Dia: "A Catanzaro permane la forte influenza degli zingari"

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  19 luglio 2019 19:11

di TERESA ALOI

“Nel capoluogo catanzarese si conferma l’operatività   degli zingari, operanti soprattutto nei quartieri meridionali, mentre, più in generale, nella provincia permane la forte influenza, anche sotto il profilo imprenditoriale, della cosca cutrese dei Grande Aracri”.

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Il quadro che fornisce la relazione  della Direzione investigativa antimafia riferita al secondo semestre 2018 non cambia  di molto ciò che da anni certificano le cronache.  Se non che “Le evidenze di analisi raccolte nel semestre hanno dato conto di come le mafie operino secondo modelli imprenditoriali variabili, calibrati sulla base delle realtà economiche locali, andando a colpire indistintamente tutti i settori economici che il Paese riesce ad esprimere”.

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“Nel mese di luglio, a Botricello, la DIA – si legge nella relazione al capitolo dedicato al capoluogo catanzarese - ha eseguito il sequestro di 6 campi sportivi, per un valore complessivo di 300 mila euro, riconducibili a un sodale del locale di Cutro. Il provvedimento, integra il provvedimento ablativo  operato nei confronti dello stesso soggetto nel febbraio 2018, che aveva riguardato, tra l’altro, ben sessantacinque beni immobili e dieci aziende, per un valore di circa 12 milioni di euro”.

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Spostando il discorso qualche chilometro più in là “ Il territorio di Lamezia Terme risulta convenzionalmente ripartito in tre aree, rispettivamente di competenza dei clan TORCASIO-CERRA-GUALTIERI, IANNAZZO e GIAMPÀ  - cui si affiancano compagini di minor rilievo - ancora protagonisti di azioni estorsive sul tessuto economico locale. Infatti, nonostante l’efficace azione di contrasto degli ultimi anni che ha portato all’arresto di numerosi capi clan e gregari, i citati sodalizi continuano a manifestare evidenti segnali di presenza criminale su alcune zone del territorio. Nel mese di ottobre, nell’ambito dell’operazione “Alesia” , la Guardia di finanza ha eseguito un decreto di sequestro nei confronti di 13 persone, fra le quali figurano alcuni esponenti delle cosche TORCASIO-CERRA-GUALTIERI e GIAMPÀ, nonché un ex consigliere regionale della Calabria, già condannato per “voto di scambio” unitamente ad esponenti della cosca FORASTEFANO di Cassano Ionio (CS). Il provvedimento ha riguardato fabbricati, attività imprenditoriali, appartamenti, ville lussuose, terreni ed autoveicoli ed un “mini acquapark”, per un valore complessivo di circa 14 milioni di euro. Nel successivo mese di novembre, nell’ambito dell’operazione “Quinta Bolgia”, la Guardia di finanza ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 24 persone, con il contestuale sequestro di beni per un valore di 10 milioni di euro. L’attività di indagine ha riguardato l’operatività della cosca confederata degli IANNAZZO-CANNIZZARO-DAPONTE che aveva imposto, nel corso degli anni, il monopolio in alcuni servizi collegati al settore sanitario, come la gestione delle autoambulanze sostitutive del servizio pubblico, il trasporto del sangue, la fornitura di materiale sanitario e i servizi di onoranze funebri. Tra i soggetti raggiunti dalla misura restrittiva figurano anche alcuni politici, indagati per tentato abuso d’ufficio”.

E ancora: “Sempre nell’area lametina si continuano a registrare legami tra sodalizi locali e la famiglia MANCUSO di Limbadi e risultano, altresì, consolidati i rapporti tra i CERRA-TORCASIO-GUALTIERI con le ‘ndrine di San Luca. Il locale che fa capo alla famiglia GALLACE di Guardavalle alleata con la cosca reggina RUGA-METASTASIOLEUZZI, continua ad esercitare la propria influenza nel basso versante ionico-soveratese. Sempre a Soverato e nei comuni limitrofi continua ad operare la cosca SIA-PROCOPIO-TRIPODI”.

Infine “Nel territorio delle Preserre, specificamente nei comuni di Chiaravalle e Torre di Ruggiero, risultano operanti le famiglie IOZZO-CHIEFARI. Le famiglie CATARISANO-ABBRUZZO-GUALTIERI-COSSARI insistono sui comuni ionici di Borgia e Roccelletta di Borgia, mentre nella zona di Vallefiorita e aree limitrofe risultano operativi i TOLONE-CATROPPA. Le famiglie PANE-IAZZOLINO e CARPINO-SCUMACI-BUBBO , infine, sono attive nella zona nota come Presila. In aggiunta a quanto  illustrato nel paragrafo dedicato alla provincia di Reggio Calabria, appare opportuno richiamare- si legge ancora nella relazione - anche per la Provincia di Catanzaro, l’operazione “Via col vento”, che ha fatto luce sull’infiltrazione criminale nella realizzazione dei parchi eolici. Tra gli indagati  figura infatti il sindaco di Cortale (CZ), mentre tra i beni sottoposti a sequestro, un  hotel con sede a Maida, anche questo comune della provincia di Catanzaro”.

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