di PAOLO CRISTOFARO
MONTE MANCUSO (CZ) – Arrivarci non è stato semplice. Venendo dal catanzarese, bisogna percorrere le strade montane tra i comuni di Gizzeria, di Falerna e di Nocera, che salgono su, in alto, verso il Monte Mancuso. Percorrendo i sentieri tortuosi, all’ombra dei pini – i cui aghi ricoprono quasi l’intero percorso – ci si rende conto immediatamente del perché costruire una base militare lassù. La luce del sole filtra difficilmente tra la vegetazione e incontrare qualcuno sul percorso è difficile. Proprio quando la convinzione era quella di aver sbagliato totalmente percorso, eccola! Ecco i cancelli della “IMMZ”, l’ex base NATO costruita nel 1960 dagli americani. Un centro nevralgico per le comunicazioni militari, inserito nella rete Ace-High Network, che controllava tutte le stazioni di trasmissione remota del confine orientale dell’area Atlantica. Sulla recinzione i cartelli con l’avvertimento: “Zona militare. Divieto d’accesso. Sorveglianza armata”. Spenta la macchina e raggiunto il cancello principale, si legge su una targa: “46° reggimento trasmissioni”.
La base sembra abbandonata, ma il vincolo che la dichiara zona militare è stato rinnovato fino al 2020, come dimostra un documento del Comando dell’Esercito, apparso anche sull’albo comunale di Falerna, del 2015. La Guerra Fredda ormai è superata, ma non gli interrogativi sulla base di Monte Mancuso. Attiva a pieno regime negli anni Settanta, a fine anni Ottanta la sua attività è calata al minimo, quasi fino all’abbandono. Fu riattivata con più intensità di nuovo negli anni Novanta, con le operazioni militari in Medio Oriente. E proprio dagli anni Novanta, nella zona, alcuni residenti dei paesi limitrofi segnalavano la presenza di strani camion, che salivano verso la base. Per alcuni – ma potrebbero essere solo supposizioni – nella base sarebbero stati temporaneamente ospitati anche rifiuti tossici. Non a caso, proprio negli anni Novanta, taluni avevano collegato il luogo di provenienza dei presunti camion, con l’area di spiaggiamento della motonave Jolly Rosso, sulla spiaggia di Amantea, il cui carico ha sempre sollevato dubbi e misteri che si protraggono da decenni.
Il tutto, ricordiamolo, risulta soltanto da supposizioni avanzate nel tempo dai cittadini e, per ora, non trova né conferme né smentite. Tra gli ultimi ad avanzare perplessità sull’attività della base “IMMZ” un ex consigliere comunale di Lamezia, Fiore Isabella, che sentito telefonicamente ci ha parlato del fatto che non è mai stata fatta chiarezza totalmente sul Monte Mancuso, sulle sue antenne, sull’attuale stato ed eventuale attività della base, che risulterebbe dismessa, ma che conserva il vincolo militare. Negli ultimi decenni – ci segnala ancora l’ex consigliere – ci sono stati moltissimi casi di malattie oncologiche nel lametino, anche di Glioblastoma, la cui causa principale è l’esposizione a radiazioni ionizzanti, esattamente quelle prodotte anche da antenne e radar.
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