L'editoriale. Il Pd, partito "anormale". Le rinunce postume a candidarsi alla presidenza e le puzze di bruciato

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L’imprenditrice Maria Antonietta Ventura
  03 luglio 2021 08:55

di ENZO COSENTINO

Il Pd è un partito normale? In Calabria, purtroppo, non riesce, oramai da anni, a riaccreditarsi come tale. Anzi ha tutti i tratti distintivi di un partito anormale. E rischia grosso alle prossime “regionali”.

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Più che voti e consensi potrebbe incassare altro. Pernacchie, per esempio. In casa dem  non c’è pace! In Calabria, quindi, nuovamente senza il candidato alla presidenza della Regione. L’imprenditrice Maria Antonietta Ventura ha deposto le armi e lascia la scena. Un colpo a sorpresa, si può dire, che nè Letta, nè Conte( targato 5Stelle) avevano immaginato si potesse verificare. Specie dopo le ampie assicurazioni, date pubblicamente dalla prescelta, di volersi impegnare sino allo spasimo per la causa non solo del PD ma di tutto il centrosinistra. Addirittura con la fatidica frase :se si corre uniti si possono vincere le elezioni. Con questo trend di insuccessi il Pd non arriva alla meta. Resta, invece, al palo. E non è improbabile, comunque, alle spalle di De Magistris. E a questo punto le ipotesi, le congetture, le inutili alchimie: che possa essere proprio l’ex pm, sindaco di Napoli l’uomo della…provvidenza – si fa per dire- per il centrosinistra. Impossibile!

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Non si dica ai calabresi che questa è la politica. No! questi sono i politici che ci passa il convento con tutto il rispetto per il significato cristiano del termine. La politica fatta da tante voci ma sempre più difficile intercettare quelle realmente come “notizie attendibili.”

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Si racconta che Enrico Letta sia furibondo per il caso Calabria che gli sta scoppiando fra le mani come segretario del Partito. Vuole la testa di chi ha portato il Pd calabrese a queste condizioni. Non basta una sola testa ma tutte quelle che sono coinvolte. La nuova mossa il Pd ora la deve fare con piena cognizione di causa, senza interlocuzioni fasulle. Ma ascoltando chi?

Quelli che nei giorni scorsi come Riformisti Democratici gli hanno inviato una circostanziata lettera-documento per chiedere sostanzialmente che a pagare il conto salato dello sfascio Pd in Calabria sia il commissario regionale Stefano Graziano. Letta ha in programma una sua venuta in Calabria per il 15 luglio prossimo ma sicuramente sarà anticipata se non immediata anche perché ora il segretario dem vorrà trattare personalmente il caso Calabria che riguarda il suo partito senza mandare in avanscoperta mediatori. Come accadde quando Nicola Irto ritirò la sua candidatura presidenziale. Farà marcia indietro il Pd sulle “primarie” che però anche queste potrebbero essere esposte a forte rischio “farlocchiano”.

Una osservazione forse banale ma va fatta: la politica nel centrosinistra non si fida della sua classe dirigente e per trovare una candidatura alla presidenza della Regione deve necessariamente guardare e cercare nel mondo della imprenditoria? Intanto si aprono tante congetture sulle rinunce postume a candidarsi per il governo della Calabria al di la delle motivazioni (Irto, Ventura) degli interessati. Un politico giovane e in carriera il primo, una imprenditrice di successo la seconda. Forfait! Il centrosinistra faccia la massima chiarezza. Nessuna componente che sta dentro l’area canti vittoria. Altrimenti i suoi veri malanni resteranno tali. Con buona pace del centrodestra che sa anche fingere grande unità e sintonia pur di vincere la prossima competizione e guidare nella prossima legislatura la Calabria.

Una Calabria che non può permettersi il lusso di mettere al timone e in plancia di comando chi queste competenze, chi la necessaria caratura soprattuto etica e morale non ha.

Centrosinistra mediti sul fatto che spesso “chi è causa del suo mal pianga se stesso”.  

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