L'Asp di Catanzaro chiude il bilancio con un rosso da 32 milioni. Allarme contenzioso

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L'ingresso dell'Asp di Catanzaro e dell'ex Pugliese (dove c'è una parte rilevante di amministrativi della Dulbecco)
  23 settembre 2020 19:12

di GABRIELE RUBINO

L'Asp di Catanzaro ha chiuso il bilancio di esercizio 2019 con una perdita di circa 32,2 milioni. Il disavanzo del conto economico è indubbiamente meno pesante di un anno fa quando il rosso era schizzato a 56,2 milioni. Guardando in casa degli altri, l'Asp di Crotone (più 'piccola') fa peggio con -35,2 milioni, l'Asp di Vibo Valentia -12,5 milioni e quella di Cosenza -43,6 milioni. 

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ANNO  UTILE/PERDITA
2017 -19,1 MIL.
2018 -56,2 MIL.
2019 -32,2 MIL.

IL 'RESOCONTO' DEI COMMISSARI PREFETTIZI- Nella relazione di gestione firmata dalla terna commissariale (Luisa Latella, Franca Tancredi e Salvatore Gullì), insediatasi poco più di un anno fa, viene ricordato come, sfruttando la previsione normativa contenuta nel Decreto Calabria, era stata proposto il dissesto finanziario. Ipotesi poi 'scongiurata' sia dal commissario ad acta Saverio Cotticelli - stesso canovaccio all'Asp di Reggio Calabria- e da Tavolo di monitoraggio interministeriale che nel verbale della riunione dello scorso maggio ha ribadito come l'istituto del dissesto "non si applica a nessun Ente del servizio sanitario". Ma questo sembra ormai un capitolo chiuso. Meno la recriminazione per la "strutturale mancata assegnazione dei necessari fondi da parte della regione, al fine di garantire la copertura integrale dei costi sostenuti dall'Azienda per assicurare i LEA". 

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IL CONTENIMENTO DEI COSTI: DAI PRODOTTI PER DIABETICI E CELIACI FINO AL PALLINO DELLE GUARDIE MEDICHE-Sempre la commissione, nella relazione, fa un piccolo resoconto dell'attività approntata in questo anno.  "E' stata avviata una revisione di tutta la politica di gestione del personale, iniziando da una rivisitazione della dotazione organica per macrostruttura ed unità operative, amministrative e sanitarie, in coerenza con l'assetto organizzativo del redigendo, nuovo atto aziendale". Resta fermo quanto già sottolineato in tutte le relazioni ai bilanci degli ultimi anni: "un elevato costo del personale amministrativo e di supporto", e, in un altro passaggio, "la parcellizzazione sul territorio delle attività e delle strutture, soprattutto amministrative, non sufficientemente giustificata dalla quantità e qualità delle attività e dalle prestazioni erogate". Tra le altre iniziative presentate: la riduzione dei consumi farmaceutici, il monitoraggio dell'uso dei dispositivi medici per diabetici. Si pensa anche alla fissazione di limiti mensili per fasce d'età sulla dispensazione a carico del servizio sanitario sugli alimenti senza glutine per celiaci. E poi, oltre alle 'correzioni' sugli acquisti, c'è un nuovo tentativo sulle guardie mediche (già tentato nei primi mesi dell'anno): "revisione del numero delle postazioni di continuità assistenziale e di emergenza territoriale, la cui efficienza ed efficacia avrebbe sicuri vantaggi dalla istituzione della centrale unica di riferimento dell'assistenza primaria": Sparisce invece il riferimento, presente nei documenti di accompagnamento al bilancio 2018, ad un 'ripensamento' delle attività del presidio ospedaliero di Soveria Mannelli. 

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IL PROBLEMA CONTENZIOSO- E fin qui le 'manovre' sulla gestione caratteristica del bilancio (ricavi e costi di produzione), su quella straordinaria la terna commissariale dichiara che "particolare attenzione è stata riservata alla gestione del contenzioso", i cui costi sono definiti "allarmanti". Un campanello già suonato dalla sezione controllo della Corte dei Conti dalla cui recente delibera era venuto fuori che l'importo totale delle controversie era di circa 216 milioni, con quasi 118 milioni di soccombenza 'possibile'. 

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