Sarebbe ancora in via di definizione l'accordo sull'indennità Covid per gli operatori sanitari che hanno affrontato il picco dell'emergenza negli ospedali calabresi. E' iniziato stamattina, nella Cittadella regionale, l'incontro fra le organizzazioni sindacali e la parte pubblica, rappresentata dal delegato del soggetto attuatore per il Covid, Antonio Belcastro, e i dirigenti Vittorio Prejanò e Sabina Scordo per fare il punto della situazione dopo i precedenti incontri. Interrotta all'ora di pranzo, la riunione è poi proseguita nel pomeriggio.
Di sicuro non c'è unità d'intenti fra i sindacati. Infatti a metà giornata, era solo la triplice (Cgil, Cisl e Uil) a voler firmare l'accordo proposto dalla Regione, rispondendo così alle richieste della base anche in vista della manifestazione dell'8 luglio. Alcune sigle autonome del comparto e l'intersindacale della dirigenza medica e sanitaria hanno invece abbandonato i lavori. Le ultime hanno ribadito il concetto della 'penalizzazione' per i camici bianchi dovuta ad una tassazione più elevata che rende più asciutto il netto in busta paga. Ma la trattativa, come in altre regioni, non ha compreso differenziazioni di questo tipo. L'Anaao Assomed, per bocca del segretario regionale Filippo Maria Larussa, ha voluto sottolineare: "l'assoluta esiguità delle risorse regionali aggiuntive, nonostante si trovino i soldi per il corto di Muccino. Alla faccia degli eroi".
Le risorse realmente disponibili sono 8 milioni (statali, del Cura Italia) già in cassa e 2 milioni che la Giunta dovrebbe stanziare entro il 15 luglio. Si è discusso anche di una possibile ripartizione fra diverse fasce. Ovviamente calibrata a seconda del rischio (o disagio, a seconda delle interpretazioni). Nella fascia più alta, quella degli operatori in prima linea, l'indennità dovrebbe essere attorno a 1.830 euro per circa 2.900 dipendenti. In quella intermedia, da poco più di mille lavoratori, si pensa a 883 euro. Per il resto del personale (poco meno di 15 mila) si parla di una cifra 250 euro. Si tratta di indennità lorde.
Non sarà la Regione a distribuire i trattamenti, ma i soldi saranno girati alle singole aziende che poi provvederanno a liquidarli seguendo appunto le linee guida fissate dall'accordo regionale. Sono solo teorici i circa 6 milioni del decreto nazionale successivo, quello Rilancio, peraltro già inseriti nella riorganizzazione della rete ospedaliera per le terapie intensive e sub-intensive (dove non si faceva cenno alle indennità). In più, si è parlato di ipotetici altri 2 o 3 milioni regionali da sbloccare in una seconda fase. (g.r.)
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