Fratelli del Vibonese uccisi in Sardegna: a Davide una fucilata al collo, a Massimiliano un colpo in testa. Poi lasciati in pasto ai cinghiali

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images Fratelli  del Vibonese uccisi in Sardegna: a Davide una fucilata al collo, a Massimiliano un colpo in testa. Poi lasciati in pasto ai cinghiali
Davide e Massimiliano Mirabello
  06 aprile 2020 20:27

di TERESA ALOI

Irriconoscibili. A tal punto che sono stati identificati dai vestiti.

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E' durata oltre sette ore l'autopsia - eseguita  dal medico legale Roberto Demontis - sui corpi  di Massimiliano e Davide Mirabello, di 35 e 40 anni, i due fratelli originari di San Gregorio d'Ippona, nel Vibonese, scomparsi da Dolianova, un comune nel sud della Sardegna, il 9 febbraio scorso e i cui corpi sono stati ritrovati sabato scorso dopo la confessione di Joselito Marras, il vicino di podere 57enne arrestato il 20 marzo insieme al figlio Michael, di 27, ritenuti dagli investigatori i responsabili del duplice delitto. Al termine dell'esame autoptico, è stato chiesto l'accertamento del Dna, mentre i carabinieri del Ris hanno portato via quel che restava dei vestiti. 

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Un colpo di fucile al collo per Davide, morto sul colpo,  mentre sul corpo di Massimiliano  è stata accertata una evidente frattura alla parte destra  del cranio, procurata con un oggetto contundente. Forse il calcio dello stesso fucile.

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I due corpi sono stati ritrovati un una zona impervia, dove la vegetazione non fa fatica a crescere, battuta da cacciatori di frodo e cinghiali: chi conosce la zona sa che lì ci devi andare solo dietro indicazione precisa. Non è una zona raggiungibile facilmente. Buttati lì, senza neppure un che di sepoltura. Lasciati alle intemperie e  in pasto degli animali.

Agli accertamenti hanno partecipato anche i consulenti del collegio difensivo composto dagli avvocati Maria Grazia Monni, Patrizio Rovelli e Fabrizio Rubiu. Per la famiglia Mirabello erano presenti gli avvocati Gianfrancesco Piscitelli e, in sostituzione dell'avvocato Salvatore Sorbillo, l'avvocato Elisabetta Magrini. 

I corpi, ora, saranno restituiti alla famiglia e presto, potranno tornare a casa, a San Gregorio d'Ippona, nel Vibonese, grazie anche alla solidarietà  che ha permesso di raccogliere la cifra necessaria per il  trasferimento delle salme. 

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