"Nonostante le difficoltà di gestione, il Tar di Catanzaro ha ancora diminuito l'arretrato". Il presidente Giancarlo Pennetti ha rivendicato i risultati di questo primo periodo di Presidenza. Pennetti ha sostituito da luglio Vincenzo Salomone. L'arretrato nel 2019 è calato del 12%, da 3260 ricorsi pendenti a 2864. Invece è del 37,4% il tasso di definizione dei 1962 "nuovi" ricorsi arrivati nel tribunale amministrativo calabrese sempre nel 2019. Rispetto al 2018, i ricorsi sopravvenuti sono circa trecento in più.
Pennetti, nell'incontro con i giornalisti che ha preceduto la cerimonia ufficiale dell'inaugurazione dell'anno giudiziario, si è soffermato sul rilievo crescente che hanno assunto le "esecuzioni di giudicato". Si tratta dei ricorsi di ottemperanza richiesti da cittadini o da imprese che già hanno ottenuto una sentenza favorevole dal giudice ordinario e attraverso la nomina dei commissari ad acta (appunto ad opera del Tar tramite l'apposito giudizio) ottengono il riconoscimento della somme dovute da parte delle Pubbliche Amministrazioni. "Il fenomeno si incrocia con la situazione finanziaria di non pochi enti pubblici calabresi. C'è una crisi di liquidità degli enti", ha aggiunto il presidente del Tar. Le più in difficoltà sono le aziende sanitarie, alcuni comuni e gli enti strumentali.
Sulle interdittive antimafia, Pennetti ha ricordato la giurisprudenza consolidata del Tar ed ha invitato all'uso più "oculato di questo delicato strumento". Il suggerimento è che fra enti pubblici ci dovrebbe essere un migliore confronto prima di arrivare ai ricorsi.
Pennetti ha parlato anche delle vicende di Rinascita-Scott e del "tentativo di condizionare il Tar, in particolare la prima sezione, su un giudizio di impugnativa sull'aggiudicazione del secondo classificato. Ho letto le intercettazioni telefoniche non so se quegli intenti si siano tradotti nella pratica. Neanche le parole dovrebbero ferire la credibilità di una istituzione come la nostra - si è schernito ed ha aggiunto-, è una brutta vicenda. Se ci si tiene alla giurisdizione, che è fattore di grande coesione sociale in qualunque comunità, bisognerebbe evitare anche solo di ideare l'impropria intrusione all'interno di quel circuito che è di per sé virtuoso e legale del processo".
A proposito dell'anno sofferto dal punto di vista organizzativo, il presidente ha ricordato le "due perdite" ad aprile (magistrati trasferiti in altri sedi), un fatto che "ha messo in ginocchio la seconda sezione perché c'erano difficoltà a fare il collegio. È stata una strenua lotta per andare avanti". L'emergenza è stato risolta con tre nuovi ingressi.
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