A Vibo mare "lapprodo" mette a posto “le carte” in tavola (VIDEO)

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images A Vibo mare "lapprodo" mette a posto “le carte” in tavola (VIDEO)
Concetta Greco
  03 luglio 2020 12:31

di GIOVANNA BERGANTIN

Ristorante si, ristorante no, pranzo in sala o nel dehors, albergo si, albergo no. Un tira e molla da post lockdown, un mantra che ci perseguita in questo periodo difficile al quale abbiamo reagito con determinazione, senza mai arrenderci: adattando le nostre vite alle nuove situazioni man mano che si presentavano. In isolamento le abbiamo escogitate tutte per non fermarci e ci siamo dati da fare per riscoprire le passioni abbandonate, sopite dal ritmo compulsivo del quotidiano.

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Tutti insieme, anche i più irreprensibili, abbiamo ripreso confidenza con i fornelli, leggendo e cucinando, senza tregua, abbiamo condiviso le pietanze affacciati alle finestre virtuali, come collante del momento critico. Cosa resterà alla fine di questo periodo? Un rapporto migliore con i vicini, i fornitori on line e …  i social. Adesso, però, vogliamo continuare, di certo, a collezionare i nostri preziosi video e scatti social, ma rilassati in un luogo cool della Calabria, la supergettonata Costa degli Dei. Nel cuore di Vibo Marina, il quattro stelle Cala del Porto, vacanze e business tutto l’anno, ha riaperto. L’albergo, una realtà di alto profilo, e Lapprodo, il ristorante stellato, sono  rinomati, vuoi per l’accoglienza, la qualità, gli allestimenti, vuoi per il menù, vuoi per la clientela VIP.

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Un gioiello di ospitalità e stile con una manager esperta, Concetta Greco “Siamo ripartiti con molte novità abbracciando la sfida della rivoluzione green, sicurezza, sostenibilità e alleanza con l’ambiente sono le parole d’ordine che contraddistinguono il nostro avvio. - racconta Concetta- Disponibili per gli ospiti bici elettriche, colonnine per la ricarica delle auto e rinuncia delle plastiche, sostituite con il vetro e altri materiali biodegradabili”. La Greco, maestra di accoglienza, interloquisce convinta in perfetto stile scout, fedele all’esperienza della marcia naturalistica. Il lavoro si è ridotto nei numeri.

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“Lo smart working ha privilegiato gli incontri in remoto e annullato tutte le attività per lavoro che erano solite esserci in primavera”. Poche le prenotazioni, qualche famiglia per luglio e maggiormente in agosto, mentre arrivano le conferme dei gruppi già prenotati in settembre. ”Anche perché in molti resta la preoccupazione, malgrado l’osservanza rigorosa delle norme. Gli ambienti e gli arredi dell’hotel vengono, dopo la pulizia rituale, continuamente sanificati con prodotti ad hoc, grazie ad una macchina che abbiamo acquistato appositamente. – specifica Concetta - La biancheria è igienizzata all’interno e non si fa uso di lavanderia esterna. Al ristorante abbiamo dimezzato i coperti in sala e ridotto il personale, aperto i posti all’esterno e le grandi dimensioni della nostra cucina permettono ai collaboratori di non lavorare bardati ai fornelli”. Lapprodo celebra la riapertura estiva con un piatto bandiera nella versione post Covid rivisitando la “fileja”, la tipica pasta tirata col ferretto, con cozze, pomodorini, pecorino del Poro e la mentuccia.

Però, si adegua ai tempi anche il menù. Per seguire le regole, le proposte sulla carta sono ridotte. “Per un servizio più funzionale, per migliorare la qualità della permanenza all’interno e offrire più celerità nel servizio ai tavoli, la presa dell’ordine si effettua con sistemi tecnologici “. Ciò anche per far sì che gli habitué si trovino a loro agio e il servizio scorra, si accorci e si semplifichi. Il punto di maggiore difficoltà è che la convivialità, motivo per cui si andava al ristorante, si è dispersa tra le maglie delle procedure e dei divieti.

“Rimane il gusto per la cucina essenziale, di tradizione che nella carta descrive i prodotti di qualità ed eccellenza dei fornitori “di vicinato”, dall’acqua ai vini, ai pecorini del Poro, alla ‘nduja di Spilinga, al pane del piccolo forno che utilizza grani speciali”. Per adesso “abbiamo notato che si prenota organizzando per gruppi familiari o per coppie” Ma anche la sensibilità dell’ospitalità fa la differenza. “Già abbiamo un gran disagio nell’accogliere i clienti con la mascherina – blocca decisa Concetta – perciò nessun altro sbarramento che risulterebbe poco gradevole per l’accoglienza, se non i plexiglass nei luoghi previsti”.

 

 

 

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