di PAOLO CRISTOFARO
SQUILLACE – Il Comune di Squillace, difeso dall’avvocato Teresa Matacera, ha vinto un "pesante" contenzioso contro il Condominio Porto Rhoca. La contesa riguardava il mancato pagamento dei canoni idrici relativi alle annualità 2004 e 2005, ritenuti prescritti dal privato. La cifra – che ora dovrà essere versata all’ente comunale – ammonta a circa 73 mila euro, che sommati agli interessi legali e alle spese ulteriori, dovrebbe abbondantemente superare i 90 mila euro. Per le casse di Squillace è una boccata d’aria inattesa, data la situazione di dissesto persistente dal 2014 e le difficoltà a gestire l’ordinario proprio per le gravi mancanze economiche.
La sentenza specifica che la parte ricorrente (il Condominio) adduceva che entrambi i crediti (2004 e 2005) erano da ritenersi prescritti, poiché “per le annualità nessuno sollecito di pagamento e/o avviso di morosità risultava notificato entro il termine quinquennale legislativamente previsto” ,e che addirittura “per l’annualità 2004 non era stata affatto notificata alcuna richiesta di pagamento, risultando incerta la spedizione, la ricezione ed il contenuto dell’avviso”.
Tuttavia, l’Ente creditore – il Comune – ha contestato le affermazioni della controparte, sostenendo – come recita la sentenza – che quest’ultima «ha omesso la fondamentale circostanza attinente all’avvenuta richiesta di rateizzazione». Nel dispositivo della sentenza si legge che “già nel 2007 erano intervenuti dei contatti scritti tra l’Amministrazione comunale ed il Condominio Porto Rhoca” – era in carica la giunta Rhodio – e che l’amministratore dello stabile “aveva inoltrato al Comune una richiesta di rateizzazione della somma dovuta proprio a tal titolo”. Inoltre, sempre secondo quanto scritto dal giudice “in data 22/07/2010 il medesimo Condominio provvedeva a versare mediante bollettino postale al Comune di Squillace la somma di 8mila euro, quale acconto ruolo acqua 2004” finendo così per confermare ulteriormente quanto dedotto dall’Ente pubblico”. Oltre alla somma indicata, dunque, il tribunale ha condannato la parte ricorrente anche al pagamento delle spese legali, che ammontano a 7.100 euro.
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