Regionali. Irto lascia, Letta lo rilancia. La politica calabrese faccia chiarezza sul caos totale

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Nicola Irto
  31 maggio 2021 16:44

di ENZO COSENTINO

La decisione di Nicola Irto –sicuramente sofferta ed “esplosa” solo in queste ore- era nell’aria. Fonti autorevoli di matrice Pd ce lo avevano fatto intuire, “sussurrandoci” che di quanto sta accadendo nel Pd calabrese era stato già messo al corrente il segretario nazionale del Partito e di cui  sarebbe stato sollecitato un immediato intervento. E l’assicurazione del segretario dem non si è fatta attendere. Sia per ribadire l’appoggio a Irto sia per veder chiaro di come vanno le cose in Calabria nel Partito.

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Nicola Irto seppure giovane politico in carriera ha seguito il suo istinto non in maniera –riteniamo- impulsiva ma meditata. La sua candidatura a presidente della Regione per il centrosinistra, era stata battezzata con troppa enfasi rispetto al momento delicato non solo del suo partito ma di tutto lo schieramento, dall’attuale commissario regionale del PD, Stefano Graziano. Alla “festa” avevano aderito tutti i partner della coalizione ma non tutti con l’entusiasmo dovuto. Anzi pezzi dello stesso Pd e forze movimentiste presenti o non invitate alle “interpartitiche” hanno, nell’immediatezza della designazione, contestato il metodo. Le “sardine”, ad esempio, con note della portavoce nazionale del movimento, la catanzarese Jasmine Cristallo, sul dissenso sul metodo per la designazione, e non solo, hanno aperto anche una “silenziosa” discussione. Dal canto suo Irto aveva già iniziato il suo lavoro da candidato immedesimatosi nella delicatezza e importanza del ruolo e convinto che con i calabresi è il momento di parlare  chiaro e di presentare programmi e non vuote scatole cinesi dove tutto al più si possono trovare le bugie che la politica è da tempo abituata a propinare. Sono venute a mancare le condizioni, scrive Irto a Letta, per andare avanti.

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Punto focale e centrato: il Pd non può essere un partito rassomigliante ad un circo equestre peraltro senza un preciso “cartellone” degli spettacoli. Altrimenti non va da nessuna parte. Quanto hanno potuto incidere nella scelta le manovre che il centrosinistra (tutto o in parte?) in maniera scoperta sta facendo per inglobare nel suo alveo non soltanto il movimento 5Stelle ma ora addirittura anche un candidato presidente venuto da Napoli – l’ex pm Luigi De Magistris- per togliere dalle mani del Pd e del centrosinistra il governo della Calabria. Un piano ambizioso da portare avanti ma non certo con grandi possibilità di sfrecciare davanti a tutti nella volata finale della prossima gara elettorale. La strategia del centrosinistra quanto può essere vincente sul centrodestra? E per quali veri motivi politici il Pd sta tentando tutte queste anomale alleanze? Ed allora è proprio sensato dire che il vero caso nello schieramento politico calabrese è targato PD. Confusione a tutto campo. Per confondere oltre le idee agli elettori? O per incapacità di essere vera classe dirigente di una regione in chiara sofferenza. Su tutti i fronti. E i calabresi, soprattutto le nuove generazioni –non lascino illudere anche loro come nel passato è stato per altre generazioni- stiano con le antenne alzate. Il futuro della Calabria viaggia sul loro binario. Avremo una classe politica capace di mettere sul tavolo programmi di sviluppo economico, sociale ma anche delle coscienze anestetizzate forse subdolamente? Che la risposta sia un si forte e gridato. Con entusiasmo!

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