Ecco come si fa turismo a Mesoraca. Intervista al presidente dell'associazione "La Maruca", Francesco Aiello: "Vogliamo lasciare il segno nella storia del nostro paese"

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images Ecco come si fa turismo a Mesoraca. Intervista al presidente dell'associazione "La Maruca", Francesco Aiello: "Vogliamo lasciare il segno nella storia del nostro paese"

  26 febbraio 2020 15:15

di NICOLA LONDINO

Valorizzazione del territorio, spirito di iniziativa, passione per la storia, la natura e la cultura del paese di Mesoraca. Sono questi i tratti caratteristici della Maruca. Un'associazione che vuole riportare alla luce e alla mente dei mesorachesi i luoghi che hanno contrassegnato la storia della comunità. Un team di giovani dotati di intraprendenza e vocazione verso il proprio territorio, accompagnati dall'intento di riavvicinare le nuove generazioni alle bellezze dimenticate di un luogo incantevole.

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Il Parco Fluviale del Vergari permette ai turisti di visitare la natura incontaminata, di conoscere la storia di quei luoghi e divertirsi grazie alle escursioni e alle piscine naturali che i percorsi presentano.  il Museo Civico Padre Reginaldo Tonin rappresenta un viaggio nel passato di Mesoraca, un'immersione nel mondo dei nostri avi, attraverso gli oggetti e gli strumenti della loro quotidianità.

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L'associazione nasce ufficialmente il 17 ottobre 2016. Nel corso degli anni ha incrementato il suo operato fino a diventare una solida realtà per Mesoraca, nonché un punto di riferimento per i Paesi limitrofi. Il Presidente Francesco Aiello spiega in questa intervista come la Maruca abbia raggiunto una certa risonanza, fissando gli obiettivi per il futuro.

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Presidente Aiello, come nasce la Maruca e, di conseguenza, il Parco Fluviale del Vergari?

"La Maruca nasce dall’idea di un gruppo di giovani mesorachesi innamorati del proprio territorio, del paese dove sono cresciuti, consapevoli del fatto che questo territorio abbia le risorse per uno sviluppo costante e continuo nel corso degli anni. L’idea è quella di favorire un flusso turistico sviluppando le risorse che il territorio ci offre. Abbiamo a disposizione una storia e una cultura millenaria molto importante che riguarda il nostro paese e siamo circondati da bellezze architettoniche ma anche da paesaggi naturalistici mozzafiato. Proprio da questa idea nasce poi il progetto del Parco Fluviale del Vergari. Abbiamo mappato una serie di percorsi storico-naturalistici, storico perché ad ogni percorso è correlata una storia relativa a Mesoraca. In questo modo il turista che viene a visitare i nostri posti oltre a essere immerso in una natura incredibile può attraverso le guide conoscere anche un pezzo di storia del nostro paese. Si tratta di una serie di percorsi che vanno a intersecare diversi punti storici di Mesoraca. Il percorso degli antichi monasteri, ad esempio, parte dal santuario del Santissimo Ecce Homo per poi attraverso il bosco sovrastante il santuario stesso arrivare nel fiume e risalire giungendo ai ruderi di una vecchia abbazia, un’abbazia madre del 1200, Sant’Angelo del Frigillo. Questa chiesa allora rappresentava una potenza inestimabile per Mesoraca in quanto aveva dei possedimenti che si ramificavano fino a Le Castella. Da lì abbiamo tracciato un altro percorso che arriva al santuario della Santa Spina intercettando, quindi, anche il comune di Petilia Policastro. Il progetto diciamo che è un anello circolare di circa venti chilometri al quale si innescano delle ramificazioni che portano a quelli che sono definiti i “vuddri”, le cosiddette conche. Vere e proprie piscine naturali in cui è possibile fare anche il bagno".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La zona era impervia e pericolosa, quanto è stato faticoso creare e mettere in sicurezza i percorsi a disposizione dei turisti?

