E.U. “If we continue to use all these natural resources at this speed by 2050, we won’t need one planet, we’ll need three”. “Se continuiamo a utilizzare tutte queste risorse naturali a questa velocità entro il 2050, non avremo bisogno di un pianeta, ma ne avremo bisogno di tre”, ha detto Jan Huitema, Eurodeputato olandese, Autore del Rapporto del Parlamento; ed ha aggiunto: “It’s much better to make sure that the waste we would otherwise burn or dump, that we use it as a valuable raw material to make new products”. “È molto meglio assicurarsi che i rifiuti, che altrimenti bruceremmo o scaricheremmo, li usassimo come preziosa materia prima per realizzare nuovi prodotti”. 

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La mozione del Parlamento arriva in risposta al Piano d’Azione per la “Circular Economy”. Ed infatti la Commissione ha già pubblicato il nuovo “Circular Economy Action Plan C.E.AP.” (Piano d’Azione per l’Economia Circolare) a sostegno del “Green Deal” (Patto Verde) europeo proposto dalla Commissione stessa l’11 marzo 2020. Esso si inserisce in un elenco preminente di documenti strategici dell’Unione Europea con un forte impatto sulla standardizzazione (conformare a degli standard), come la nuova  Strategia sulla Biodiversità, la Strategia “Farm to Fork” (letteralmente dall’inglese: dalla Fattoria alla forchetta in tavola), la Strategia Industriale, la Strategia per la Sostenibilità dei prodotti chimici e l’Iniziativa per i Prodotti sostenibili: tutto questo e non solo per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, per preservare il nostro ambiente naturale e per rafforzare la competitività europea.  

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Sebbene in questa fase non contenga proposte legislative rigide, l’«Action Plan» (il Piano d’Azione) della Commissione delinea già le misure future che l’esecutivo dell’E.U. adotterà per ridurre i rifiuti e l’uso delle risorse in settori come i tessili, gli edifici e le apparecchiature elettroniche, che finora non sono stati affrontati a livello dell’E.U.

Il Vice Presidente della Commissione Responsabile della supervisione del “Green Deal” (Patto Verde) europeo, l’olandese Frans Timmermans, ha affermato che l’Economia europea è attualmente purtroppo per lo più lineare (cioè senza re-immissione degli scarti nei processi produttivi) perché solo il 12% dei materiali riciclati vengono reintrodotti nell’economia, molti addirittura si rompono, sono anche realizzati per uso singolo etc. e quindi bisogna responsabilizzare i consumatori a fare scelte sostenibili. Il lituano Virginijus Sinkevicius, Commissario Europeo per l’Ambiente, ha aggiunto che il nuovo “Action Plan” (Piano d’Azione) renderà la circolarità “the mainstream” (equipollente a «il modo principale per vivere la nostra vita») e accelererà la transizione verde della nostra economia. Inoltre il Piano si concentrerà sui settori che utilizzano la maggior parte delle risorse e in cui il potenziale di circolarità è elevato, come l’Elettronica e le I.C.T. “Information, Communications and Technology” (cioè le Tecnologie delle Comunicazioni e dell’Informatica).

Questo nuovo “Circular Economy Action Plan (C.E.A.P.)” «Piano d’Azione per l’Economia Circolare» avrà un impatto sulla maggior parte, se non su tutte, le imprese in Europa. La necessità di un monitoraggio costante e sistematico della legislazione in arrivo è ora maggiore di quanto non sia mai stata per le aziende per intraprendere al meglio questa transizione, senza compromettere la loro redditività. In questo contesto, è stato istituito “The Circular Economy Topic Group (CE-TG)” cioè «il Gruppo Tematico dell’Economia Circolare» dello “Strategic Advisory Body on Environment (S.A.B.E.)”  cioè «dell’Organo Consultivo Strategico per l’Ambiente». Occorre precisare che il S.A.B.E. (ovvero l’Organo Consultivo) è stato istituito per fornire una risposta più rapida e coordinata alle esigenze di standardizzazione orizzontale e intersettoriale relative alle iniziative europee inerenti la “Circular Economy”. Il S.A.B.E. CE-TG si concentra sull’identificazione e la discussione di questioni e esigenze di standardizzazione strategica relative all’economia circolare e operano all’interno e in sinergia con il C.E.N.E.L.E.C. e il C.E.N.

Il C.E.N.E.L.E.C. - acronimo francese di “Comité Européen de Normalisation en Électronique et en Électrotechnique” (Comitato europeo per la Standardizzazione in Elettronica ed Ingegneria Elettrica) si occupa della normazione e della standardizzazione dell’area elettrica ed elettronica. Il C.E.N. - acronimo francese di “Comité Européen de Normalisation” (Comitato Europeo di Normalizzazione) ha lo scopo di armonizzare ed emanare norme tecniche europee per gli enti del settore nazionali e sovranazionali. Ambedue i Comitati hanno sede legale a Bruxelles: ecco perché hanno denominazioni e regolamenti in lingua francese. 

