di ENZO COSENTINO
L’elezione del consigliere Filippo Mancuso (Lega) a Presidente del Consiglio regionale- al di là della sua appartenenza politica – andrebbe “salutata” con entusiasmo dal mondo politico calabrese- anche questo al di là degli steccati di schieramento- e da quello catanzarese in particolare essendo la Città Capoluogo di regione, quella in cui il presidente Mancuso ha maturato la sua esperienza politico-amministrativa in ruoli istituzionali.
Nei 22 “si” è compreso quello di un esponente dell’opposizione che si è disallineato dalla schiera dei “no”. Una circostanza che ha sguinzagliato gli Sherlock Holmes per individuare l’indisciplinato consigliere e metterlo all’indice. Quel voto che si attribuisce al Pd non può essere la pietra dello scandalo. Son ben altri gli scandali che si consumano nelle sfere politiche sotto gli occhi o il naso dei calabresi. Processi di questo tipo fanno sorridere.
Nel Pd si è sollevato, attorno alla fuga del voto dallo schieramento di opposizione, un mini processo indiziario nei confronti del consigliere indisciplinato. Ho voluto sottolineare la circostanza per un'altra sottolineatura sulle tante dichiarazioni d’intenti che arrivano da tutte le parti per fare della Legislazione appena iniziata una Legislazione all’insegna di un unico obiettivo: governare e fare opposizione costruttiva nel supremo interesse delle comunità lasciando appunto cadere gli steccati. Ma di questo passo ogni dichiarazione d’intenti è destinata a restare soltanto un esercizio accademico della solita politica che va avanti con i paraocchi. E quella pax sbandierata è solo utopia. La dimostrazione che non ci si vuole distaccare dai soliti rituali della politica non solo bassa ma anche “racchia”. Cosi come non deve restare retorica la frase che ha pronunciato il presidente Filippo Mancuso:" Intendo essere il presidente di tutto il Consiglio". Almeno per quanto mi concerne, fare i complimenti e augurare buon lavoro a Filippo Mancuso non significa E NON DEVE SIGNIFICARE per forza essere della sua stessa attuale appartenenza politica. Magari è una dimostrazione di stile.
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