Regionali. Il Pd ha chiuso il cerchio della candidatura Bruni. Ma in Calabria nel Partito si mormora

di ENZO COSENTINO

Amalia Bruni! Una eccellenza calabrese, italiana, nel panorama scientifico internazionale. Grande impegno nella sua attività professionali e notevoli contributi nella  ricerca. Il Pd l’ha scelta per la candidatura alla presidenza della Regione. Dopo il brutto valzer dei nomi, questa volta Letta garantisce: non ci saranno sorprese. Significa, dunque, che abbia in mano il “consenso firmato” della prescelta? Ma al momento non c’è il riscontro diretto. Se l’apparenza non inganna, Pd e Cinquestelle sono d’accordo. Però i mormorii non mancano. Chi li manifesta dice e ribadisce: “niente di personale o da eccepire sulla “statura” culturale, etica e morale della prescelta. Ma…”  

E’ il  “ma” di cui spesso, se non quasi sempre, la politica si serve per dire e non dire e che nello stesso tempo insinuano dubbi fra la gente. La politica calabrese ne sa qualcosa! In correnti del centrosinistra, del Pd in particolare, si sbandiera nei confronti delle scelte la mancanza di una autentica democrazia di schieramento. Democratici riformisti e Laburisti democratici di Calabria, ma anche altri gruppi civici contestano che la scelta del candidato presidente sia stata viziata da diktat arrivati dall’alto ed ai quali il gruppo dirigente dem di Calabria si sia dovuto  uniformere per forza di cose. Anche perché in effetti i politici di centrosinistra saranno costretti al “grande e storico” compromesso con i Cinquestelle.  Situazione da tenere comunque sotto la lente d’ingrandimento. Ed intanto è significativo anche politicamente il plauso di Carlo Tansi per la scelta della dottoressa Amalia Bruni. E’ veramente chiuso il capitolo sulla candidatura presidenziale da a parte del centrosinistra? Parallelamente comunque è aperto un altro capitolo importante per comporre il mosaico del Pd e degli altri partiti della coalizione. Quello delle liste. E’ la storia di un'altra bagarre tutta da scrivere.

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