Coronavirus. Tribunale e Corte d'appello di Catanzaro ignorano le proposte degli avvocati: è polemica. Oggi incontro tra presidenti

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L'avvocato Antonello Talerico
  26 febbraio 2020 22:54

Il Consiglio dell’Ordine Distrettuale degli Avvocati di Catanzaro non aveva perso tempo. Preso atto dell’attuale situazione di emergenza sanitaria venutasi a creare in ragione della diffusione dell’epidemia da Coronavirus 2019-nCoV, aveva emesso un deliberato con cui si invitavano tutte le Autorità Giudiziarie del Distretto di Catanzaro ad adottare misure di prevenzione idonee a tutelare il diritto alla salute dell’utenza e dei vari operatori che accedono a diverso titolo presso gli Uffici Giudiziari, oltre a proporre congiuntamente alcune soluzioni. Eppure ad oggi nulla è stato fato di tutto ciò che è stato deliberato dal Coe. Nessuno dei provvedimenti di igiene pubblica raccomandati dalle Autorità sanitarie sarebbe stato adottato  a Palazzo di giustizia di Catanzaro, dove "l’unica manifestazione e riscontro, rispetto alle misure di prevenzione e di igiene invocate dal COA, è stato quello di chiedere “ai Sigg.ri Avvocati” di non depositare le copie di cortesia degli atti e di mantenere una distanza di sicurezza dai Magistrati e dagli operatori di cancelleria" (LEGGI QUI).

Iniziativa, questa, che ovviamente non è andata affatto giù al Consiglio dell'Ordine degli avvocati che, per mano del presidente, Antonello Talerico, e del segretario consigliere, Amalia Garzaniti, hanno voluto riformulare nuovamente "l’invito ad adottare le misure di prevenzione e di igiene invocate nel proprio deliberato del 24.02.2020 (ed adottate, si ribadisce, da altri Uffici Giudiziari del Distretto)", chiedendo formalmente al Presidente della Corte di Appello di Catanzaro ed al Presidente del Tribunale di Catanzaro "un incontro urgente finalizzato all’individuazione di scelte condivise nell’interesse comune e per la tutela del diritto alla salute, che non conosce categorie di appartenenza, ma riguarda tutti i cittadini".

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Avvocati ammassati in un Tribunale

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Il riferimento del Consiglio, dunque, è all'Avviso affisso stamattina in Corte d'appello e ritenuto altamente discriminatorio, rispetto a quelle che erano le misure deliberate che qui di seguito elenchiamo:

1) differire quelle udienze (di imminente trattazione) ove si rende necessaria la convocazione e/o partecipazione di persone provenienti da aree a rischio e/o dove sono stati individuati i focolai e/o dove sono stati adottati provvedimenti restrittivi della circolazione, a causa dei contagi accertati;

2) disporre l’uso di mascherine per tutti coloro che accedono all’interno degli Uffici Giudiziari;

3) disporre la pulizia dei locali in conformità a quanto indicato e prescritto dai protocolli dell’OMS e del Ministero della Salute (mediante l’uso di prodotti decontaminanti rispetto al coronavirus), mediante igienizzazione delle superfici con disinfettanti a base di cloro o alcool;

4) disporre il divieto di usare i climatizzatori e l’obbligo di aprire con frequenza porte e finestre per il ricambio dell’aria nei locali;

5) disporre l’installazione all’ingresso degli Uffici Giudiziari di un totem-dispenser di igienizzante mani e che gli addetti all’accesso al pubblico si assicurino e controllino che venga utilizzato da tutti (anche dal personale);

6) consegnare a tutto il personale copia cartacea del vademecum di prevenzione da coronavirus divulgato sul sito del Ministero della Salute;

7) invitare i magistrati ed il personale degli Uffici Giudiziari a segnalare situazioni rilevanti al fine di prevenire il contagio e/o quanto ritenuto utile al fine di una corretta prevenzione.

Provvedimenti, questi, peraltro adottati da alcuni Tribunali del Distretto, in particolare dal Tribunale di Cosenza-in sede di conferenza permanente circondariale, mentre a Catanzaro né la Corte di Appello, né il Tribunale "hanno inteso, ad oggi - ribadiscono Talerico e Garzaniti -, assumere alcuna misura e/o azione idonea a prevenire eventuali contagi da coronavirus (in linea con le richieste del Consiglio dell’Ordine, già suggerite dalle Autorità Sanitarie e di Pubblica Sicurezza), né risulta abbiano convocato alcuna conferenza permanente e/o seduta plenaria per discutere in sinergia eventuali soluzioni e/o forme di collaborazione a riguardo", e che "solo il Presidente del Tribunale, a seguito di nuova ed odierna richiesta del COA, ha inteso fissare un incontro per la giornata di domani per un confronto sulle eventuali azioni da intraprendere".

Incontro fissato, dunque, ma non utile a spazzare via le perplessità degli avvocati rispetto alla circostanza "che - fanno notare -, senza alcun confronto e/o previa comunicazione al COA di Catanzaro, stamani presso le cancellerie della Corte di Appello ed all’ingresso delle Aule di udienza sia stato affisso un avviso, con cui si invitano “i Sigg.ri Avvocati” (soltanto) a mantenere distanza di sicurezza, e che, a parte il tenore dell’avviso, discutibile nella forma e nella sostanza, la soluzione appare oltremodo illogica, atteso che presso gli Uffici Giudiziari di Catanzaro si continuano a fare regolarmente le udienze in aule sovraffollate (con la partecipazione di testimoni, imputati, persone offese, tecnici ed altri), né si è ritenuto, per ragioni di opportunità, di rinviare quei processi ove fossero interessati, in qualità di parti o di difensori, soggetti provenienti da quelle Regioni, nelle quali sono stati individuati alcuni focolai del coronavirus". Per non parlare degli avvocati che continuano, quindi, a rimanere ammassati ed in piedi, per ore ed ore, sia nelle aule di udienza sovraffollate, sia nell’atrio e/o nei corridoi degli Uffici Giudiziari (mentre il Coa aveva fatto richiesta per la Corte di Appello di poter collocare a proprie spese delle sedie e/o panchine), senza che sia stato adottato alcuno dei provvedimenti di igiene pubblica raccomandati dalle Autorità sanitarie, permanendo anzi lo stato di inadeguatezza dei servizi (talvolta privi finanche di sapone) e loro insufficienza (in quanto disponibili nel solo palazzo di giustizia del Tribunale), e che i locali e gli ambienti degli Uffici non sono stati muniti di strumenti o dispositivi per la disinfezione delle mani e che l’accesso ad essi, anche da parte dei non addetti ai lavori, non ha subito alcuna limitazione".

Insomma, un atteggiamento di vera e propria indifferenza rispetto a quel che sta accadendo sull’intero territorio nazionale, per via dell’emergenza sanitaria da coronavirus, secondo gli avvocati, che hanno insistito per un incontro urgente "finalizzato all’individuazione di scelte condivise", con l'auspicio di "un sempre maggior coinvolgimento ed una fattiva collaborazione istituzionale nell’interesse del Sistema Giustizia".

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