Coronavirus. Intervista a Mario Caligiuri: pandemia e sicurezza nazionale? L'intelligence studia il disagio sociale

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Mario Caligiuri
  31 marzo 2020 22:21

di PAOLO CRISTOFARO

In questi giorni di grave emergenza abbiamo letto di avvisaglie relative a possibili rivolte popolari, a situazioni di disagio sociale e di difficoltà economica che potrebbero minare anche la sicurezza nazionale e la stabilità del Paese. Gli 007 italiani, infatti, hanno già avvisato il premier, Giuseppe Conte, di situazioni da tenere sotto controllo.

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Quanto incide o quanto inciderà questa pandemia sull'assetto dell'Italia, sulle istituzioni democratiche, sull'informazione e sulla sicurezza? Lo abbiamo chiesto a Mario Caligiuri, già assessore regionale alla Cultura, docente universitario e direttore del Master in Intelligence dell'Università della Calabria, che proprio alle dinamiche sociali e agli studi sull'intelligence ha dedicato le sue ultime pubblicazioni e i seminari accademici organizzati recentemente. Recentemente è apparso su "Formiche" (Rubbettino) il suo saggio "La rivoluzione dietro l'angolo. Come il disagio sociale minaccia la sicurezza nazionale" e di oggi è invece il suo intervento dal titolo "The Coronavirus represents the death of Capitalism and and opportunity to reinvent society" apparso sull'American Herald Tribune.

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Intanto professore, come ha iniziato ad occuparsi di questo tema e cosa pensa della situazione attuale di emergenza?

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"Ho iniziato a studiarlo da diversi anni. Mi interessa molto il legame tra studi sociali, politica e intelligence. Sicuramente quella in cui ci troviamo non è una situazione facile e certamente sì, potrebbero esservi risvolti legati al disagio sociale, alle ristrettezze economiche, all'inefficienza politica. Dipende molto anche da quando finirà l'emergenza. Ovviamente è importante rimanere in casa fino a quanto non vi saranno rischi, ma dal punto di vista economico cambierà moltissimo tra una possibile apertura a fine aprile o tra uno sblocco a maggio o a giugno. Ogni mese si perdono centinaia di miliardi. Si riesce a reggere per un po' anche con i redditi sommersi, con i guadagni i nero. L'Italia è sopravvissuta spesso anche per questo. Consideriamo pure che - dispiace dirlo ma è così - con la morte di tanti anziani verranno meno anche supporti economici ad alcune famiglie, che su quelle pensioni magari contavano per un aiuto nelle spese correnti. Tutte le situazioni di difficoltà - e in questi termini i servizi segreti italiani hanno informato chi di competenza - possono chiaramente favorire disordini, crisi nei rapporti tra cittadini e istituzioni, possibili reati annessi. Rispetto agli altri paesi europei abbiamo investito poco nell'emergenza. Poi vediamo manager delle ASL pagati quanto il presidente degli Stati Uniti e altre simili discrepanze pazzesche."

La democrazia che ruolo ha in tutto questo?

"Già prima del 2008 si parlava di "esportazione della democrazia" nel mondo, ma io ho sempre visto ciò che accadeva diversamente. Abbiamo assistito e stiamo assistendo ad una crisi della democrazia invece, che nello scenario ampio di un mondo globalizzato, purtroppo, si trova spesso svantaggiata rispetto ai Paesi con governi autoritari, come la Russia o la Cina. Purtroppo i governi autoritari riescono a prendere decisioni immediate rispetto alle democrazie e questo, sullo scacchiere internazionale, spesso gioca a loro vantaggio. Basti pensare a cosa sta succedendo anche ora in Italia. Ospedali e materiali bloccati per decenni, ora vengono approntati in pochi giorni. Occorre l'emergenza per poter compiere cose sulle quali, di solito, si discute cento volte. E' il caso dell'ospedale lombardo approntato in 10 giorni o dell'annuncio di Trump, parallelamente in America, che ne allestirà uno in 4 giorni."