Al di là delle strutture europee collocate in maniera lineare e verticale, i cui meccanismi di funzionamento e le loro specifiche funzioni non sono poi così tanto semplici sotto il profilo economico-tecnico e forse neanche tanto conosciuti dal grande pubblico, è bene dare una scorsa ai settori interessati dal C.E.A.P. “Circular Economy Action Plan” (Piano d’Azione dell’Economia Circolare), per avere anche se in maniera sommaria un quadro un po’ completo ed il significato di quanto ci aspetta in avvenire, sopra tutto alle future generazioni. Si tratta dei settori interessati dal C.E.A.P. (Piano d’Azione dell’Economia Circolare) che avrà, peraltro, una serie di importanti nuovi regolamenti, attualmente “in cantiere” che comprendono già le direttive esistenti ma includeranno obiettivi e azioni “più rigorosi”.
Ma andiamo ad attingere dal C.E.A.P. integrale in inglese (Piano d’Azione dell’Economia Circolare) pubblicato a Bruxelles.

PUNTO 1 “ELETTRONICA E TECNOLOGIA DELL’INGEGNERIA INFORMATICA” (Electronics and I.C.T. Information, Communications and Technology).

Tale iniziativa intende promuovere una maggiore durata dei prodotti e includere, tra le altre, le misure regolamentari per l’elettronica, inclusi telefoni cellulari, tablet e i laptop (cioè i PC portatili), in base alla direttiva sulla progettazione ecocompatibile in modo che i dispositivi siano progettati per l’efficienza energetica e la durata, la riparabilità, l’aggiornabilità, la manutenzione, il riutilizzo e il riciclaggio, introduzione di carica batterie comuni, miglioramento dei cavi, diritto ad aggiornare il software obsoleto; riesame delle norme dell’E.U. per le restrizioni delle sostanze pericolose nei dispositivi elettrici ed elettronici, trattamento dei rifiuti etc.

PUNTO 2 “BATTERIE E VEICOLI” (Batteries and Vehicles).

Le batterie e i veicoli sostenibili sono alla base della mobilità del futuro. Progredire rapidamente sul miglioramento della sostenibilità della catena del valore delle batterie emergenti per la mobilità elettrica; aumentare il potenziale circolare di tutte le batterie, eliminare progressivamente l’uso delle batterie non ricaricabili, creare batterie alternative, garantire requisiti di sostenibilità e trasparenza per le batterie che tengano conto dell’impronta di carbonio nella produzione delle batterie, approvvigionamento etico di materie prime e sicurezza dell’approvvigionamento; facilitare il riutilizzo e il riciclaggio. Utilizzare trasporti alternativi e combustibili sostenibili, ottimizzare le infrastrutture e l’uso dei veicoli, aumentando i tassi di occupazione ed eliminando gli sprechi e l’inquinamento.

PUNTO 3 “IMBALLAGGI” (Packagings).

La quantità di materiali utilizzati per l’imballaggio è in continua crescita; occorre garantire che tutti gli imballaggi sul mercato dell’E.U. siano riutilizzabili o riciclabili in modo economicamente sostenibile con obbligatorietà di alcuni requisiti essenziali per l’imballaggio, fissando obiettivi e altri rifiuti e misure di prevenzione; progettazione per il riutilizzo e la riciclabilità degli imballaggi, uso di alcuni materiali di imballaggio per determinate applicazioni, norme per il riciclaggio sicuro dei materiali a contatto con gli alimenti delle materie plastiche diverse dal PET.

La Commissione inoltre monitorerà e sosterrà rigorosamente l’attuazione dei requisiti del bere con la “Direttiva sull’Acqua” per rendere l’acqua potabile del rubinetto accessibile nei luoghi pubblici, il che ridurrà la dipendenza da acqua in bottiglia per prevenire gli sprechi di imballaggio.

PUNTO 4 “PLASTICHE” (Plastics).

La strategia dell’E.U. per la plastica nella “Circular Economy” ha avviato una serie completa di iniziative per rispondere a una sfida che preoccupa seriamente il pubblico. Tuttavia, ci si aspettano delle misure per affrontare le sfide di sostenibilità volte a fronteggiare l’inquinamento da plastiche a livello globale. A tale scopo è stata istituita la Circular Plastics Alliance (Alleanza per le Plastiche Circolari, cioè riciclabili) costituita su base volontaria da oltre 100 soggetti (fra società, piccole e medie imprese, istituti di ricerca etc.), che collaborerà con l’E.U. con l’obiettivo di riuscire a utilizzare annualmente fino a 10 milioni di tonnellate di plastica riciclata per produrre nuovi prodotti. Fra le tante innovazioni ci sarà anche uno studio per lo sviluppo e l’armonizzazione dei metodi per misurare il rilascio involontario di microplastiche, in particolare da pneumatici e tessuti, e fornire dati armonizzati sulle microplastiche, sulle concentrazioni nell’acqua di mare, nelle lagune, nei fiumi; si valuterà, inoltre, il rischio della presenza di microplastiche nell’ambiente, nell’acqua potabile e negli alimenti.

