Marcello Furriolo: "Il declino non è un destino ineluttabile. Viva il Cinema, Viva il Comunale"

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images Marcello Furriolo: "Il declino non è un destino ineluttabile. Viva il Cinema, Viva il Comunale"

  16 maggio 2024 11:43

di MARCELLO FURRIOLO

 Non speravo proprio di vedere “Palazzina Laf”, il film sorpresa, che ha vinto tre Premi David di Donatello, tra cui Miglior Attore protagonista a Michele Riondino, che è anche regista del film e a Elio Germano Miglior Attore non protagonista, a Catanzaro al Comunale nel cuore del Centro Storico.

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Un magnifico regalo che Francesco Passafaro ha fatto alla città, quando nessuno ci pensava.

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Per la verità il vulcanico Francesco da qualche tempo mi aveva promesso che avrebbe aperto di nuovo al cinema la meravigliosa sala disegnata dal grande Saul Greco e fortemente voluta da Andrea Proto e dal figlio Franco. Si è impegnato anche a sostituire il proiettore con una modernissima macchina all’avanguardia per suono e immagine. Vedremo. Dobbiamo avere fiducia perché finora Passafaro e il suo team hanno dimostrato di avere tanta passione e grandi capacità operative. Hanno festeggiato sette anni di attività encomiabile dal punto di vista teatrale, colmando, con il loro target culturale e professionale, un grande vuoto creatosi in città e particolarmente nel Centro storico. Gliene va dato sinceramente atto e merito.

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Francesco Passafaro conosce bene il mio punto di vista, non solo di vecchio cinefilo, che si rifugia nella piccola sala amica del Supercinema per recuperare dei buoni film di circuito, grazie all’impegno dei sostenitori, ma sopratutto all’eroico e competente lavoro di uno straordinario Alessandro, che ci tiene puntualmente aggiornati su una programmazione di qualità. Avendo poca voglia e disponibilità a frequentare l’ottima multisala del The Space alle Fontane, che richiede però l’impiego di un tempo sproporzionato (circa tre ore e mezza ) per assistere, sia pure in condizioni tecnologiche e di comodità ottimali, ad un film di circuito. Il cinema a Catanzaro si proiettava essenzialmente nel centro storico e nel cuore di Lido con il cinema Orso. Ricordiamo che Catanzaro ha avuto anche quattro Cinema operativi, Politeama, Masciari, Supercinema e Odeon, oltre al periferico Kursaal. Non dimentichiamo che la poesia del cinema al Politeama, col tetto apribile alla luce delle stelle, è stata immortalata da artisti come Gianni Amelio e dalle canzoni struggenti di Pino Pavone.

Ma è del Comunale che dobbiamo parlare. Perché l’altra sera mi ha regalato un’emozione grandissima. Non solo perché si proiettava un grande film che riscatta il cinema italiano, con una storia di forte attualità come il disagio delle condizioni di lavoro particolarmente in un Sud, in cui sembra eternamente incompiuto il percorso verso la modernizzazione e l’eguaglianza dei diritti fondamentali. La maggiore emozione è stata quella di assistere al film in una sala bellissima e confortevole, uno schermo grande e adeguato, dove abbiamo assistito, a partire dal mitico “Il giro del mondo in ottanta giorni” nella sera dell’ inaugurazione nel 1959, ai più grandi film della storia del cinema mondiale, ma anche a straordinarie serate di teatro, comprese le fantastiche e colorite rappresentazioni di avanspettacolo, che precedevano i film e che hanno visto esibirsi sul palcoscenico del Comunale i più grandi comici italiani del dopo guerra come i fratelli Beniamino e Dante Maggio e cantanti popolari come Mario Merola…

Altri tempi!.

Vorrei solo recuperare un pò di memoria, in una città che spesso rifiuta il supporto indispensabile della memoria per orientare la lettura del presente e guardare al futuro con saggezza, e pensare a come è nato il Comunale di Catanzaro. Ricordando che fu il frutto di una felice combinazione tra lungimiranza politico-amministrativa del Comune di Catanzaro, guidato dal giovane e dinamico Sindaco Ciccio Bova e l’intraprendenza di un operatore economico coraggioso come Andrea Proto, che si impegnò a realizzare, nel cuore del centro storico, un Cinema Teatro, avendo ottenuto in comodato d’uso un’area comunale, che  gli avrebbe consentito di utilizzare parte degli spazi anche per residenze e uffici.

Erano gli anni cinquanta, nel fervore della ricostruzione post bellica e sicuramente fu un’operazione irripetibile, che oggi in pieno delirio moralista e populista, con una politica inconsistente e un potere amministrativo privo di visione dei destini della città, sarebbe stato impossibile realizzare.

Per decenni il Comunale è stato il prestigioso Cinema della città e la famiglia Proto ha onorato il vincolo di destinazione prioritaria voluto e perseguito nel tempo dall’Amministrazione Comunale.

Anche quando la crisi dilagante che ha investito il settore, in Italia e nel mondo, con un violento calo degli spettatori, ha visto la chiusura o la trasformazione di migliaia di sale cinematografiche. E a Catanzaro si dovette subire l’aggressiva trasformazione della moderna sala dell’Odeon nella sede di una banca, il vecchio Politeama sacrificato per la realizzazione del nuovo grande Teatro di Paolo Portoghesi, mentre lo splendido Masciari, nella cui sala liberty abbiamo assistito alle stagioni più coinvolgenti del cinema italiano e tenuto in attività grazie all’intelligenza, alla passione e ai sacrifici di una figura, forse troppo presto dimenticata, come Franco Ferrara, per poi finire nelle secche dell’insipienza e dell’incultura della politica che ne ha obliato il destino.

Ha ragione Passafaro quando afferma che per sostenere il cinema, anche in una città sull’orlo del declino come Catanzaro, occorrerebbe disporre almeno di due sale. Ma questo richiama proprio la lungimiranza degli operatori economici e la visione illuminata degli amministratori. Perché ci fu un tempo, nei primi anni novanta, in cui la famiglia Proto fece elaborare, su indicazione di un nobiluomo come l’architetto Franco Marincola, un progetto di ristrutturazione dell’intero fabbricato del Comunale affidandolo addirittura alla fantasia e all’arte del grande  architetto e designer Massimiliano Fuksas, che prevedeva appunto la creazione di una multisala e una serie di spazi commerciali. Che avrebbero cambiato radicalmente il volto del centro storico destinandolo ad un futuro diverso. Purtroppo dal 1993 anche per Catanzaro inizia il periodo più buio della storia politica e democratica del Paese e con essa vanificando la voglia di cambiamento e di progresso. E così anche il progetto di Fuksas e del Nuovo Comunale finì insabbiato nelle mille piccole beghe particolari che hanno segnato il trentennio amministrativo di Palazzo Santa Chiara a cavallo dei due secoli.

Fra qualche giorno sarà nelle librerie il primo volume di una nuova collana sulla vita della città dal titolo “Catanzaro negli anni 50, la ricostruzione, la politica, la società, i personaggi, lo sport, l’US Catanzaro” un lungo viaggio, che ho percorso assieme a due straordinari compagni come Riccardo Colao e Gioacchino Concolino, fino agli anni 80 attraverso le meravigliose foto del mitico fotoreporter Carlostella. Un modo per documentare, attraverso la nostra storia, che a Catanzaro il declino non è un destino ineluttabile.

Il Cinema, il suo incanto, dimostra che c’è ancora un domani. Difendiamolo! Viva il Cinema! Viva il Comunale!

                                                                  

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