Coronavirus. Al carcere di Crotone detenuti in sciopero della fame. "Siamo 146 e ne potrebbero stare 90: un solo contagio coinvolgerebbe tutti"

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images Coronavirus. Al carcere di Crotone detenuti in sciopero della fame. "Siamo 146 e ne potrebbero stare 90:  un solo contagio coinvolgerebbe tutti"

  07 aprile 2020 17:22

"Siamo 146 in un carcere dove ne possono stare 90: servono interventi urgenti perché le misure di prevenzione non sussistono e basterebbe un solo contagio per coinvolgere tutta la popolazione detenuta".

E' quello che scrivono i detenuti nella casa circondariale di Crotone in sciopero della fame da venerdì scorso in una lettera indirizzata al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ed al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede.

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Nella lettera, che il garante dei detenuti del Comune di Crotone, Federico Ferraro, ha fatto pervenire alla stampa, viene manifestata preoccupazione dai detenuti che lamentano sovraffollamento per l'evolversi della pandemia all'interno del mondo carcerario. "Viviamo in stanze di pernottamento dove invece di cinque - è scritto nella lettera - siamo in otto ed in quelle da due siamo in quattro". I detenuti chiedono al Governo l'adozione di misure legislative che consentano l'osservanza della misure di sicurezza imposte dall'organizzazione mondiale della sanità e dal Ministero della Salute anche all'interno della loro casa circondariale.

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"Siamo stati dei detenuti pazienti ed educati come può attestare la nostra direttrice - riporta ancora il testo - con tutto il personale penitenziario e sanitario, ma siamo arrivati ad una situazione invivibile e disumana" per cui si ritiene necessario "attuare anche in via provvisoria delle misure alternative onde evitare di arrivare ad una situazione di collasso in quanto la struttura è carente di personale penitenziario e quello sanitario non è sufficiente a tutelare la nostra vita". I detenuti spiegano il motivo dello sciopero della fame sostenendo "l'impossibilità di mantenere all'interno dell'istituto uno stile di vita adeguato alle linee guida del Dpcm visto l'ingresso dei nuovi giunti e nonostante l'egregio sforzo dell'intero corpo di polizia penitenziaria che, insieme a noi, e forse più di noi, è esposto a questo terribile virus".

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Viene anche chiesto "l'invio di mascherine e di disporre quanto prima il tampone obbligatorio per tutti i nuovi giunti e per gli operatori esterni".

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