L'impatto della guerra sull'uomo: la disamina del tenente commissario Gaetano Rocco Faga

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Tenente Commissario Gaetano Rocco Faga
  16 marzo 2022 10:15

“Nel mondo attualmente ci sono in attivo molte guerre; alcune le ignoriamo, ad altre ci siamo (fa specie dirlo) abituati e di altre non conosciamo neanche la zona geografica. I motivi tra i più disparati ma con un comune denominatore: possesso, potere, dominio. A poco più di 2000 km, a circa 28 ore dall'Italia, è in atto il conflitto Russia - Ucraina che ha fatto già centinaia di vittime. Oltre 3 milioni di sfollati attraverso 9 corridoi umanitari. Numero in crescita esponenziale, purtroppo”.

Il tenente Commissario Gaetano Rocco Faga, appartenente all’Associazione d’Arma Esercito,  si confronta sulla questione in tema di “Difesa e Sicurezza” e lo fa evidenziando il suo punto di vista sugli aspetti umani che ne derivano.

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“In psicologia il concetto di resilienza spiega la capacità di un individuo di riuscire a fronteggiare eventi traumatici, stressanti. L'individuo crea l'adattamento e riesce nonostante tutto, a riorganizzare in modo positivo la propria vita. Autoripararsi, far fronte, resistere e ricostruire in positivo su situazioni del tutto negative. Sulla base di questo, gli esseri umani - spiega Faga- devono sapere che non saranno mai totalmente al riparo e protetti, sono sulla terra per imparare e per svilupparsi. Le difficoltà e le prove sono là proprio per costringerli a farlo e ad esse, non ci si può sottrarre. Allora, invece di correre a destra e a sinistra per esigere, protestare e lamentarsi, ciascuno deve fare un lavoro interiore, poiché è innanzi tutto in se stesso che troverà i rimedi, il conforto e la speranza”.

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“L'uomo il quale difende la sua patria o che attacca l'altrui paese -continua Faga- non è che un soldato pietoso nella prima ipotesi, ingiusto nella seconda; ma l'uomo, il quale, facendosi cosmopolita, adotta la seconda per patria, e va ad offrire la spada ed il sangue ad ogni popolo che lotta contro la tirannia è più d'un soldato: è un eroe. Il mondo è pieno di filantropi e di sognatori pronti a difendere le proprie idee anche a costo della vita... altrui, s’intende! L’attacco migliore in sostanza, è quello che non fa capire dove difendersi. La difesa migliore, è quella che non fa capire dove attaccare".

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“L'anima deve aprirsi all'invasione di ciò che le è estraneo, rinunciare a difendersi, favorire il nemico, affinché il nostro essere autentico sorga e si mostri, non come una fragile costruzione protetta dalla nostra timidezza, ma come la nostra rocca, il nostro granito incorruttibile. L'abitudine genera rassegnazione, la rassegnazione genera apatia, l'apatia genera inerzia, l'inerzia genera indifferenza. Ed oltre a impedire il giudizio morale, l'indifferenza soffoca l'istinto di autodifesa. Quello che induce a difendersi, a battersi. C’è gente per cui la politica non è universalità ma soltanto legittima difesa – sottolinea Faga - abbandoniamo più facilmente una nostra convinzione quando non riusciamo più a difenderla dai nostri stessi attacchi, che da quelli altrui. Il neofita sente il dovere di difendere fanaticamente la fede che ha abbracciato. Nel paranoico abbiamo esattamente la stessa condizione: egli si sente costretto a difendersi contro ogni critica esterna perché il suo sistema delirante è fortemente attaccato all'interno. Mi piace aggiungere a questa personale disamina una citazione breve seppur grande nel contenuto: Io appartengo all'unica razza che conosco, quella umana. (A. Einstein)" -conclude Faga.

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