Operazione "Nuovo Corso". Il pizzo all'imprenditore si chiedeva tra i banchi del Duomo di Reggio

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images Operazione "Nuovo Corso". Il pizzo all'imprenditore si chiedeva tra i banchi del Duomo di Reggio

  25 febbraio 2021 12:08

di PAOLO CRISTOFARO

Nessuno scrupolo. Imprenditori terrorizzati, vessati e spinti ad entrare in circuiti pericolosi senza via d'uscita. Una richiesta estorsiva fatta addirittura tra i banchi del Duomo di Reggio Calabria, usati per appartarsi a discutere, poi un prelievo in auto, all'insaputa, per andare in un'abitazione ad incontrare il boss. Sono solo alcuni degli aspetti inquietanti emersi dall'inchiesta "Nuovo Corso", coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, con i Sostituti Stefano Musolino e Walter Ignazitto, le cui misure cautelari sono state eseguite dalla Polizia di Stato sotto controllo della Questura. Si è conclusa poco fa la conferenza stampa con i giornalisti per i dettagli sull'intervento, che ha consentito di mettere le manette a Paolo Rosario De Stefano - esponente apicale della cosca operante nel centro città - a Paolo Caponera, Andrea Giungo, Domenico Morabito e Domenico Musolino

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Il nome dell'inchiesta è nato dal tipo di appalto per il quale è stata avanzata l'estorsione all'imprenditore reggino Francesco Siclari: il lavori di riqualificazione del centro città, sia di corso Garibaldi che Piazza Duomo. La vicenda è stata ricostruita grazie alle dichiarazioni delle vittime dell'estorsione e a quelle del collaborazione di giustizia Maurizio De Carlo. "Una 'Ndrangheta che si presenta in maniera amichevole, che offre amicizia all'imprenditore e cerca di convincerlo ad diventare a tutti gli effetti imprenditore della cosca per la cosca, un'idea che terrorizza l'uomo, già spaventato dalle richieste estorsive", spiega il Procuratore Bombardieri. I soggetti che chiedono il pizzo si sostituiscono, cambiano ogni volta.  Ma sempre operano e si presentano come appartenenti a quella famiglia, De Stefano, definita la più potente. Il 2% sull’importo dei lavori del corso. Questa era la richiesta avanzata a Siclari, con il pagamento del pizzo che avviene con cadenza, ad ogni SAL (Stato Avanzamento Lavori) dove venivano stabiliti gli importi, per un totale di 80mila euro. Richieste che, a detta dei Pm e dei vertici della Questura, giungevano anche ad imprenditori di fuori città, che venivano edotti della necessità di dover pagare il pizzo.

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Singolari quanto inquietanti gli incontri ai quali l'imprenditore Siclari sarebbe stato costretto a partecipare. "Avvicinato da Andrea Giungo lo prelevano e lo portano in un’abitazione in una traversa nei pressi dell’università. Lì Trova De Stefano Paolo Rosario, capo famiglia che cerca in un certo senso di tranquillizzare l'estorto. Ma non si limita alla richiesta di pizzo, lo invita a divenire amico della famiglia, quindi imprenditore della 'Ndrangheta anche in futuro", ha spiegato Bombardieri. In questo modo anche per futuri appalti l'imprenditore avrebbe avuto la possibilità di "mandare avanti", per le varie trattative torbide, il proprio referente del clan, che avrebbe dovuto "proteggerlo". Questo, per esempio, anche in caso di lavori in aree controllate da altri locali di 'Ndrangheta, con i quali, a trattare, una volta accettata "l'amicizia", sarebbe andato un esponente della cosca, al posto dell'imprenditore.

Successivamente venne avvicinato anche da Domenico Musolino, già imprenditore edile, legato da rapporti di affinità (essendone il cognato) con Antonio Lavilla classe 1975, genero di Giovanni Tegano, classe 1939, storico patriarca dell’omonima famiglia di ‘Ndrangheta, federata ai De Stefano, secondo quanto riportato dalla Questura.  È proprio a Domenico Musolino che tra il 2017 e il 2018 l’imprenditore e il socio pagarono le ultime tre tranche (pari a circa 45/50 mila euro) della mazzetta relativa ai lavori di ristrutturazione del Corso Garibaldi. I protagonisti delle due gravi vicende estorsive relative ai lavori di rifacimento del Corso Garibaldi e Piazza Duomo sono soggetti noti per i loro trascorsi penali e di polizia. Altro incontro inquietante, raccontato ai Pm dal Siclari, quello in Piazza Duomo. Un incontro nel corso del quale il referente dalla cosca spinge il Siclari ad entrare nella Cattedrale, per farlo appartare tra i banchi ed avanzare le richieste estorsive

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