"È stato abbastanza faticoso, abbiamo intercettato posti incontaminati e caratteristici. Noi volontari dell’associazione ci siamo adoperati per installare, nel rispetto della natura, soprattutto staccionate in legno. Per non andar a stravolgere quel paesaggio incontaminato tutti noi ci siamo adoperati per metterli in sicurezza. Questo progetto che noi abbiamo fatto è stato presentato al Parco Nazionale della Sila e rientra nella cosiddetta area MAB (men and biosphere), attinente al parco stesso. Dunque ovviamente anche il parco ci ha dato e ci darà una mano nella manutenzione di quelle che sono le postazioni per la messa in sicurezza dei percorsi".

Com'è strutturata l’escursione?

"L’escursione parte prevalentemente la mattina intorno alle 9. Ci si raduna nel piazzale antistante il comune di Mesoraca per poi procedere solitamente con la visita al museo civico. Nel frattempo abbiamo anche istituito il primo museo civico di Mesoraca, situato a Filippa. L’escursione dunque si evolve così, c’è la visita al museo della durata di 30 minuti dove una guida specializzata spiega tutti quelli che sono i vari oggetti che vi si trovano. In seguito parte l’escursione, Il servizio navetta porta i turisti al santuario del Santissimo Ecce Homo e da lì si parte a piedi verso i vari percorsi tracciati. I turisti hanno la possibilità di scegliere tra i percorsi che hanno diversi gradi di difficoltà e quelli più semplici. In base alla richiesta le guide accompagnano i turisti nei suddetti percorsi. Si fa una visita ad alcune delle conche presenti, dopo di che è prevista la pausa pranzo. I turisti sono soliti chiederci prodotti tipici calabresi e quindi noi ci occupiamo anche di far degustare questi prodotti alle persone che ci vengono a trovare. Nel pomeriggio si conclude l’escursione con la visita di altre postazioni e di solito si termina verso le 4 o 5 a secondo delle richieste dei turisti".

 

 

 

 

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La Maruca è ormai una realtà consolidata. Come siete arrivati a questo risultato in così poco tempo?

"Il frutto di un lavoro fatto con sinergia e unione di intenti di tutti i componenti, tutte le persone che hanno sposato questo progetto fin dall'inizio sono sempre più coinvolti. Nessuno è andato via anzi si sono aggiunti altri membri vista la bontà del progetto. Siamo riusciti a racimolare un gruppo di ragazzi che sono stimolati a fare qualcosa di importante per il loro paese e che vogliono lasciare una traccia nella storia di Mesoraca. Penso che questo sia l’atteggiamento giusto per raggiungere obiettivi importanti in così poco tempo. Siamo consapevoli che c’è da lavorare sempre più ma noi siamo pronti a farlo".

 Grazie al vostro operato Mesoraca è quasi diventata una meta turistica. Abbiamo visto escursionisti provenienti anche dall'estero.

"Abbiamo avuto turisti da ogni parte del mondo. Sudamericani, francesi, belgi. All'inizio è stato difficile ma una volta conosciuta l’associazione soprattutto attraverso i canali social abbiamo ottenuto vari contatti. Le visite turistiche e le guide si sono moltiplicate nel corso degli anni, fino ad arrivare a essere una realtà concreta. Un punto di riferimento non solo per quanto riguarda i paesi limitrofi ma anche per persone che vengono appositamente dal'’estero per vedere questi luoghi".

L’obiettivo è quello di diventare un’eccellenza come Valli Cupe ovviamente….

"Durante il nostro percorso abbiamo avuto l’appoggio sia dall'amministrazione precedente che da quella in carica e se si lavora insieme con obiettivi condivisi si può fare qualcosa di importante. Valli Cupe rappresenta un’eccellenza ma Il nostro obiettivo è più che altro quello di creare qualcosa di importante e soprattutto quello di lasciare il segno nella storia di Mesoraca".

        

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