PUNTO 5 “TESSILI” (Textiles).

Dopo il cibo, che vedremo più avanti, i tessuti fanno parte di una categoria a più alta pressione di materie prime primarie e di acqua. Attualmente si stima che meno dell’1% dei tutti i tessuti di tutto il mondo vengano riciclati in nuovi tessuti. Le Piccole e Medie Imprese sono sembrate riprendersi in questi ultimi anni, a parte il fermo a causa dell’emergenza COVID, dopo lunghi processi di ristrutturazione, però il 60% in valore dell’abbigliamento che circola in Europa è prodotto fuori dall’Europa, in particolare nei Paesi orientali.

Tuttavia la Commissione Europea, riconoscendo il diffuso impatto ambientale dell’industria tessile, vuole adottare una strategia globale per i tessili, basata sul contributo dei produttori e dei consumatori. La strategia mira a rafforzare la competitività e l’innovazione nel settore, stimolando il mercato per i tessili sostenibili e circolari, cioè con il riutilizzo del tessile. Ma nel contempo la Commissione vuole affrontare anche la “fast fashion” (dall’inglese “moda veloce”) che significa il passaggio veloce dalle passerelle al mercato “low cost” «a basso costo», il che comporta così com’è attualmente prodotti di bassa qualità, con materiali scadenti nonché inquinanti e, a monte, lavoratori sottopagati e assenza di norme di sicurezza.

PUNTO 6 “EDILIZIA E COSTRUZIONI” (Construction and buildings)

L’ambiente costruito ha un impatto significativo su molti settori dell’economia, sui posti di lavoro locali e sulla qualità della vita. Questo richiede grandi quantità di risorse e rappresenta circa il 50% del totale materiale estratto. Il settore delle costruzioni è responsabile di oltre il 35% del totale dell’E.U. della produzione di rifiuti, delle emissioni di gas serra, dall’estrazione di materiali, alla produzione di prodotti da costruzione, alla costruzione e alla ristrutturazione di edifici. Per sfruttare il potenziale e per aumentare l’efficienza dei materiali e ridurre gli impatti climatici, la Commissione lancerà una nuova strategia globale per un ambiente costruito sostenibile. Questa strategia garantirà coerenza tra le aree politiche pertinenti come il clima, l’energia e l’efficienza delle risorse, la gestione di rifiuti da costruzione e da demolizione, accessibilità, digitalizzazione e competenze. Promuoverà i principi di circolarità e affronterà il rendimento di sostenibilità dei prodotti da costruzione nel contesto della revisione del Regolamento sui prodotti da costruzione, inclusa la possibile introduzione di contenuto riciclato. Stabilirà i requisiti per determinati prodotti da costruzione, tenendo conto della loro sicurezza e funzionalità; promuoverà iniziative per ridurre l’impermeabilizzazione del suolo, riabiliterà aree dismesse, abbandonate o contaminate e aumenterà l’uso sicuro, sostenibile e circolare dei terreni scavati. Inoltre richiederà maggiori aspettative di vita dei patrimoni immobiliari. 

PUNTO 7 “CIBO, ACQUA E SOSTANZE NUTRITIVE” (Food, water and nutrients).

La “Circular Economy” può ridurre in modo significativo gli impatti negativi dell’estrazione di risorse da utilizzare sull’ambiente e contribuire a ripristinare la biodiversità e il capitale naturale in Europa. Le risorse biologiche sono un input fondamentale per l’economia dell’E.U. e giocheranno ancora di più un ruolo importante in futuro. La Commissione mirerà a garantire la sostenibilità delle energie rinnovabili, i materiali a base biologica, anche attraverso azioni che seguono la strategia e l’azione per la bioeconomia. La Commissione affronterà in modo completo la catena del valore alimentare e della sua distribuzione, come azione chiave nell’ambito della futura strategia dal settore agricolo alla forchetta (Farm to Fork). La Commissione faciliterà, inoltre, il riutilizzo e l’efficienza dell’acqua, anche nei processi industriali e svilupperà un piano integrato di gestione dei nutrienti, al fine di garantire applicazione più sostenibile dei nutrienti e stimolerà i mercati per i nutrienti recuperati.

“ALTRE MISURE TRASVERSALI” (Other Crosscutting Measures).

Infine, saranno attuate anche alcune misure trasversali che riguardano tutti i settori. Lo scopo di queste misure è integrare sostenibilità e circolarità nell’intera economia europea. Oltre agli incentivi per iniziative guidate alle imprese per sviluppare la contabilità ambientale e integrare la sostenibilità nelle strategie aziendali, sono previste anche misure normative come la revisione della direttiva sull’informativa non finanziaria insieme a misure aggiuntive volte a inasprire i requisiti per il finanziamento pubblico, aggiungendo circolarità e criteri di sostenibilità per l’ottenimento dei fondi.

*Economista

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