La colpa per le inefficienze dunque è della politica? Della democrazia? Della globalizzazione? 

"No, la colpa è dell'inefficienza della classe dirigente. Le democrazie risultano incapaci di esprimere una classe dirigente adeguata. E' un problema relativo ai sistemi di selezione dei rappresentanti. Questo gioca a sfavore anche in queste situazioni di emergenza."

Questo causa disagio sociale? Ritiene che questa "crisi democratica" sommata alla cattiva comunicazione informatica - dato che lei ha scritto di fake news, di algoritmi e di influenza della rete - possa influire negativamente sui cittadini?

"In questo contesto, spesso di "debolezza" delle democrazie, di cattiva gestione delle risorse, di inadeguatezza della classe dirigente, chi fomenta i cittadini anche attraverso fake news o campagne di disinformazione mirate - anche per scopi politici - sui social, ha la meglio. Si fomenta lo scontento, si influisce sulla ricezione del racconto dei fatti, si rischia di minare la stessa stabilità di un Paese. Chiaramente l'unica via per uscire fuori da questo circolo vizioso sarebbe quella della Cultura e dell'Istruzione, dell'educazione all'analisi critica delle informazioni. Sistemi come la cosiddetta "Bestia" di Salvini o la piattaforma Russeau, funzionano con algoritmi ben precisi, si studia il target e il riscontro presso gli utenti."

Cultura, Istruzione e spirito critico per combattere le situazioni complesse e le difficoltà tra i cittadini?

"Certo. Purtroppo, però, anche questa istruzione che, provvisoriamente, si sta facendo a distanza non giova, seppur risulti utile per non interrompere le attività scolastiche. Sicuramente puntare sulla Cultura e sull'Istruzione, nel nostro Paese, aiuterebbe a coltivare generazioni in grado di difendersi anche da una scorretta informazione online e, soprattutto, di trovare nuove vie, di iniziare nuove rivoluzioni per cambiare l'Italia, rivoluzioni sociali e culturali."

Il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, ha posto l'accento anche sulla criminalità organizzata che può approfittare dei momenti di crisi per guadagnare terreno. Cosa ne pensa?

"Ha ragione. E' assolutamente vero. Dove lo Stato non riesce ad esserci, dove i soldi mancano, dove il disagio è maggiore, ci sono loro. Mafiosi e criminali hanno a disposizione enormi capitali e con questi capitali, nei momenti di crisi come questo, riescono ad avvicinare persone, a fare usura, a corrompere le imprese, ad avvicinarle alla malavita. E spesso anche le grandi finanziarie, le grandi aziende internazionali approfittano delle difficoltà negli Stati, spesso riescono ad essere influenti quasi quanto uno Stato sul palcoscenico mondiale."

La sicurezza nazionale è in pericolo? Che rischi si corrono? A cosa possono portare le situazioni di disagio?

"Difficile dirlo. Ci possono essere proteste, azioni illegali, destabilizzazione, diffidenza verso le istituzioni. Tutto dipende dai tempi, dalle soluzioni, dal modo in cui si affrontano le cose. Vi sono casi in cui il disagio trova sfogo in nuove "rivoluzioni" digitali. Come nel caso, ad esempio, degli attivisti di Anonymous, che partendo da situazioni di disagio, di ingiustizia, di falle nelle amministrazioni e nella gestione della cosa pubblica, portano avanti attacchi hacker mirati e organizzati che assumono la connotazione di una vera protesta, come un tempo avveniva nelle piazze."

Cosa ci aspetta dopo la crisi Coronavirus?

"Dopo ogni crisi si liberano energie e opportunità: per esempio, utilizzare l’opportunità della digitalizzazione forzata, trasformare questo shock in una nuova consapevolezza delle istituzioni, valorizzare i talenti emarginati nella pubblica amministrazione, redistribuire in modo più equo le risorse erodendo i privilegi. Forse partendo da giovani laureti e da piccoli commercianti e imprenditori, con menti in grado di organizzare all'unisono e di avvicinare, può partire un nuovo futuro per il Paese."

 

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