di CARLO MIGNOLLI
Nella suggestiva cornice del Museo Musmi di Catanzaro si è svolta la prima delle quattro serate della VlI edizione di "Libri & Bollicine" promossa sempre con grande successo dall'Agenzia Annozero di Salvatore Sangiuliano.
Un evento dedicato quest'anno agli autori calabresi. All'incontro di oggi presente il fotografo Francesco Malavolta, il quale ha illustrato il suo contributo al libro "Troppo Neri", scritto da Saverio Tommasi, esplorando il tema complesso e attuale dell'immigrazione. A dialogare con l’ospite, Enzo Cosentino, giornalista e direttore responsabile de "La Nuova Calabria", ha reso il dibattito interattivo grazie al coinvolgimento dei presenti e all'ampia selezione di fotografie proiettate da Malavolta.
Se da un lato le fotografie di Malavolta hanno contribuito alla creazione del libro, una raccolta di storie vere, drammatiche ma anche piene di speranza, legate all'immigrazione, dall’altro Saverio Tommasi, con il suo inconfondibile stile giornalistico, ha dato voce a questi protagonisti silenziosi, spesso ragazzi e ragazze senza cittadinanza, senza passato, costretti a confrontarsi con una società che li considera troppo neri per essere italiani, o troppo italiani per essere considerati nigeriani, etiopi o afghani.
Durante la serata, Cosentino ha sottolineato il ruolo cruciale dei fotografi, in passato spesso definiti "paparazzi", come testimoni autentici degli eventi che si verificano nel mondo. Con entusiasmo e onore, ha guidato il dialogo con Malavolta aggiungendo che “Siamo difronte ad un fenomeno epocale, sociale e di grande portata che ha colpito tutti e che oggi metterebbe in difficoltà il famoso “Noè” nel creare un’arca che vi contenga tutti. Malavolta si è accoppiato molto bene con uno scrittore di grande spessore poiché illustrare un argomento così delicato non è un gioco da niente: a mio parere Francesco ha vissuto il dramma dei momenti in cui ha scattato quelle foto”
Malavolta ha dichiarato: “La mia è una fotografia necessaria perchè racconta quello che è un tema di cui si parla tanto, ma di cui si conosce poco: si guarda l’immigrazione nel momento del naufragio, ma difficilmente ci si informa sulla storia delle persone in fuga. Trovarmi a scattare alcune fotografie così drammatiche per me non è facile e posso dire che il mio rapporto con la fotografia è di amore e odio, perché da un lato svolgo una pratica che amo, dall’altro fotografare momenti così drammatici non mi rende affatto felice”.
Le pagine di "Troppo Neri" ci regalano una prospettiva nuova e autentica sull'immigrazione, smontando luoghi comuni e pregiudizi. L'autore e il fotografo si sono uniti in un'opera capace di farci comprendere che accogliere un altro essere umano non è legato a religione o credo. L'accoglienza deriva dalla consapevolezza che tutti siamo esseri umani, accomunati dalla stessa esistenza e dall'inevitabile destino condiviso.
Una citazione toccante tratta dal libro ci spinge a riflettere sul significato profondo di questa opera: “Non si accoglie perché qualcuno ne ha diritto o perché ce l'abbiamo. Si accoglie perché sono esseri umani, e noi siamo esattamente quella stessa cosa che sono loro. Perché in qualche modo stiamo affogando anche noi, insieme a loro, ogni volta in mezzo al mare".
In sintesi, "Troppo Neri" rappresenta un viaggio nel dramma dell'immigrazione, guidato dalla sensibilità e dalla forza delle fotografie di Francesco Malavolta e dalle parole di Saverio Tommasi. Un'opera che ci spinge a riflettere sulle sfide umanitarie del nostro tempo e a riconoscere la nostra comune umanità nei volti di coloro che cercano un rifugio nel mare in tempesta della vita.
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