Lega in Calabria: il dopo-Invernizzi e i dubbi che scuotono il partito

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Matteo Salvini in Calabria
  23 gennaio 2021 14:54

di STEFANIA PAPALEO

La Lega cambia i vertici regionali e alla guida del partito arriva l'avvocato di Rosarno Giacomo Saccomanno. La notizia è di qualche giorno fa, ma è passata quasi in sordina, all'ombra dell'inchiesta "Basso profilo" che ha travolto l'Udc, anche se nel partito è silenziosamente già esploso il caos. 

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LEGGI QUI. Lega. Salvini: "In Calabria vogliamo fare sempre più e meglio". Giacomo Saccomanno nuovo responsabile regionale del partito 

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Dubbi e interrogativi hanno messo a dura prova l'intera classe dirigente calabrese, da Castrovillari a Reggio Calabria, al netto di qualche tifoso occasionale che ha esultato vedendo qualche nuova opportunità dopo essere stato trascurato dal segretario uscente, Cristian Invernizzi. La decisione del leader Matteo Salvini di mollare il partito interamente al territorio della Piana di Gioia Tauro, tra Rosarno e Taurianova, ha destato più di una perplessità trattandosi non di una semplice scelta di cambio, ma di una decisione ben precisa in controtendenza con quanto fino a oggi sbandierato ai quattro venti.  

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Poco comprensibile - ma non troppo - la scelta del sindaco di Taurianova, Roy Biasi, di rinunciare alla guida del partito per fare da spalla, probabilmente in virtù di qualche promessa ricevuta, al nuovo responsabile Saccomanno, chiamato a colmare il vuoto lasciato da Invernizzi, andato via a testa alta per aver visto tutte le sue scelte premiate sul campo, senza che alcun nome da lui voluto sia mai finito nel vortice di scandali o inchieste. Infatti, non è ancora chiaro quali siano state le effettive motivazioni di questa scelta, ma sembrerebbe che sia stato proprio l'asse dirigente uscente a non voler proseguire il percorso, forse non condividendo la linea che intendeva dare il leader nazionale. Una scelta, a livello politico, quantomeno incomprensibile, visto che la Lega sembrava quella nella posizione migliore nel dopo-Santelli a sfruttare il consenso a livello regionale. Con Forza Italia, Fratelli d’Italia e Udc dilaniati da tragedie, scandali e arresti, la Lega era rimasta "ferita ma viva". Da qui i dubbi su quale frizione possa aver reso irreversibile il processo di sostituzione.

La sensazione è che il partito a questo punto sia una pentola a pressione  e l'esultanza di Domenico Furgiuele per la nomina di Saccomanno potrebbe essere stato l'impulso micidiale finale. Una parte correrà ai ripari ricollocandosi nell'arco di poche ore, ma la maggior parte farà buon viso e cattivo gioco allontanandosi progressivamente fino a esserne distante. Storie già viste e riviste nel panorama calabrese, ma forse questo, Salvini, non poteva saperlo.

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