No all'accreditamento della 'Karol Betania', per la Cisl Fp Magna Graecia "l'atto è abnorme"

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  28 settembre 2024 18:30

“II provvedimento con cui il commissario alla Sanità rigetta l’istanza di rinnovo dell’accreditamento del presidio di riabilitazione estensiva extraospedaliera gestito dalla Karol Betania è abnorme, ed evidenzia ancora una volta, l’atteggiamento ostile del territorio nei confronti della Karol Betania”.

E’ quanto sostiene la Cisl Fp Magna Grecia di Catanzaro-Crotone-Vibo Valentia, che evidenzia "la contraddittorietà degli atti posti in essere dalla Regione Calabria che, da un lato, autorizza l’occupazione sine die di 20 posti letto  di riabilitazione estensiva a ciclo continuativo da parte della Fondazione Betania e, dall’altro, a causa di tale occupazione, non riconosce in capo alla Karol Betania i requisiti previsti per il rinnovo degli accreditamenti per tali posti letto che la Karol in questo periodo non ha potuto utilizzare per effetto degli stessi provvedimenti della Regione".

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"Si tratta di un provvedimento assurdo e carente di ogni motivazione, che rischia di procurare non solo un danno alla società, ma anche alle persone fragili che stanno beneficiando dei servizi resi dalla Karol Betania e ai tanti operatori che vedono a forte rischio il loro posto di lavoro", spiega il segretario generale della Cisl Fp Magna Grecia Antonino D’Aloi. Per questo la Cisl Fp "sostiene e affianca l’azienda contro un provvedimento assunto dalla Regione Calabria in assenza di contraddittorio e  in spregio alle normative dalla stessa emanate, che ostacola processi di crescita e sviluppo con la perdita di circa 136 posti di lavoro, causando una condizione di difficoltà alle numerose famiglie a cui vengono erogate le prestazioni, e che si vedranno costrette a rivolgersi ad altre strutture: è forse questo l’obiettivo finale?", conclude D’Aloi. Al fianco dell’azienda e dei lavoratori anche la Cisl Magna Grecia di Catanzaro-Crotone-Vibo Valentia, che con il suo segretario generale Daniele Gualtieri, rimarca la necessità di rivedere il provvedimento «con l’obiettivo primario di salvaguardare i posti di lavoro di tanti operatori che negli anni hanno offerto prestazioni di alto livello con professionalità e dedizione, e non lasciare nell’incertezza le famiglie costrette già a fare i conti con complesse situazioni di fragilità, e che vedrebbero a rischio la continuità delle cure e la qualità dell’assistenza".

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