La nascita del Partito Comunista Italiano raccontata da Peppino Bisantis

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Peppino Bisantis
  11 febbraio 2021 17:59

di PEPPINO BISANTIS

“Il 1919 comincia male" scrive George Roux nel suo volume Benito Mussolini. L'Italia è uscita dalla Guerra profondamente ferita. Il popolo è preso dallo scoraggiamento e dal rancore. Per eccitarlo ecco intervenire un elemento nuovo, la rivoluzione russa, che ha portato la creazione in Italia del partito comunista, il quale non perde l'occasione di profittare del disagio delle masse operaie per spingere la propria propaganda. I suoi attivisti percorrono le città e le campagne. Taluni “fanno la posta alle stazioni e accolgono i soldati congedati, dicendo loro ch'erano stati sfruttati dai mercanti di cannoni. Frattanto i socialisti si sono alleati con i comunisti”. E' sempre George Roux che parla “la loro unione getta la Penisola in un periodo di agitazione continua che tenderà ad amplificarsi.  La politica interna dell'Italia sarà la cronaca dei suoi scioperi, delle sue sommosse, dei suoi tumulti. I “Rossi” come vengono chiamati, nelle pubbliche vie strappano agli ufficiali i galloni e le loro decorazioni. Assediano le caserme della polizia e dei carabinieri: quando vi riescono le incendiano. L'esercito offeso per le ingiurie di cui lo si gratifica; l preti minacciati nella loro stessa vita. I contadini dapprima soddisfatti per qualche frettolosa spartizione di terre, si preoccupano per l'agitazione generale e continua. “La Nazione -  ancora Roux che parla -scoraggiata e inquieta volge la propria attenzione al piccolo raggruppamento organizzato attorno a Mussolini...E come tutti sappiamo, è nata una guerra  fratricida...”                                                                                                                                                 

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1921  Nasce a Livorno il P.C.I. 2021 compie i suoi primi 100 anni. Tra i più noti personaggi che ne han fatto la storia vi è  Palmiro Togliatti  "migliore" Quale eroica impresa o atti umanitari ha compiuto per meritare questo appellativo? Nel suo volume " Uscita di Sicurezza " Ignazio Silone, uomo ombra di Togliatti ci racconta le "verita' nascoste"                                                                                                                                                           Ignazio Silone scrive: “Il 1921 e il 1927 ebbi varie occasioni di recarmi a Mosca per partecipare quale membro di delegazioni comuniste italiane, a congressi e riunioni, ciò che mi colpì nei comunisti russi nelle personalità veramente eccezionali come Marx Lenin e Trotzk, era l'assoluta incapacità di discutere lealmente le opinioni contrarie alle proprie. Il dissenziente per il semplice fatto che osava contraddire, era senz'altro un opportunista, se non un traditore e un venduto. Quant'era difficile, non dico trovarsi d'accordo ma almeno capirsi dialogare su ciò che la libertà significa per un uomo dell'Occidente, anche operaio. Ricordo di aver cercato un giorno, durante varie ore, di spiegarlo ad una dirigente della casa editrice dello stato, perchè almeno si vergognasse dell'atmosfera d'intimidazione e di avvilimento cui erano sottoposti gli scrittori sovietici. Ella non capiva ciò che io volessi dire. La libertà, dovetti esemplificare è la possibilità di dubitare,  di sbagliare, la possibilità di cercare, di esperimentare di dire no a una qualsiasi autorità, letteraria, artistica filosofica religiosa sociale, e anche politica. “Ma questa” mormorò inorridita l'eminente funzionaria della vita culturale sovietica “Questa è la controrivoluzione. Noi siamo felici di non avere la vostra libertà, in cambio abbiamo i sanatori”.

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E che amara delusione quando col passare degli anni a mano a mano che il nuovo regime si rafforzava, che la sua economia progrediva e gli attacchi armati all'interno cessarono, venne a mancare la democratizzazione politica promessa agli inizi e, al contrario la dittatura accentuò il suo carattere repressivo. “Non ho mai fatto parte – prosegue Silone - dell'internazionale Comunista, ma potei seguire la rapida corruzione osservando l'evoluzione di qualche mio conoscente che vi apparteneva, di questi, veramente esemplare era il francese Jacques Doriot per la sua docilità e bonomia venne scelto per l'apparato Internazionale. Egli corrispose pienamente all'attesa. D'anno in anno egli divenne un autorità tra i Funzionari del Comunismo  Internazionale. Ogni volta che avevo l'occasione di rivederlo, lo trovavo cambiato in peggio, cinico, privo di scrupoli. Se potessi vincere una ripugnanza, suppongo ben comprensibile, di scrivere una Biografia di Jaques Doriot, svolgerei questo tema “Come si possa, militando nel Movimento Comunista diventare Fascista”. Servirsi degli oppressi come di sgabello per il potere e poi tradirli è indubbiamente il più iniquo dei sacrilegi. Si, Togliatti fu uno degli strumenti più  docili del terrore moscovita, il complice dei Rakosi, e dei Gerò nei misfatti più gravi a Mosca e in Spagna, corresponsabile della liquidazione di Bela Kun, di Remmele e del Comitato Centrale del Partito Comunista Polacco. Egli fece, insomma tutto il possibile per farsi perdonare da Stalin il precedente bukarinismo e vi riuscì brillantemente. Togliatti sa essere cinico crudele spietato, particolarmente contro gli intellettuali che non si lasciano addomesticare. Seguirono per me giornate di cupo scoraggiamento. Era quella la vera faccia del comunismo? I lavoratori che rischiavano la loro vita, quelli che agonizzavano nelle carceri, erano al servizio di un simile ideale? Sullo sfondo dei mostruosi processi di Mosca. Nei confronti degli insorti ungheresi, Togliatti è stato di una volgarità e di una insolenza che la lingua italiana non aveva più conosciute dalla caduta del fascismo. Vale la pena di ricordare un aspetto della ambiguità ideologica di Togliatti ottenendo da Mosca la licenza in culto di Gramsci limitato alla Penisola ( e ne è stato largamente ricompensato dall'adesione al P.C.I. di numerosi giovani intellettuali liberali allievi di Croce) la Triade autarchica delle scuole del P.C.I. è appunto formata da Marx. Lenin e Gramsci che si raccomanda di portare alla estinzione del Cristianesimo e alla sua sostituzione con la filosofia della prassi”.

