Non è da escludere  neanche che fra i classici piromani, individui per natura malvagi o che agiscono spinti da una malizia ignorante, ci sia stato anche l'intervento della delinquenza organizzata, che magari porta avanti faide e/o lotte intestine, lanciando messaggi di odio che delimitano gli spazi dei ruoli, modificando per sempre? paesaggi fisici ed antropizzati.  Ma gli istinti incendiari sono stati anche potenziati dagli effetti psicologici causati dalla più grande pandemia della storia, dai ripetuti lockdown e dal mancato rispetto delle norme, che ha contribuito alla diffusione delle varianti, con carica virale di minore incidenza letale, ma molto più contagiosi e maggiormente contraibili dai dieci anni in giù.
 
 Svariati studi scientifici attestano, inoltre, che l'isolamento, la paura del contagio, lo stress legato al lavoro on line hanno inciso fortemente sulla fascia di popolazione già ansiosa e fobica, per non parlare degli effetti sortiti dall'ormai per antonomasia virus sui soggetti con disturbi psichiatrici. La forte confusione, la perdita di fiducia negli altri e la rassegnazione hanno fatto da padrone, favorendo l'attecchire di deliri incendiari trasformatisi in autentiche tragedie. Nella diffusione del Covid -19 hanno fatto la loro forte parte? i sempre più agguerriti no vax, soggetti a volte eteroindirizzati dalla voce di operatori sanitari oppostisi alla vaccinazione o di personalità estremiste o interessate a speculare indiscriminatamente. Non è accettabile, barricandosi dietro ideologie, esaltazione o? perché semplicemente cristallizzati in contesti di analfabetismo di partenza o di ritorno, affievolire i risultati benefici della scienza, che ha salvato nel corso dei secoli milioni di individui durante le passate epidemie.
 
 Piaghe su piaghe, ora l'abisso più che mai oscuro di una guerra geopoliticamente vicina, quella in Ucraina, causata dallo strapotere di due nazioni ormai giunte proprio al surplus del potere, e che non sembra trovare soluzione alcuna, si infliggono a raggiera soprattutto su territori e genti già da secoli segnati dalla fame e dalla rassegnazione, che oggi più che mai invece dovrebbe essere percepita come richiesta di ascolto e di aiuti strategici da parte dei Comuni, delle Regioni, dello Stato e di sinergie autentiche fra gli Stati attraverso una rete capillare di dialogo e solidarietà.
 
 E' necessario che non solo la storia sia ancora κτ?μα ?ς α?ε?, possedimento per sempre, e "magistra vitae" ma che anche alla scienza venga restituita la sua specifica e altissima funzione, riascoltando le parole degli antichi, fra cui Ippocrate di Cos, fondatore della scienza medica.
 
Occorre adesso, si torna a dirlo, che di questa voragine bellica europea si facciano carico gli esponenti politici, molti dei quali invece da tempo si sono spesi a pianificare strategie per la tornata elettorale uscente, non facendo affatto tesoro del monito delfico " γν?θι σεαυτ?ν" "conosci te stesso" le tue origini, la tua storia e del motto di Eschilo "π?θει μ?θος" che ispira ad apprendere dalla sofferenza per offrire un futuro migliore alle generazioni future.
 
È solo, infatti, riflettendo criticamente sugli orrori bellici anche di un passato per niente lontano che si può ritornare ad una normalità quasi tranquillizzante per i bimbi profughi strappati alle braccia di madri inermi, segnate inevitabilmente dell'orrore del patire. La guerra tra consanguinei russi e ucraini, la guerra intestina, riprendendo Tucidide, è il peggio che possa accadere. Si dovrebbero rileggere i classici greci e da essi attingere la capacità di provare ancora pietà filiale per. I loro fratelli ucraini, come fece Antigone, nell'omonima tragedia Sofocle, che volle seppellire il cadavere del caro fratello ponendosi contro le leggi dello Stato. La vita di ogni singolo essere vivente è un dono prezioso da rispettare a tutti i costi.

 
*docente di greco e latino presso il liceo classico di Luzzi.
  Dottore di ricerca in Società e Paesi del Mediterraneo.
 Autrice di saggi scientifici e articoli divulgativi.