L'editoriale. Una nuova campagna elettorale in una Calabria con l'anima fragile

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Cittadella Regionale
  20 ottobre 2020 22:06

di ENZO COSENTINO

“…E la vita continua anche senza di noi” cantava Vasco Rossi in “Anima fragile”. Con o senza soluzione di continuità. Retorica e anche necessaria realtà. Vale, dunque, anche per la Calabria in questo momento sicuramente di tristezza condivisa – senza se e senza ma- in cui non la politica ma l’insieme di tutta la regione ha perso una autorevole guida istituzionale. Perché la scomparsa della presidente Jole Santelli è stata una “autorevole guida”. Lo dico con convinzione, senza alcuna personale pulsazione politica.

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La Calabria rimasta senza la sua “guida” eletta nelle urne (e non già nelle “dorate stanze” delle compensazioni che la politica, per prassi consolidate deve fare per definire le mappe del potere: brutto vizio!) deve nuovamente ricorrere all’esercizio del voto popolare.

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Come è dimostrato le campagne elettorali sono…eterne. Le macchine da guerra della politica ricaricano le armi e sono piazzate sui rispettivi confini degli schieramenti. Centrodestra, centrosinistra, forse centro e sinistra radicale, movimentismo civico (che alla fine è pure politico). L’auspicio per smorzare i toni sarebbe bello che le “bombe” fossero concreti programmi per far della Calabria una regione veramente doc, competitiva. Possibilmente prima di ogni cosa una “terra per i Calabresi”. L’attuale politica è messa questa volta a dura prova. All’interno degli schieramenti si riaprono le discussioni, inevitabilmente si ripeteranno gli scontri. Nel centrodestra è subito scattata l’operazione per pianificare il suo tentativo di mettere la “bandierina”: Ma dovrà convincere gli altri partner della coalizione che pure nutrono la stessa, per carità!, legittima ambizione. E’ questa una chiave di lettura della immediata riunione che il leader nazionale leghista, Matteo Salvini ha tenuto a Roma con i quadri dirigenti e rappresentanti istituzionali calabresi. La discussione in seno alla prossima mossa dello schieramento di centrodestra non sarà per alcun suo componente una partita facile. Anche perché la forza politica più rappresentativa è quella di FI che si appresta a reclamare il diritto di prelazione per la successione alla presidenza lasciata vuota da Jole Santelli. Si gioca comunque la partita interna sul filo del tatticismo.

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Identico discorso vale per il centrosinistra. Anzi è più accentuato perché lo schieramento ha già lanciato il guanto di sfida. Rivuole la guida della Regione. E in questa sua prospettiva si inserisce una domanda: troverà il leader? Sarà espressione del Pd? Anzitutto il Partito democratico dovrà dimostrare che la ripresa sia realtà. Ma nel Pd è ancora evidente lo stigma quel di partito commissariato, privo dei suoi organismi elettivi. Semplicisticamente valutando le situazioni si potrebbe anche pensare che alla Regione potrebbe non mutare alcun equilibrio rispetto a quello sancito dall’ultima tornata elettorale. Forse potrebbero non essere, necessariamente gli stessi protagonisti. Però va considerato che è stato breve il tempo perché i calabresi si potessero rendere conto della valenza piena di chi li ha sin qui rappresentati come maggioranza e come opposizione. 

 

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