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 Il partito comunista italiano ieri e il Pd oggi ha attuato e sta attuando tale strategia e ci stanno riuscendo, grazie a sedicenti politici cattolici, quali l'On. Antonio Viscomi che ha dismesso il Vangelo per propagandare il "Capitale" di Marx. L'errore non era nelle speranze dei fautori dell'emancipazione sociale, ma nella credenza che esse potessero attuarsi come un semplice prodotto di mutamenti nell'economia e nello Stato. L'esperienza ha riconfermato che i rapporti tra la libertà e moralità dell'uomo e i fattori eventi esterni che la possono condizionare. Togliatti riproponeva una circuizione Leninista della Democrazia borghese. Cioè una democrazia come un transitorio rapporto di forza proiettato verso il socialismo. Il Partito è il vero protagonista. La democrazia così intesa è un valore che può anche essere negato dopo l'uso. Sui fatti di Poznan, la CGIL assunse una posizione molto critica in linea con quella dei socialisti. La CGIL di forte osservanza comunista e sovietica.

Di Vittorio fece una dichiarazione a nome della segreteria di stretta solidarietà con gli operai polacchi: “Hanno ragione”, su queste cose il mio amico Lama ha commentato che non si può dire automaticamente che gli operai hanno ragione. Gli operai possono avere anche torto. Per questa sua dichiarazione Togliatti dette l'incarico a due compagni della segreteria di “ripulirgli il cervello”.  Aldino era l'unico figlio avuto dalla prima moglie. Riparato in Russia per sfuggire al Fascismo lo rinchiuse in un Collegio per andare a combattere nella Spagna di Franco. Tante lettere il piccolo scriveva ai suoi genitori senza mai avere risposta. Laureatosi, parlava quattro lingue sembrava che finalmente si sentisse orgoglioso di questo figlio, poi, accortosi che il giovane soffriva di una malattia dovuta alla mancanza fin dalla tenera età dell'affetto totale dei genitori, che non avvenne neanche con il secondo matrimonio con Nilde Jotti, se ne allontanò.

Quando mori Togliatti il figlio andò ai funerali ma, non era più lui. Fu rinchiuso in una casa di cura a Modena dove quando aveva un po' di lucidità raccontava ai dottori la sua triste storia così fu adottato da tutto il personale della Clinica ai quali chiedeva sempre: “Dov'è il Vegliardo, quando viene il Vegliardo”. Mori all'età di 84 anni attendendo ancora che il Vegliardo si ricordasse di avere un figlio. I comunisti italiani lo venerano col titolo "Il migliore ".  Poi venne la volta di Berlinguer l'uomo della "Questione Morale" Leggete come rispose ad una domanda di  Moravia (Aprile 1982) . “La "Base Staliniana " Fornita di una robusta coscienza anticapitalista. E' positivo che i nostri militanti; e i nostri simpatizzanti: abbiano una simile coscienza, non bisogna lasciare che tale coscienza si disperda, che la coscienza anticapitalista vada portata ad una più elevata maturazione altrimenti non si arriverà mai a una avanzata vera del socialismo senza la lotta rivoluzionaria.

100 anni fa nacque a Livorno il partito comunista. " La dittatura" e il "terrore " di Stalin devono considerarsi delle particolari condizioni in cui l'edificazione socialista si è svolta nell'URSS. Il "terrore" staliniano ha condotto a risultati di portata grandiosa: ed esso costituisce proprio per la somma di dolori e di sacrifici, anche certamente di ingiuste sofferenze. Ora faccio alcune domande ad Antonio Princi e a Nicola Sabatino Ventura: Quando Togliatti e Berlinguer hanno fatto queste dichiarazioni, nell'Italia Democratica nessuno gli ha torto un capello.

Anche nell'Urss c'era gente che non la pensava come i governanti. Chi ha avuto il coraggio di parlare, ha finito i suoi giorni nei terribili gulag. Nel mentre i due suddetti personaggi inveivano contro il capitalismo europeo e americano, gli aerei prendevano quota e le navi salpavano verso il continente americano in cerca di lavoro e di un futuro per i loro figli. Mi sapete rispondere come mai nessuno si involava verso i tanto decantati paradisi sovietici, cinesi o di qualsiasi paese comunista? Milioni di famiglie oggi percepiscono una pensione grazie al lavoro svolto nei paesi capitalistici, quanti ve ne sono che la percepiscono dall'eldorado sovietico? Caduto il "muro di Berlino "milioni di esseri umani si sono riversati in Europa e in America in cerca di libertà e lavoro. Non siamo stati noi a fuggire  in quel paradiso che voi ancora oggi decantate ed in realtà, ancora oggi con Putin è L'Inferno! Morale di tutto ciò? E' sempre meglio vivere con qualche disagio in una imperfetta democrazia che gemere in una perfetta dittatura”.                                                                                                                                                                                                                                             

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