Report DIA secondo semestre 2019. Dai legami del clan Mancuso alla 'Ndrangheta stragista

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images Report DIA secondo semestre 2019. Dai legami del clan Mancuso alla 'Ndrangheta stragista

  21 luglio 2020 11:42

di PAOLO CRISTOFARO

La 'Ndrangheta sempre più potente, sempre più insidiosa. Le indagini sempre più puntuali, sempre più ampie, per ripercorrere le lunghe - e talvolta invisibili - ramificazioni dell'organizzazione criminale più potente al mondo. La DIA, la Direzione Investigativa Antimafia, come avviene ormai di consueto a distanza semestrale, ha prodotto e pubblicato il report dell'attività d'indagine del periodo luglio-dicembre 2019, che ci consente di aggiornare la mappatura delle cosche di 'Ndrangheta, degli arresti e delle vicende acclarate, il livello di infiltrazione della compagine mafiosa, i reati commessi, i dettagli e le conoscenze su un fenomeno difficile da estirpare e sempre in evoluzione.

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La forza della 'Ndrangheta, lo dice il report, non è complessa da contrastare perché mancano gli strumenti, ma perché spesso, è difficile individuare il bersaglio esatto da colpire. "La ‘ndrangheta è sicuramente l’organizzazione criminale più “referenziata” sul piano internazionale soprattutto perché in grado di instaurare interazioni e forme di collaborazione con interlocutori di qualsiasi tipo", scrive la DIA. Si muove insomma, sempre di più, in zone grigie di vario tipo, dalle amministrazioni pubbliche ai gruppi affaristici, dai rapporti politici a quelli con criminali internazionali; il tutto in una fitta rete di legami complessa da ricostruire

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(Le ramificazioni della 'Ndrangheta nel Nord Italia)

Anche quei vincoli di sangue e quei legami con la terra d'origine che possono sembrare ormai legati all'immagine storica e pittoresca della 'Ndrangheta, sono in realtà una tradizione presente e vincolante che consente all'organizzazione mafiosa di resistere e di essere compatta. "Le analisi delle risultanze investigative e giudiziarie del semestre di riferimento restituiscono, ancora una volta, l’immagine di una ‘ndrangheta silente, ma molto attiva sul fronte affaristico imprenditoriale, sempre più leader dei grandi traffici internazionali di droga, quindi in costante ascesa per ricchezza e “prestigio”. L’affermazione criminale dei clan calabresi è da ricondurre, in prima battuta, ai vincoli tradizionalistici e familiari, che la rendono ben salda già dalla base, ossia dai legami di sangue, preservandosi in tal modo, quasi del tutto, dall’esposizione al rischio del pentitismo", scrivono gli investigatori. Legami di sangue e vincoli, dunque, come garanzia per la stessa sopravvivenza dell'organizzazione. Proprio questo risulta tuttora l’aspetto principale che pone la ‘ndrangheta quale interlocutore privilegiato per i più importanti gruppi criminali stranieri, in quanto partner affidabile per qualsivoglia affare transnazionale.

(Le cosche del Vibonese)

Centrale nel report l'inchiesta di Nicola Gratteri, Rinascita-Scott. "Questa duttilità criminale è emersa pienamente nella “… più grande operazione dopo il maxi processo di Palermo…”, così come l’ha definita il Procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, ovvero l’inchiesta “Rinascita Scott", conclusa nel mese di dicembre 2019 con l’esecuzione, da parte del ROS e dell’Arma territoriale, di 334 misure restrittive per un totale di 416 indagati, che ha fatto luce su una lunga serie di rapporti tra la potente cosca dei Mancuso di Limbadi (Vibo Valentia), egemone in tutta la provincia di Vibo Valentia, e il mondo politico-imprenditoriale con segmenti di massoneria deviata annessi. Un contesto definito dal Giudice per le Indagini Preliminari tipico di una “'ndrangheta massona”.

(Le cosche del Reggino tirrenico e l'area d'influenza dei Piromalli)

Uno spazio dedicato anche alle complesse e ancora parzialmente oscure vicende della 'Ndrangheta stragista, che in accordo con Cosa Nostra, negli anni '90, attuò, in talune circostanze, azioni di tipo terroristico per sferrare, in comunione d'intenti, l'attacco allo Stato. "È chiaramente emersa anche la rilevanza della consorteria a livello extra provinciale, con consolidati rapporti, finalizzati al mutuo soccorso ed allo scambio di favori criminali, instaurati, tra gli altri, con i De Stefano di Reggio Calabria e i Piromalli di Gioia Tauro, nonché con esponenti di Cosa Nostra, databili già dall’epoca pre-stragista", è scritto nel report.

(Ramificazioni delle cosche di 'Ndrangheta nel Catanzarese)

"La ‘Ndrangheta è un’organizzazione criminale molto attiva, al contempo tradizionale e moderna, ancorata saldamente a vincoli associativi interni, attraverso i quali accresce il consenso, soprattutto in aree economicamente e socialmente depresse. Allo stesso tempo dimostra di essere camaleontica nei processi di adeguamento ai contesti socio-economici nazionali ed internazionali, perfettamente inserita nei meccanismi di progresso e globalizzazione", spiega l'analisi degli investigatori della DIA. Insomma, un'organizzazione criminale che basa la sua forza e la sua credibilità sui legami e sulla tradizione, ma che risulta perfettamente inserita, forse talvolta con più astuzia di altri, nel contesto internazionale globalizzato.

(Locali di 'Ndrangheta nel Cosentino)

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