PD, un partito senza pace. Laburisti dem di Calabria insoddisfatti

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  27 luglio 2021 15:41

“Non c’è pace tra gli ulivi” è il caso di dirlo a proposito del Pd. Almeno in Calabria è così. Il viaggio del segretario Enrico Letta è sicuramente servito al tentativo di riunificare tutte le diverse, proprio diverse, “anime” del partito calabrese. “Anime” o correnti, ancora su posizioni contestatarie. Si dicono costrette a dover accettare la candidatura di Amalia Bruni alla presidenza della Regione (ma sono tutti d’accordo sulla sua statura professionale) per il metodo che il Partito ha messo in atto quasi a voler dimostrare quanto sia stato difficile trovare e quagliare una candidatura prettamente politica piuttosto che “civica”. Dunque c’è tensione nel Pd calabrese. Quindi dietro l’angolo mutamenti sostanziali di equilibri al proprio interno. E si guarda non solo alle “Regionali” quanto a quella che potrebbe essere una “rivoluzione” nel sistema gestionale del Partito. La settima appena agli inizi presenta già qualche novità che arriva proprio dai Laburisti democratici di Calabria che non nascondono le forti “simpatie politiche” per De Magistris con il quale hanno aperto un costante dialogo. Posizione critica che è esposta in un intervento del referente regionale Sandro Benincasa di cui proponiamo il testo integrale.

Ci saremmo aspettati, francamente, qualcosa di più dalla fugace visita di Letta in Calabria. Almeno un tentativo, per rimediare alla lunga serie di errori, disattenzioni, assenza pressoché totale di qualsivoglia iniziativa  politica negli ultimi tempi, dell'attuale presunto  "vertice" del Pd calabrese, che fosse finalizzata a rinvigorire la mobilitazione e la  partecipazione dei territori, in una  fase cruciale per la Calabria. Non a caso la stampa regionale  parla di "giro" turistico elettorale" di Letta, con l'immancabile spazio politico-culturale-editoriale riservato alla presentazione della sua ultima  "fatica" letteraria. Abbiamo sentito parole di circostanza, di lodi (meritate) nei riguardi della candidata Bruni, ma nessun riferimento alle innumerevoli sofferenze di una Regione che dovrebbe essere in cima all'agenda nazionale di un partito come il Pd. E nemmeno si è pensato ad organizzare almeno un incontro con i segretari di circolo, dal quale Letta avrebbe potuto meglio raccogliere dati in relazione alla disastrata situazione della sanità in Calabria, all'abbandono dell'aree interne, alla mancata esigibilita', da parte di tanti calabresi, dei diritti fondamentali  riconducibili ai principi sociali e civili costituzionalmente garantiti. Una delusione! È sufficiente il richiamo al pericolo costituito dalla  destra di Salvini, Spirli', Occhiuto, per rimotivare, come d'incanto, tanti militanti, dirigenti e potenziali elettori in stato di grave disagio? Me lo auguro.

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 Anche se ormai molti elettori trovano in De Magistris l'unica alternativa credibile per governare concretamente la Calabria e dare una nuova speranza ai calabresi.

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In riferimento alle nomine fatte da Graziano è l'ennesima dimostrazione che il pd calabrese non è inclusivo anzi non c'è agibilità politica e si vuole procedere al tesseramento a circuito chiuso metodi dittatoriali per decidere nei prossimi congressi la nuova gestione del partito democratico.

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Mi sa noi democratici dobbiamo reagire autoconvocandoci prima che sia troppo tardi e contestare questa linea politica suicida che ci porterà al precipizio della sicura sconfitta”.

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