di EDOARDO CORASANITI
Ordinanza di custodia cautelare annullata e quindi anche l’interdizione dalla Polizia di stato per 6 mesi.
È questa la decisione della Corte di Cassazione nei confronti di Daniela De Marco, difesa davanti ai giudici romani dall’avvocato Rita Parentela (il collegio difensivo è composto anche dagli avvocati Giuseppe Artusa e Paoli Fuduli del foro di Vibo), assistente della Polizia di Stato, in forza alla Stradale di Vibo Valentia.
A dicembre la poliziotta era stata sottoposta agli arresti domiciliari nell’ambito dell’operazione anti ‘Ndrangheta denominata Rinascita Scott. Il Tribunale della Libertà però il 9 gennaio scorso ha sostituto la misura con l’interdizione per sei mesi.
De Marco è accusata dalla procura distrettuale di Catanzaro di essersi rivolta in più di un’occasione ad un presunto affiliato di ‘Ndrangheta per prenotare visite mediche per se stessa e per i propri familiari nella casa di cura "Villa Dei Gerani" e all’ospedale di Vibo Valentia; la poliziotta avrebbe favorito Orazio Lo Bianco per evitargli una multa.
Accuse che dovranno essere dimostrate al processo ma per ora la poliziotta ottiene, sul piano cautelare, l’annullamento dell’intera ordinanza di custodia.
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