Il Mobilizing Youth Tackling Hate in Calabria è co-finanziato dalla Commissione Europea
24 settembre 2025 18:06di ANTONIO ARGENTIERI PIUMA
“Il progetto MYTHiC avrà l’obiettivo di creare una coalizione a livello regionale composta da enti locali, società civile organizzata, scuole con studenti e docenti, che avrà la capacità di identificare e contrastare i discorsi e i crimini di odio”.
Sono le parole di Lara Colace, progect managar della “Fondazione Albero della Vita”, leader del consorzio promotore, insieme al Centro Calabrese di Solidarietà e Dataninja, durante la presentazione del progetto Mobilizing Youth Tackling Hate in Calabria, co-finanziato dalla Commissione Europea, svolta questa mattina al Centro Polivalente a Catanzaro.
All’inaugurazione erano presenti la Regione Calabria, l’Istituto Scolastico Regionale, i comuni coinvolti, il Tribunale per i Minorenni di Catanzaro ed il Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica. In collegamento online l’Unar, Ufficio Nazionale Antidiscriminazione Razziale.
Introduzione del progetto e moderazione affidati a Manuela Viola e Daria Crimella.
“Sarà creata una rete e a livello regionale multilivello che sarà in grado prendere in carico la vittima per sperimentare una presa in carico. E poi, lavorare con le scuole attraverso un sistema di formazione ed educazione all’alfabetizzazione e si articolerà nelle 5 province e avrà anche una dimensione europea che includerà partner degli stati membri. Il livello del progetto è il livello dei giovani e interessa social network. Ci occuperemo in particolare di alcune tipologie prevalenti: odio, discriminazione verso le ragazze, le minoranze etniche e i disabili. Sono queste le principali fonti di odio tra i ragazzi. Tutti i giovani devono crescere in un ambiente dove tutti sono uguali ed è un principio sancito dalla carta europea”.
Dal canto suo, Teresa Chiodo, presidente del Tribunale per i minorenni di Catanzaro spiega: “Le questioni arrivano a noi nell’ambito del settore penale come una segnalazione che ha un crimine d’odio e colpisce un altro soggetto che normalmente è minorenne. La vittima di una campagna di denigrazione subisce danni molto gravi e spesso sfugge all’occhio degli adulti. Purtroppo – osserva Chiodo - lo strumento di legge di per sé poco fa. Richiamo sempre la scuola che deve essere attentissima a fungere da osservatorio sul minore. L’occhio vigile dell’insegnante non può non notare una condizione di disagio dell’adolescente. Il minore viene segnalato e in genere non senza poche difficoltà ed è molto difficile che i genitori penetrino in questi mondi. Non è tanto l’aspetto repressivo. Viene messo alla prova e avviato un percorso rieducativo e se un minore ha rivolto messaggi di odio allora noi approntiamo un percorso che mette in contatto l’autore delle violenze con la sofferenza di soggetti che soffrono per queste cose. Solitamente le famiglie non sono state in grado di educare i propri figli”.
Mattia Peradotto, Ufficio nazionale antidiscriminazione razziale, tramite messaggio video aggiunge: “E’ una iniziativa molto significativa perché mette al centro i giovani e le comunità territoriali in un territorio calabrese ricco e straordinario ma che vive elementi di fragilità sociale ed è importante costruire spazi di partecipazione condivisa. Significa investire nel futuro. Consente di dare dimensione unitaria e una prospettiva europea. Seguiamo con grande attenzione il progetto in linea nel contrasto al razzismo e con le attività che portiamo avanti”.
Secondo Nunzio Belcaro, assessore alla pubblica Istruzione del Comune di Catanzaro, “le aspettative lasciano un po’ il senso della programmazione necessaria, però come comunità a noi viene chiesto l’urgenza dell’intervento e solo su alcune attività sul campo. Lavoriamo alla creazione di un laboratorio sulle fasce giovanili. Per committenza del sindaco siamo al lavoro su una plenaria sul disagio giovanile affrontando tutte le problematiche dai social, alle dipendenze ai disturbi alimentari, all’odio. Abbiamo in mano strumenti per i quali non abbiamo una pedagogia d’utilizzo. Davvero siamo cavie perchè devono trovare sul campo gli strumenti necessari. C’è tanto lavoro da fare e non è semplice.
Maria Teresa Budace Regione Calabria, Dipartimento Sanità e Welfare. Settore 1 U.OA. – “Immigrazione, Nuove marginalità e Inclusione sociale, Centro Antidiscriminazione, contrasto alla povertà, Famiglia e Terzo Settore, Volontariato e Servizio civile: “La Regione ha accolto bene la proposta e sta elaborando un progetto nazionale per diffondere la cultura del rispetto e della pari opportunità”.
Presenti anche Giuliano Lazzaro, vicequestore della Polizia di Stato, Antonietta Cozza, delegata alla Cultura del Comune di Cosenza e Giulia Gelmetti per Dataninja intervenuta sugli aspetti tecnici del partenariato.
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