Personale al provveditorato regionale del Dap. Sindacati e lavoratori delusi

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L'istituto penitenziario di Catanzaro
  10 luglio 2020 16:37

di MASSIMO PINNA

Una gestione del personale che fa discutere. Con interventi, finora inascoltati, di sindacati nazionali e regionali, e nei mesi scorsi al centro di un’interrogazione parlamentare presentata dall’onorevole Edmondo Cirielli il 20 gennaio e della relativa risposta del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, che però non ha dato le risposte che i proponenti, le oss e tanti lavoratori, specie quelli interessati si aspettavano.

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Stiamo parlando del Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria, il Prap. A far discutere, da almeno due anni a questa parte, le decisioni prese dal provveditore del Prap della Calabria, Liberato Guerriero. In particolare, le decisioni riguardanti i trasferimenti per mobilità dagli istituti penitenziari calabresi al provveditorato, e viceversa. E il presunto mantenimento di personale non stabilizzato in seno al Prap di Catanzaro, in deroga agli accordi tra il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, (Dap) e le organizzazioni sindacali. Risultato, un braccio di ferro che continua, un malumore e un’insofferenza crescente dei lavoratori.

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Decisioni sul personale che in verità fanno discutere, sottotraccia anche per la tradizionale ritrosia alla notorietà di questo ambito statale, da circa un decennio. Prima con Cinzia Calandrino fino al 2018, poi per un anno circo con Parisi, diventato intanto direttore generale del Dap, e poi dal 2019 con Guerriero. La costante è rappresentata dal vicario del provveditore, Rosario Tortorella, reggino.

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Svariate ad oggi, le segnalazioni dalle organizzazioni sindacali di categoria che denunciano la cattiva gestione del Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria calabrese. E, addirittura, illustrando punto per punto come la risposta fornita dal Provveditorato e pronunciata, dal Ministro della Giustizia in sede di risposta alla interrogazione parlamentare, per essere leggeri, assolutamente deficitaria.

Le rivolte e i problemi nelle carceri hanno evidenziato quanto sia necessaria la presenza di personale qualificato, personale che nel caso del P.R.A.P. calabrese viene distolto dalle carceri per essere distaccato nella sede amministrativa, in sovrabbondanza rispetto alla pianta organica della sede amministrativa – si legge in svariate note sindacali delle organizzazioni di settore - È il caso di una educatrice, distolta da un carcere e distaccata al P.R.A.P. con la spiegazione che si occuperebbe di contenzioso, quando invece, viene segnalato, il contenzioso è un compito marginale rispetto a quello principale di educatore, e che altri educatori svolgono ugualmente pur restando nelle rispettive carceri. È il caso di altro educatore – sottolineano - che invece di essere impiegato presso l’ufficio dei detenuti viene impiegato per compiti di semplice segreteria, mortificando sia la sua professionalità che la funzione di cura e controllo sulla vita detentiva. È ancora il caso di un comandante della polizia penitenziaria - aggiungono - che invece essere di essere impiegato in un carcere, viene privato del comando assegnatogli dal Dipartimento e distaccato al P.R.A.P. presso un ufficio dove c’è già un dirigente di polizia penitenziaria, e dove è previsto dalla pianta organica che debba esservene solo uno”.

Un lungo elenco di doglianze, di lavoratori e sindacati, dunque. “Altri distacchi in entrata, ed in esubero rispetto alla pianta organica, si registrano a favore di personale da poco immesso in servizio, e quindi senza capacità ed esperienza, e senza aver fatto servizio in carcere, sede naturale di assegnazione. E si pensi – evidenziano - inoltre alla voluta e reiterata cattiva gestione (qualcuno potrebbe parlare di dequalificazione o peggio ancora di mobbing) dei vice ispettori, ai quali non è stato assegnato alcun incarico formale”. C’è chi dubita, tra gli stessi sindacati, che non si seguano logiche di buona amministrazione ma logiche di favoritismi per alcuni e punitive per altri.

 

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