Il premio Covid è "un'elemosina": i conti "al netto" calcolati dai sindacati che non firmano l'accordo

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images Il premio Covid è "un'elemosina": i conti "al netto" calcolati dai sindacati che non firmano l'accordo

  07 luglio 2020 17:41

L'accordo sulla premialità Covid fra Regione e sindacati è stato sottoscritto ieri dalla triplice. Cgil, Cisl e Uil hanno diramato un comunicato in cui in ogni caso hanno precisato "che tale Accordo non ristora pienamente i sacrifici e l’impegno di tutto il personale sanitario della nostra Regione". 

LEGGI QUI I DETTAGLI DELL'ACCORDO 

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Come anticipato da La Nuova Calabria (LEGGI QUI), però la triplice è rimasta sola. Tutte le altre sigle autonome hanno rifiutato di firmare. Si tratta di: AAROI-EMAC, ANAAO-ASSOMED, ANPO, CIMO, FASSID (AIPAC-AUPI-SIMET-SINAFO-SNR), FEDIRETS FESMED, FIALS,  FVM (SIVeMP-SMI-FIALS area Dirigenza Medica e Sanitaria-FISMU), NURSING UP. In una nota rivendicano "come 16 sulle 19 sigle della sanità, con oltre il 90% dei sindacalizzati della Dirigenza si sono rifiutate di firmare l’accordo, a nome di tutti gli operatori che, tra quei 20000, si sono sentiti offesi da una simile 'gratifica'". Urlano a gran voce come l'ammontare dell'indennità altro non è che: "Miseria ed Elemosina".

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"A circa 2900 dipendenti direttamente impegnati nei reparti e per attività COVID 19 correlate andranno € 1835 lordi che- sostengono le sigle sindacali-, al netto di IRPEF, IRAP, Fondo Pensioni, addizionali varie,restituiranno al singolo dipendente un migliaio di euro. Questo cifra, divisa per i 120 giorni del periodo di emergenza, equivale a 8,33 euro/die. Ad un altro migliaio di dipendenti ospedalieri e non, direttamente coinvolti, andranno € 883 lordi che si trasformeranno, al netto delle medesime ritenute di cui sopra, in € 516, pari a 4,30 euro/die. Ai restanti circa 15000 dipendenti andranno € 252 lordi (€ 147 netti) che si traducono in 1,22 euro/die. Ai Dirigenti Medici e Sanitari, le cui aliquote fiscali sono maggiori, il netto in busta paga sarà ancora più basso. Tanto più basso dal vergognarci noi per primi a declinarne gli importi".

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"La regione avrebbe potuto destinare- proseguono- circa sedici milioni di risorse aggiuntive da distribuire per gratificare realmente i propri operatori sanitari e ristorarli dei gravi rischi corsi e del disagio patito lavorando in condizioni di pericolo costante lungo tutto il periodo dell’emergenza ed oltre. Evidentemente preferisce investire le proprie risorse in marketing ed immagine, lasciando i propri medici, infermieri ed OSS sempre meno incentivati, sempre più demotivati, sempre più soli ad arrabattarsi nel coordinare una sanità che, senza discontinuità alcuna con la gestione dei decisori precedenti, è sempre più allo sbando. A fronte di sedici milioni erogabili -concludono-  come risorse aggiuntive, ne saranno, col beneplacito dei firmatari, distribuiti solo due". 

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