Domenica 5 e lunedì 6 ottobre i calabresi torneranno alle urne per scegliere il nuovo presidente di Regione. Questa mattina il faccia a faccia tra il governatore dimissionario uscente Roberto Occhiuto (centrodestra) e Pasquale Tridico (M5s-centrosinistra)
02 ottobre 2025 11:58di CARLO MIGNOLLI
Un’ora di confronto serrato, scandita da regole rigide - un minuto e mezzo per ogni risposta, quattro repliche da 30 secondi ciascuno - con la moderazione della giornalista Giovanna Pancheri. È andato in onda su Sky TG24 “Il Confronto”, il dibattito tra i due candidati alla presidenza della Calabria: Roberto Occhiuto, esponente di Forza Italia e governatore dimissionario sostenuto dal centrodestra, e Pasquale Tridico, già presidente dell’Inps, oggi candidato del Movimento 5 Stelle appoggiato dal “campo largo” di centrosinistra.
I temi sul tavolo hanno toccato i nodi cruciali della regione: sanità, occupazione, infrastrutture, criminalità organizzata, giustizia, autonomia differenziata, immigrazione e infine anche politica estera.
Sanità, il terreno più caldo
La prima domanda ha riguardato la sanità, argomento che ha acceso lo scontro più duro.
Tridico non ha usato mezzi termini: “La sanità è il fallimento di questa giunta. Aspettiamo un anno per una visita, non ci sono posti negli ospedali. Durante i quattro anni di Occhiuto i soldi verso le regioni del Nord sono aumentati di 63 milioni. Con Scopelliti, e con Occhiuto complice, sono stati chiusi 18 ospedali nelle aree interne e lungo le coste. Praia, Acri, San Giovanni, Cariati: strutture svuotate, medici scappati. Ora restano promesse, forse fondamenta nel 2027. A Sibari c’è solo un cubo vuoto. Servono almeno 3.000 tra medici e infermieri: questo farò se sarò eletto presidente”.
Occhiuto ha replicato con fermezza: “Tridico non conosce la storia né il presente della Calabria. Gli ospedali che cita io li ho inseriti nella rete ospedaliera, con grande fatica, dopo 15 anni di commissariamento. Ho assunto 5.000 persone, oltre a 400 medici cubani, e avviato la costruzione di ospedali rimasti solo sulla carta per decenni. La sanità ha problemi ovunque, ma in Calabria partivamo da -1000: ora ci sono le condizioni per uscire dal commissariamento.”
Fine vita e diritti civili
Sul suicidio medicalmente assistito, Occhiuto ha rimandato al Parlamento nazionale, pur definendosi “più liberale di parte del mio schieramento”. “Un tema così delicato - ha aggiunto - va discusso senza vincoli di mandato, e la politica deve entrare il meno possibile”. Tridico invece ha promesso una legge regionale “sul modello della Toscana”: “I tempi sono maturi anche in Calabria”.
Ponte sullo Stretto e infrastrutture
Occhiuto ha difeso con forza il ponte: “Io il ponte l’ho già attraversato, usandolo come attrattore di altri investimenti. In trent’anni sulla SS 106 era stato investito un miliardo: ora ci sono 3,8 miliardi con gare già avviate, più 900 milioni sull’autostrada e altre risorse. In totale 6-7 miliardi mai visti prima. Ho detto al governo che sarebbe stato ridicolo costruire il ponte senza collegarlo: così sono arrivate le risorse.”
Tridico ha ribattuto che il ponte “non è una priorità”: “Sto girando la Calabria e trovo strade interrotte, comunità isolate, ponti mai riparati. L’alta velocità si ferma in Campania, la 106 è teatro continuo di tragedie. Prima di unire due coste bisogna collegare Reggio a Bari e Napoli, federare il Sud. Al di là dei rischi ambientali e sismici, è assurdo pensare di farlo pagare ai calabresi: nessuno lo chiede.”
Legalità e criminalità organizzata
Tridico ha proposto un “patto di legalità” per blindare appalti e sanità, con controlli serrati insieme alle procure. “La ’ndrangheta resta un problema enorme che si riflette anche nell’edilizia e negli enti locali”, ha detto.
Occhiuto ha rivendicato i risultati ottenuti: “Il patto per la legalità lo abbiamo già fatto quattro anni fa, con banche dati condivise con la DIA, tavoli con procure e prefetture e una white list di imprese sugli appalti. E abbiamo investito molto sui beni confiscati, sottraendoli alla criminalità e restituendoli ai cittadini”.
Giustizia e stabilità politica
Sul tema delle dimissioni in caso di rinvio a giudizio, le posizioni si sono polarizzate.
Occhiuto: “Non mi dimetterei. Le mie dimissioni dopo l’avviso di garanzia sono servite a evitare la paralisi della Regione. In un Paese civile nessuno lascia per un avviso di garanzia.”
Tridico: “Io sì. È una questione di rispetto verso i calabresi. Contestiamo a Occhiuto non la scelta di dimettersi, ma il fatto di essersi ricandidato subito cercando legittimazione popolare contro la magistratura. Questo è gravissimo.”
Autonomia differenziata e immigrazione
Per Tridico l’autonomia differenziata “è un pericolo che allargherebbe i divari Nord-Sud”: “Occhiuto in Conferenza Stato-Regioni ha dato l’ok: un tradimento dei calabresi.”
Il governatore uscente ha replicato: “Sono stato io a bloccarla finché non venissero definiti i LEP, i livelli essenziali di prestazioni. Prima i diritti, poi le competenze alle Regioni.”
Sul fronte migratorio entrambi hanno rivendicato il modello calabrese di accoglienza. Tridico ha ricordato l’esperienza di Riace e dei piccoli comuni come “risorsa contro lo spopolamento”, promettendo una legge speciale. Occhiuto ha parlato invece di integrazione legata al lavoro: “Abbiamo formato migranti per il settore edilizio, dove manca manodopera. L’accoglienza può diventare sviluppo, ma va gestita e regolata”.
Gaza e politica estera
Tema insolito per un dibattito regionale, ma inevitabile nella campagna elettorale.
Tridico ha promesso che la Calabria “riconoscerà lo Stato di Palestina come atto politico e morale”, parlando di “genocidio a Gaza” e criticando la linea del governo Meloni.
Occhiuto ha definito sproporzionata la reazione israeliana, ma ha frenato: “Un Consiglio regionale non fa diplomazia, può solo esprimere solidarietà. Se serve, convocherò un voto in Consiglio per riconoscere la Palestina, purché sia esclusa Hamas e siano liberati gli ostaggi”.
Gli appelli finali
In chiusura, Tridico ha invitato i calabresi a “voltare pagina dopo trent’anni di opacità politica” e a costruire “una primavera come quella pugliese, con giovani e salari dignitosi”.
Occhiuto ha ricordato i risultati del suo mandato: “Ho riaperto ospedali, avviato cantieri, riformato consorzi e rifiuti, fatto crescere turismo e università. So che i problemi sono ancora tanti, ma credo di aver reso i calabresi un po’ più orgogliosi della loro terra.”
Il confronto ha messo in luce due visioni opposte per la Calabria: da un lato la continuità del centrodestra con Occhiuto, dall’altro la svolta progressista di Tridico. Ma chi sarà a convincere gli elettori? Chi guiderà la Regione nei prossimi anni? La risposta arriverà dalle urne, domenica 5 e lunedì 6 ottobre.
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