Nel quartiere di Gagliano c’è ‘Donna’, l’installazione di Nuccio Loreti per ricordare Giulia Cecchettin

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images Nel quartiere di Gagliano c’è ‘Donna’, l’installazione di Nuccio Loreti per ricordare Giulia Cecchettin

  24 novembre 2023 19:58

di FRANCESCO IULIANO

E’ il profilo di ‘Donna’, l’opera di Nuccio Loreti, l’omaggio che l'artista catanzarese ha voluto consegnare alla città in occasione della giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.

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Una versione diversa da quella installata sulla balconata di Bellavista. La ’Donna’ che oggi pomeriggio è stata consegnata alla comunità dell’antico quartiere di Gagliano, è dipinta di rosso ed ha un nome: Giulia. 

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Un’opera che Nuccio Loreti ha voluto dedicare alla studentessa di 23 anni uccisa in Veneto dal suo ex fidanzato.

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Una cerimonia breve ma ricca di emozioni quella organizzata dall’associazione Gagliano nel tempo per la consegna dell’installazione sistemata sulla balconata della piazza centrale del quartiere. 

Con il presidente dell’associazione, Claudio Pugliese, anche l’artista Nuccio Loreti, il sindaco Nicola Fiorita, gli assessori comunali Donatella Monteverdi e Nunzio Belcaro rispettivamente alla Cultura ed all’Istruzione, sul consigliere comunale Vincenzo Capellupo, la presidente del Comitato Pari opportunità del Comune di Catanzaro, Luciana Loprete ed il parroco della comunità di Gagliano, don Michele Fontana.

“Era un nostro dovere esserci - ha detto Nicola Fiorita - e  testimoniare una piena condivisione della scelta di un'opera che sicuramente abbellisce e dà valore a questa piazza ma, soprattutto, ci invita a ricordare eventi che dobbiamo condannare e per i quali dobbiamo impegnarci affinché non si ripetano più. A Nuccio Loreti non posso che ringraziarlo per quello che ha fatto e per quello che fa per la nostra città. A lui gli riconosciamo il talento, ma se tutti avessimo la sua stessa generosità, la sua stessa dedizione, Catanzaro sicuramente se ne gioverebbe. E ringrazio i promotori di questa iniziativa che ritengo sia solo la prima di quelle che nei prossimi giorni seguiranno per sensibilizzare la cittadinanza a dire basta alla violenza contro le donne”.

Per Claudio Pugliese, il lavoro di Nuccio Loreti “deve aiutarci ad ascoltare l'urlo disperato di tutte le donne vittime di violenza che ci stanno chiedendo aiuto. Un’opera che vuole e deve essere un patto tra le Istituzioni, l'artista e le piccole associazioni come quella che rappresento e che da decenni è impegnata alla rivalutazione di tutti quei valori che nel tempo, un po’, abbiamo perso. Giulia ci deve aiutare a diventare più sensibili al dramma che la nostra società sta attraversando. Nessuno di noi può chiamarsi fuori dal dolore immane che m vivono genitori, nonni, fratelli, sorelle ed amici, nel perdere una persona cara ed unica. Leggi più severe, sì ma forse non bastano. C'è bisogno di lacrime per alleviare il dolore che affligge queste persone e c'è bisogno di indignazione. Tanta indignazione. C'è bisogno di una rivoluzione culturale che scuota i nostri cuori addormentati per poter apprezzare appieno quel grande dono di Dio che è la vita”.

Sono seguiti gli interventi di don Michele, di Vincenzo Capellupo, di Nunzio Belcaro e di Luciana Loprete. 

Dopo la testimonianza di Marianna, una donna vittima di violenza, anche il contributo dell’assessore Monteverdi che, nel descrivere l’opera di Nuccio Loreti, ha ricordato l’importanza della giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. “Violenza fisica - ha detto -, violenza finanziaria, di donne che sbagliano ad interpretare i segnali che arrivano. Anche io - ha aggiunto - ho denunciato  quando qualcuno ha voluto abusare di me. Non è stato facile ma l’ho fatto perché ho pensato a quante altre donne/ ragazze avrebbero potuto subire la stessa violenza in un pomeriggio d’inverno, in un posto frequentato di questa città. Questa giornata me la sento sulla pelle ed è per questo che alle donne mi sento di dire di non farsi prendere  dall’idea che subire violenza vuol dire vergognarsi. Sono loro, sono gli uomini che devono vergognarsi”.

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