Rinascita Scott. Il pentito Emanuele Mancuso: "La Guardia medica di Nicotera e l'ospedale di Vibo erano a disposizione"

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images Rinascita Scott. Il pentito Emanuele Mancuso: "La Guardia medica di Nicotera e l'ospedale di Vibo erano a disposizione"

  08 aprile 2021 19:06

di EDOARDO CORASANITI

Ospedali e Guardie mediche a disposizione per visite, certificati e modi per "prendere in giro" i tribunali. Altra giornata di esame tra la Procura di Catanzaro e Emanuele Mancuso, 32 anni, figlio di Giovanni Mancuso (alias l’ingegnere). Tra i tanti argomenti discussi anche oggi durante il processo “Rinascita Scott”, su domanda del pm Antonio De Bernardo il collaboratore di giustizia racconta dell’alleanza della famiglia Mancuso con i vibonesi e in particolare i Lo Bianco- Barba- Pugliese.

Al di là delle attività criminali, nel racconto di Emanuele il legame si snocciola anche in altro. “Per qualsiasi cosa avessimo bisogno all’ospedale di Vibo Valentia ci rivolgevamo ai Lo Bianco e Barba”, spiega. Fila o esami, non c’era problema: “Superavamo qualsiasi cosa. E anche se avevamo bisogno di certificati o qualcosa valeva la stessa cosa”.

Emanuele Mancuso ricorda bene i procedimenti giudiziaria in cui ha preso parte e le vicende connesse. Parlando di ospedali, visite e altro, al collegio presieduto dalla giudice Brigida Cavasino fa sapere “come prendevamo in giro il Tribunale di Sorveglianza dal 2013 al 2018 (nel 2018 viene arrestato e poi inizia la collaborazione con la giustizia, ndr)”.

E per “prendere in giro” i magistrati” la famiglia Mancuso aveva “la Guardia medica di Nicotera a disposizione”: Emanuele dice che in 5 anni hanno falsificato circa 40 certificati medici. Il trucco, a suo dire, sarebbe stato quello di “richiedere riposo assoluto”. C’è una frase che riporta e che sembra racchiudere l’intero ragionamento: “Di quanti giorni hai bisogno?” avrebbero chiesto ogni volta i medici appena “ci vedevano”.

L’ospedale di Vibo Valentia però, secondo Mancuso, non sarebbe stato esclusivamente un luogo di visite, cure e pazienti. Nel suo racconto, emerge che proprio la struttura ospedaliera sarebbe stata utilizzata per fare incontri e riunioni tra le cosche.

E Andrea Mantella, il capo degli scissionisti che si era separato dai Lobianco? “Se ne parlava molto nella famiglia, era ritenuto un soggetto molto intelligente a livello criminale, era uno che dettata legge, ma io non ho mai avuto a che fare. Ci fu un episodio in particolare che riguardava me e lui.  Mantella picchiò il figlio di Giuseppe Mancuso, mio cugino. La polizia venne a sapere che un Mancuso era stato picchiato. Così si presentò a casa mia e mi fece spogliare e restare in boxer: voleva vedere se avevo lividi. Inizialmente non capivo il perché la polizia arrivò a chiedermi di spogliarmi. Per questa vicenda la mia famiglia diede ragione a Mantella: mio cugino si era “permesso” di andare da un imprenditore in un territorio di competenza di Mantella. Per quanto avversi, mio cugino aveva sbagliato”.

L’esame di Emanuele Mancuso andrà avanti domani nell’aula bunker di Lamezia Terme. Il 15 aprile invece toccherà agli avvocati delle difese contro esaminare il pentito.

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