Specializzandi medici in piazza a Reggio per il servizio sanitario: "Vogliamo lavorare, più contratti e riforma radicale della formazione" (VIDEO)

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Gli specializzandi medici a Reggio Calabria
  29 maggio 2020 17:55

di GIORGIA RIZZO 

Medici neo-abilitati, camici grigi, liberi professionisti precari, medici in formazione specialistica, corsisti di Medicina generale e studenti di Medicina e Chirurgia. Tante categorie, che stamattina sono scese in piazza Italia, a Reggio Calabria, con una grande rivendicazione: più assunzione di nuovi medici in formazione per sostenere il servizio sanitario nazionale, soprattutto in un momento di crisi come quello attuale, e una riforma radicale della formazione specialistica. 

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Il simbolo della manifestazione a carattere nazionale, dal nome “Medici in Mobilitazione Permanente: Uniti per il SSN”, è stata una mascherina con una X rossa e un 29. Nel sit-in i giovani medici si mostravano con cartelloni e mascherina, lasciando il loro camice a terra, per mostrare simbolicamente la poca considerazione che si ha della loro professione. 

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"E' arrivato il momento di dare una svolta sostanziale al mondo della Sanità, partendo dal finanziamento di un numero congruo di contratti di formazione per Medici specialisti e di Medicina generale - hanno dichiarato gli organizzatori della manifestazione calabrese Lavinia Parisi, Francesco Battaglia, Luigi Spadaro - L’obbiettivo principale è quindi l’annullamento dell’imbuto formativo, possibile solo con il raggiungimento di un rapporto 1:1 tra candidati e contratti di formazione. Chiediamo, inoltre, che una riforma appropriata del sistema formativo post-laurea dovrebbe includere la revisione delle modalità concorsuali del test delle scuole di specializzazione, l’ampliamento della rete formativa delle Scuole di Specializzazione, il rafforzamento dei controlli di qualità sulla didattica e la rivisitazione dei contratti di Specializzandi e corsisti di Medicina generale per un migliore inquadramento giuridico ed economico. Vogliamo una formazione di qualità, accessibile a tutti. Ci sentiamo abbandonati dalle istituzioni, dai Ministeri della Salute, dell’Università e della Ricerca, che stanno adottando soluzioni tampone e parziali che non considerano né i bisogni di noi giovani Medici, ne stanno programmando un futuro per rimediare alle tante figure mediche che mancheranno nei prossimi anni".

Ma la questione non riguarda solo la condizione lavorativa e formativa dei giovani medici, quanto tutto il sistema sanitario che garantisce il diritto alla salute e alla cura. “L’emergenza sanitaria scatenata dalla diffusione del Covid-19 ha scompensato un sistema sanitario che già in condizioni normali faceva fatica ad assicurare un’assistenza adeguata - ha dichiarato Jacopo Lauria, giovane medico catanzarese tra i promotori dell'iniziativa - Ora più che mai ci rendiamo conto degli effetti deleteri di anni di tagli alla Sanità pubblica. Vogliamo essere noi ad occuparci dei nostri pazienti, un giorno, senza il ricorso a medici stranieri che rimediavano ad una carenza di personale tutta italiana. Noi chiediamo un futuro per il nostro sistema sanitario non è una mera richiesta di una borsa di studio. Vogliamo essere formati a diventare medici”.

 

 

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